Capitolo 5

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PER UN TAGLIO

Mentre Emily si allontanava per chiamare James Brown, il gruppo si concentrò sulla colazione e sulla conversazione con i giovani gemelli. Sophie, con il suo sorriso radioso, chiese, «E voi due avete viaggiato in molte città come investigatori? Sembra così eccitante!».

Jackson scosse la testa, riflettendo, «Sì e no, la maggior parte dei casi era nella nostra città».

Sophie annuì con interesse, «Deve essere comunque molto interessante risolvere i casi nella vostra città! Ci sono sicuramente tanti segreti da scoprire anche qui a Mistown».

Steven, con un sorriso, prese la parola, «Assolutamente! Ogni città ha la sua storia e i suoi misteri, e Mistown non è certo un'eccezione. Siamo qui per scoprire cosa si nasconde dietro le sparizioni misteriose. Inoltre, a Enigley, c'è l'Accademia Investigativa con bravi professori!».

Sophie e Luka ascoltavano con attenzione, incuriositi dalla prospettiva di vivere avventure simili a quelle dei membri della Smith & Co.

«Potete raccontarci uno dei vostri casi più interessanti? Siamo così curiosi!», chiese Luka, con occhi scintillanti.

«Beh, ragazzi... ci sono dei casi interessanti, ma forse è meglio non dire nulla perché siete ancora dei bambini. Proprio come l'ultimo caso a cui abbiamo lavorato, che è stato complesso, molto complesso», rispose Jackson.

Sophie e Luka guardarono Jackson con occhi sgranati, visibilmente delusi.

«Per favore, Jackson! Siamo abbastanza grandi! Non ci sottovalutate!», implorò Sophie.

«Quanti anni avete?», domandò Faust.

«Diciassette entrambi», rispose Luka.

«Eddai, per favore! Siamo davvero appassionati di avventure e misteri!», pregò Sophie di nuovo.

Improvvisamente la signora Emily entrò nel salotto e interruppe il momento, e dopo un sospiro di sollievo da parte di tutti gli investigatori, ella si sedette sul divano, «Ragazzi, hanno ragione. Non avete ancora l'età per sapere... certe cose. Ora per favore andate in camera vostra, noi adulti dobbiamo parlare di cose serie ed è meglio che non ascoltiate, su!».

«Uffa, va bene!», sbuffò Sophie, delusa.

Con un lieve sospiro, entrambi i ragazzini si alzarono dai loro posti e si diressero verso le loro camere, lasciando gli adulti a discutere dei loro affari. In quel modo, Emily poté rivolgersi al gruppo di investigatori con un'espressione seria sul volto. 

«Ah, finalmente soli. Ora, riguardo al caso delle sparizioni a Mistown...».

«Siamo tutt'orecchi», rispose Jackson.

Emily iniziò ad argomentare, «Ho chiamato il signor Brown e verrà questa sera per discutere del caso alle otto. Intanto, che ne dite di farvi un giro per Mistown? Magari portate con voi i ragazzi, così li distraete un po'!»

Gli investigatori annuirono all'unisono, apprezzando l'idea di esplorare la città e tenere occupati i giovani gemelli. Dopo tutto, sarebbe stato un ottimo modo per prendere confidenza con l'ambiente e raccogliere informazioni utili per il caso.

«Eccellente idea, Emily!», esclamò Faust.

«Sicuramente ci saranno luoghi interessanti da visitare qui a Mistown».

«E forse è arrivato il momento di visitare un parrucchiere... i capelli del Re sono diventati troppo lunghi, oh Sire! Sembra che avete una coperta dietro la schiena!», scherzò Adriano.

«Forse avete ragione, mio vice!», rispose il Re, giocoso, «Potrei fare una buona impressione se mi presento al signor Brown con un aspetto più curato, e poi, con questi tempi moderni, mi ci vorrebbe un look più accattivante, ma certamente non accorcerò molto!».

«Allora, cosa aspettiamo?», esclamò Carlo.

«Dobbiamo trovare il miglior parrucchiere di Mistown per il nostro Re!», aggiunse Tommaso.

Emily sorrise, alzandosi dal divano, «Perfetto, avete qualcosa da fare! Allora chiamo i ragazzi?».

«Sì, chiamiamoli!», esclamò Faust con entusiasmo.

Emily annuì e uscì dalla stanza per cercare Sophie e Luka. Nel frattempo, gli investigatori cominciarono a discutere animatamente sui possibili luoghi da visitare e sulle informazioni da raccogliere per il caso delle sparizioni a Mistown.

«Io propongo di non dare molto nell'occhio, intendo di non far capire che siamo in cerca di indizi, anzi, perché non ci prendiamo una piccola pausa? Una buona passeggiata in un nuovo borgo ci potrà solo aiutare a rinfrescare la mente!», disse Margaret.

Jackson si strofinò il mento, «Il viaggio è stato lungo in effetti, e avremmo bisogno di liberare un po' la mente. Io ci sto, facciamoci un giro, mangiamo qualcosa, osserviamo questo nuovo e misterioso borgo in cui siamo appena arrivati, concordo con mia sorella».

«Anche perché il Re deve tagliarsi i capelli dopo... secoli!», scherzò Adriano.

«Ordine! Che siamo in tempi futuri non vuol dire che devi abusare della mia clemenza!», lo riprese Vittorio Terzo, battendo le mani sonoramente.

Dopo qualche istante, Emily tornò con Sophie e Luka al seguito.

I giovani gemelli erano visibilmente entusiasti di unirsi all'avventura.

«Siamo pronti!», esclamò Sophie con un sorriso luminoso.

«Dove andiamo prima?», chiese Luka, guardando il gruppo con curiosità.

«Andiamo dal parrucchiere adesso, per ora», propose Faust, dirigendosi verso l'uscita.

Emily sorrise, congedando i bambini e gli investigatori.

Dopodiché, un volta che furono fuori dalla villa, Jackson tirò fuori il telefono dalla tasca della giacca color caramello e attivò il navigatore satellitare.

«Allora, qui mi dice che c'è un parrucchiere a distanza di un isolato, si chiama Locks Lounge, mi sembra un buon parrucchiere, le recensioni sono maggiormente positive. Attivo l'itinerario e ci dirigiamo lì! C'è qualcuno oltre a Vittorio che ha bisogno di una piega?», domandò.

Vittorio spostò lo sguardo su Adriano, che si toccò i capelli, «Perché mi guardate, Sire? I miei capelli sono già corti abbastanza e impeccabili! Siete voi che avete tenda dietro di voi!».

Vittorio rise e si schermì, «Burle! I miei capelli sono sempre stati la mia corona naturale, simbolo di estrema regalità! Ma sì, potrei concedermi una rivisitazione dello stile, potrei cercare di vedere un taglio che mi si addica di più...».

Margaret, osservando il gruppo con un sorriso, aggiunse, «Sembra che tutti abbiano bisogno di un po' di attenzione per i capelli! Che ne dite di una "piega di gruppo"? Rilassiamoci!».

Gli altri investigatori annuirono con entusiasmo.

«Ma certo!», esclamò Faust.

Charles sbuffò, «Ma sì, perché no? Papà? Che ne dici di cambiare quel ciuffo rosso orrendo?».

«Ormai è parte di me, Cha!», rimproverò Edoardo, «Forse potrei solo farlo più rosso!».

Charles sbuffò la seconda volta, alzando gli occhi al cielo, «Sei il solito...».

«Sì! Una piega di gruppo potrebbe essere divertente e rilassante allo stesso tempo. E potremmo approfittarne per scambiare ulteriori informazioni sul caso mentre ci godiamo un po' di tempo per noi stessi!», aggiunse Steven.

Carlo lo fissò in modo sbilenco, «Io? La piega?», abbassò il capo, «Ho solo quattro peli in testa!».

Tommaso gli schiaffeggiò la nuca, «Non dire cazzate, i capelli li hai!».

«Ah», Carlo sbuffò, «Semmai potrei farmi una tinta, li farò neri, così non somiglio a Paolo...».

«Non saprei dirti se saresti bene, ma varrebbe la pena provare, allora si va. Dopo tutto, il rilassamento e la buona condivisione di idee sono fondamentali per risolvere un caso complicato come quello che dovremmo affrontare», disse Jackson.

Dopo aver concordato sull'idea, il gruppo si diresse verso il Locks Lounge, decisi a concedersi un momento di relax e di cura dei capelli.

Una volta arrivati, furono accolti da un'atmosfera accogliente, e una delle ragazze che lavorava lì, una giovane ragazza alta con capelli biondi e un sorriso luminoso, si avvicinò al gruppo.

«Benvenuti! Prego accomodatevi nella sala d'aspetto», li accolse con cordialità.

Gli investigatori, seguiti dai due bambini, si diressero nella sala e aspettarono appena dieci minuti prima che Vittorio venisse chiamato per primo insieme ad Adriano.

Subito dopo, quando i due raggiunsero la zona adiacente, un suono di phon e un dolce profumo di lacca, shampoo e pulito li accolse, avvolgendoli completamente nell'estasi.

Poi, improvvisamente, Adriano scrutò la stanza e si rese conto che il parrucchiere che si stava avvicinando era suo fratello gemello, Tristan de Lancaster, dai capelli castani chiari e saturi.

«Oh, buongiorno!», squillò la sua voce.

«Sei qui per una piega in compagnia di Sua Maestà, fratello adorato?», aggiunse con una nota di sarcasmo.

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