4. Proposta di matrimonio

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Nym spalancò gli occhi. Com'era possibile che Irlyd si mettesse ad attaccare dei nani? Non era certo da lui.

Senza congedarsi Nym corse il più veloce possibile per arrivare da Irlyd prima che lo facessero gli altri nani. Certo aveva le gambe più lunghe delle loro, ma il pavimento era molto scivoloso. Attraversò i tunnel con la schiena piegata e non si preoccupò del vuoto sotto al ponte di neve.

Irlyd Era sollevato a mezz'aria intorno al collo alle zampe gli erano state legate delle corde che una decina di nani tenevano strette. Il drago non aveva sputato fuoco, dopotutto non era violento, ma ruggiva rabbiosamente.

«Cosa sta succedendo?» Chiese Nym a uno dei nani lì presenti.

«Questo stupido drago non vuole scendere. È incredibile che abbia tutto quell'oro addosso e non voglia condividerlo con noi!»

Quindi ecco cosa era accaduto: i nani avevano visto brillare l'armatura che Irlyd portava addosso, si erano lasciati prendere dalla loro avidità e avevano cercato di attaccare il drago per prendere le protezioni che portava intorno alle zampe. Ma Irlyd di certo non era uno sprovveduto. Non aveva attaccato, ma questo non voleva dire che doveva rimanere anche a subire quello che i nani volevano fargli.

Nym tirò fuori il pugnale che aveva nascosto nello stivale e senza pensarci due volte corse dai nani che tenevano le corde e le tagliò.

«Ehi tu! Cosa credi di fare?»

Cominciarono a urlargli i nani dietro. Ma Nym non aveva intenzione di ascoltarli, aveva iniziato a correre con il drago sopra la sua testa. Correva e correva senza guardarsi indietro ed era certo che non sarebbero riusciti a raggiungerlo. Ma la neve stava diventando troppo alta e le sue gambe iniziavano a sprofondare sempre di più. Era troppo difficile correre, ma doveva raggiungere il precipizio per poi semplicemente buttarsi giù.

Gli mancavano ormai pochi passi quando si sentì tirare per il cappuccio.

«Non credere di potermi scappare, elfo!»

Un nano l'aveva raggiunto e lo aveva buttato con la schiena a terra. Per fortuna la neve aveva attutito la caduta, ma così era anche molto più difficile rialzarsi. Dall'alto Irlyd vide la scena e si buttò in picchiata contro i nani che erano già pronti con altre corde in mano.

«Questa volta non ti lasceremo andare tanto velocemente.» Sghignazzò uno dei nani.

Ma il drago era abbastanza vicino da incutere timore e abbastanza lontano da non farsi prendere. Questo aveva dato il tempo a Nym di rialzarsi e di pensare un modo per scappare.
La luce del sole rifletteva sulla sua pelliccia e la faceva brillare intensamente. Sembravano davvero delle stelle.
Senza pensarci due volte Nym strappò una manciata di peli dalla sua giacca e li tenne davanti a sé

«Ehi voi!» Esclamò «Le vedete queste?»

I nani iniziarono a dargli retta e a lasciar perdere il drago, uno di loro sembrò riconoscere, in quelli che Nym teneva stretti, gli stessi filamenti di stella che aveva avuto il re e li indicò agli altri.

«Tenete sono vostri.»

Nym aprì la mano e lanciò per aria i peli di krix. Tutti i nani si gettarono cercando di prenderli prima che cadessero a terra e andassero perduti per sempre nella neve.

Approfittando del trambusto che si era creato, Nym salì su Irlyd che nel frattempo si era avvicinato al terreno.

Non si guardarono indietro, semplicemente volarono via.

Le nuvole si susseguivano in sfumature azzurre e rosa. Sopra di esse il sole brillava caldo, ma sotto una tormenta era in corso.
Nym si rigirava il fiore bianco tra le mani ripensando al fatto che i nani stavano per buttarlo tra le fiamme. Suo padre non si aspettava un trattamento del genere, era ovvio, eppure era quello che gli era capitato.

«Spero solo che a Elasha stia andando tutto bene.»

Toots gli rispose con un mugolio.

Ma i pensieri di Nym vennero interrotti da un rumore che non erano i versi di Toots o lo sbattere delle ali di Irlyd, era come se due grossi nòccioli di un qualche frutto stessero sbattendo tra di loro ripetutamente e freneticamente.

«Lo sentite anche voi?» Chiese Nym sospettoso e i leggeri ruggiti dei due animali gli confermarono di non essere impazzito.

Nym si guardò intorno cercando di capire da dove provenisse quel rumore che stava cominciando ad aumentare di intensità. A un certo punto se lo sentì nell'orecchio destro e vide Toots sputare del veleno nell'aria. Ma quello che volava accanto a loro era un semplice wispi, un soffice animaletto bianco dal pelo lungo, grande quanto una mano, con delle orecchie piccole, quattro zampe pelose a penzoloni e delle ali lunghe il doppio del suo corpo.
Così, come n'era comparso uno, altri wispi comparvero.

Erano un intero stormo che usciva e rientrava dalle nuvole saltellando. Era come vivere in un sogno.

Nym spalancò le braccia e cominciò a ridere estasiato dal momento che stava vivendo.

Il castello degli elfi delle nevi comparve poco più avanti stagliando le sue guglie tra le nuvole. I wispi non si avvicinarono, girarono ancora un po' intorno a Nym e poi tornarono indietro.

La tormenta era ormai finita quando scesero di quota.

Il castello era molto più grande una volta che si avvicinarono; le pareti erano di ghiaccio, azzurre e spigolose. Il sole, che nel frattempo era uscito, si rifletteva su di esse. Nel paesaggio innevato e ai piedi del castello, diverse case di ghiaccio comparivano qua e là a formare un vero e proprio villaggio. Assomigliavano molto a delle palle di neve ma di dimensioni nettamente più grandi.
Nym vide quelli che dovevano essere gli abitanti, elfi esattamente come lui: le gambe lunghe, le orecchie a punta ma la pelle azzurra. Erano tutti avvolti in pellicce e i loro capelli si confondevano con la neve bianca.
Avevano tutti lo sguardo alto verso il cielo e indicavano il drago che li sorvolava. Nym li salutò cordialmente e qualche bambino lo ricambiò prima di essere trascinato nelle case dei genitori. Draghi di fuoco non erano di certo ben visti in un Regno di ghiaccio.

Atterrarono su una lastra di ghiaccio all'interno del cortile del castello, ma non appena le zampe di Irlyd la toccarono, questa cominciò a sciogliersi.

«Fermatevi!» Li rimproverò una voce nasale «Cosa state facendo lì?»

Nym si guardò un attimo intorno per capire da dove la strana voce provenisse. Dal portone del castello un'alta figura venne correndo verso di loro a braccia protese. Solo una volta che l'elfo si fu avvicinato Nym riuscì a vederlo bene. Aveva il naso lungo sul quale era poggiato un paio d'occhiali piccolo e tondo, la pelle era azzurra come quella degli altri elfi che aveva visto e addosso portava una pelliccia come la sua, sulla quale era appoggiato un grembiule da lavoro sporco.

L'elfo iniziò ad agitare le braccia.

«Non potete atterrare qui, state sciogliendo tutto!»

Continuò a urlare. Nym allora diede un paio di colpetti sul collo di Irlyd e lui riprese il volo.

«Dove possiamo andare, allora?»

Chiese Nym guardandosi intorno.

«Dietro il castello c'è un appezzamento di terra, potete andare lì. È vicino le stalle.»

Irlyd cominciò a volare sopra il castello e vi atterrò dall'altro lato su un pezzo di terra esattamente come aveva detto l'elfo. Nym scese e si guardò intorno: era tutto completamente innevato, fatta eccezione per quel pezzo su cui erano atterrati. A poca distanza da loro, una casa di ghiaccio più grande di quelle che avevano visto al villaggio, faceva capolino dalla neve.

«Probabilmente quelle sono le stalle.» Pensò Nym a voce alta «Se non hanno i draghi chissà quali animali tengono rinchiusi lì.»

Preso dalla curiosità il ragazzo cominciò a camminare in direzione di quelle costruzioni di ghiaccio.

«Fermatevi!» Di nuovo quell'elfo dalla voce nasale.

Nym si fermò e si voltò a guardarlo.

«Non dovete mai avvicinarvi lì.» L'elfo aveva il fiatone per la corsa fatta «Le pyre non sono animali amichevoli. E ora andiamo, la regina vi sta aspettando.» L'elfo lo prese dalle spalle e cominciò a spingerlo verso la grata di ghiaccio all'ingresso del castello. «Io sono Avalan, comunque, è un piacere fare la vostra conoscenza maestà.»

«Il piacere è tutto mio.» rispose Nym distratto.

Così come le grotte dei nani, anche il pavimento del castello di ghiaccio era scivoloso, ma questa volta l'aria era tinta di azzurro. Le pareti erano alte e lisce, gli angoli e le colonne piuttosto spigolosi e il soffitto aveva una volta a punta.
Non c'erano guardie, non c'era un'anima viva, il castello sembrava deserto. E più avanzavano e più il freddo aumentava.
Nym si strinse nella pelliccia.

«Vedrete che vi abituerete al freddo.»

Lo confortò Avalan ridacchiando.

Nym ripensò a quello che aveva dovuto vivere nelle grotte e pensò che questa volta non avrebbe fatto lo stesso errore, avrebbe regalato qualcosa alla regina degli elfi delle nevi e non avrebbe rischiato di perdere Toots o la vita un'altra volta. Rovistò nella tracolla e l'unica cosa che trovò fu la squama di drago. Avrebbe inventato qualcosa.

«Vostra grazia.» Salutò Nym con un inchino non appena si ritrovò di fronte la regina. Era seduta su un trono di ghiaccio con lo schienale alto e appuntito. Aveva la pelle blu e i capelli bianchi come la luna che le ricadevano elegantemente su una spalla. Indossava un vestito blu notte impreziosito da diverse pietre bianche e luminose. Sulla testa capeggiava una corona trasparente a sei punte e in mano teneva stretto uno scettro lungo anch'esso trasparente con una gemma azzurra sulla cima. «Vi ringrazio per la calorosa accoglienza nel vostro regno.»

Le labbra blu della donna si incurvarono in un sorriso malizioso mentre appoggiava il mento sulle dita affusolate.

«Nym, principe della Foresta di Aeon, è un vero onore avervi qui con noi. Il viaggio deve essere stato lungo, immagino siate stanco.»

Chiese la regina con voce seducente.

Nym le si inginocchiò di fronte e lei sembrò apprezzare.

«È un vero onore essere qui di fronte a voi, regina Evie. La vostra bellezza e luminosità superano le leggende.» Evie sembrò bearsi di quelle parole che gli uscivano dalla bocca e più Nym parlava, più ne desiderava. «La bellezza di questo posto non è minimamente paragonabile alla delicatezza del vostro visto.» Nym si sentì un gusto strano in bocca, salato sulla lingua che si muoveva scivolosa come un serpente. «Poeti e cantanti dovrebbero narrare solo di voi, della vostra generosità ed eleganza.»

La regina cominciò a ridere di gusto.

«Va bene, va bene, basta così; siete un principe dopo tutto. Avalan dagli l'antidoto.»

«Sì mia regina.»

Avalan porse a Nym un'ampolla tonda contenente un liquido rosa.

«Bevilo tutto d'un fiato.» Gli suggerì.

Nym tolse il tappo e vide uscire delle bollicine dal collo della boccetta, poi ne bevve il contenuto in un unico sorso. In un primo momento sentii la lingua intorpidirsi, poi avvertì l'interno della bocca impastato. Infine, tornò a parlare normalmente.

«Cosa mi è successo?» Chiese spostando gli occhi da Avalan alla regina.

«È la neve di qui, è incantata.» cominciò a spiegare la sovrana. «Vedete, sono una regina alla quale piacciono i complimenti, riceverli non mi stanca praticamente mai. I miei sudditi lo sanno e loro viene naturale elogiarmi, ma gli ospiti sono sempre ignari di ciò. Per questo motivo ho deciso di stregare la neve: chiunque di esterno ne venisse in contatto sarebbe obbligato a farmi infiniti complimenti fino a quando non sarò io a decidere. Su mia richiesta Avalan ha preparato un antidoto, non sapete come possono essere fastidiosi i visitatori una volta che cominciano a desiderarmi e a non accettare un no come risposta.» roteò gli occhi di ghiaccio «e ora, arriviamo al dono che mi avete portato.»

La regina si sistemò sul suo trono mostrando un sorriso acceso.
Nym si schiarì la gola e tirò fuori dalla borsa la scaglia di drago tenendola alta di fronte a sé.

«Questa, regina, è una scaglia di drago. È estremamente rara da ottenere, si sa che i draghi non si separano mai dalle loro proprietà. Inoltre, è incredibilmente resistente, capace di tagliare anche il ghiaccio più duro.»

Lo sguardo di Evie cambiò, come se avesse appena accettato una sfida.

«Questo lo staremo a vedere.» Rispose, poi fece un leggero cenno con la mano e il portone alla sua destra si aprì. Entrò un giovane elfo dalla pelle blu e i capelli bianchi. Il vestito azzurro era decorato con delle rose leggermente più chiare e in mano portava una teca di vetro con all'interno di una rosa di ghiaccio sulla quale nevicavano leggeri fiocchi di neve.

«Questa è una rosa dei ghiacci perenni.» Spiegò la regina «È uno dei fiori del mio giardino, a mio parere uno dei più belli. È estremamente pericolosa però: non fai parte del popolo degli elfi della neve, se dovessi pungerti con una delle sue spine ci metteresti pochi secondi prima che il tuo cuore si fermi congelato.»

Nym ringraziò e allungo le mani per prendere la teca, ma Evie cominciò a ridere.

«Non siate sciocco, Glacis la porterà per te.»

Nella Foresta non c'erano servitori che ti portavano le cose, nella foresta non c'erano servitori di nessun genere. C'erano le guardie, ma quello era diverso, erano lì per proteggere gli Antichi e il re, non di certo per portare i bagagli. Nym storse per un attimo il naso prima di rivolgere un profondo inchino alla regina.

«Fatto anche questo,» continuò la sovrana «possiamo passare al vero motivo per il quale siete qui, principe.»

Nym annuì e tirò fuori dalla tracolla la lettera che porse alla regina. Un altro elfo gli si avvicinò e gli prese di mano la lettera mentre la regina si rimirava in un cristallo a goccia del suo scettro.
Anche a Elasha piaceva ammirarsi sugli specchi e sulle superfici riflettenti, ma mai avrebbe potuto immaginare la sorella farlo di fronte a un ospite. Nym vide poca regalità nella regina degli elfi delle nevi, ma ancora una volta si rimproverò. Anche quello era un regno diverso dal suo, non aveva nessun diritto di giudicare come la sua sovrana lo governava.

«Riferite a re Illithor che sarò presente.» La regina interruppe i suoi pensieri. «Immagino mi sarà riservato un trattamento speciale per la mia presenza. Ho più volte invitato il principe Cyran nel mio castello, ma mi è sempre stato detto che era in qualche missione con i Cavalieri dei Draghi. Immagino che ora che diventerà re avrà bisogno di una regina al suo fianco. Voi siete qui per questo motivo, vero principe?»

Nym si sentì un attimo spaesato.

«Regina?» Chiese confuso. Di sicuro aveva frainteso.

«Si, regina. Vostro fratello e io ci conosciamo da tantissimo tempo e credo che sia arrivato il momento per entrambi di unire i nostri due regni. Dopo tutto la Foresta di Aeon e il Regno di Iberis sono state alleate per secoli.»

Nym era più confuso di prima, ma aveva ben inquadrato la regina da capire che una parola sbagliata avrebbe potuto mandare qualunque cosa all'aria.

«Perdonatemi altezza,» provò «io sono qui solamente come messaggero per quell'invito. Per quanto riguarda la vita privata di mio fratello, non sono a conoscenza dei desideri del suo cuore. Sono però sicuro che per lui sarà una vera gioia avervi con lui nel giorno del suo ritorno e incoronazione.»

Lo sguardo della sovrana era pieno di scintille e di speranze. Nym si sarebbe sentito sicuramente male quando quelle speranze sarebbero state distrutte.

Il sole stava ormai calando quando Nym e Irlyd ripresero il volo e Nym non faceva altro che ripensare alle parole della regina Evie.
Mai possibile che Cyran si sarebbe potuto sposare con una come lei? Non avevano praticamente niente in comune. Cyran era generoso e coraggioso e metteva gli altri sempre avanti a sé stesso; Evie, invece, si era dimostrata fin da subito egocentrica, con quell'incantesimo fatto alla neve, e soprattutto, aveva dei servitori che considerava inferiori a lei.
Che Cyran potesse mai sposare un'elfa del genere era del tutto impensabile.

Ma assorto dai suoi pensieri, Nym non si accorse che il cielo si era fatto scuro ed era ormai troppo tardi per salire di quota.

«Irlyd, dobbiamo andare via da qui.» Disse stringendosi di più al suo drago.

La pioggia aveva iniziato ad abbattersi forte mentre il vento era loro contrario. Quella tempesta era diventata troppo forte in poco tempo perché Nym riuscisse a calmarlo con il suo flauto.

Tutto intorno a loro lampi viola coloravano l'aria.

Era diventato troppo difficile volare, ma Irlyd chinò la testa e sbatté le ali il più forte possibile o almeno lo fece fino a quando un fulmine non colpì vicino a loro. Allora il drago perse l'equilibrio e precipitò nella foresta sottostante.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro