Capitolo 13 "Intrusione"

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Due angeli erano sul ciglio del dirupo, si tenevano per mano per darsi forza.

"Allora, al mio tre spicchiamo il volo".
Disse Taehyung cercando di mostrarsi coraggioso.

"Ok, va bene, 1.....2..….".

"Aspetta, aspetta".
Lo interruppe subito il suo ragazzo non sentendosi ancora del tutto pronto.

Yoongi sbuffò, conosceva il suo ragazzo e se le cose iniziavano così sarebbero durate per le lunghe.
Non potevano permettersi di far scorrere il tempo come se nulla fosse, dovevano agire, dovevano salvare il loro amico.
Quindi appena Taehyung riprese a contare e vedendo ancora esitazione da parte sua afferrò la sua vita e spiccò il volo, atterrarono sul suolo nemico.
Fortunatamente la distanza fatta in volo era minima, Taehyung era più alto di Yoongi, non sarebbe stato possibile fare tratte più lunghe.
Alla cosa bisognava aggiungere che l'azione era stata fatta così in fretta che Taehyung non aveva avuto nemmeno il tempo di reagire.
Lo fece appena toccarono terra.
Schiaffeggiò il suo ragazzo imprecando contro di lui.

"Siamo interi.È tutto ok, almeno per ora ".
Disse ghignando Yoongi.

"Mi sta salendo la voglia di consumarmi le mani da quante sberle vorrei darti".
Disse sbuffando Taehyung.

"Dai Brontolo dobbiamo andare. Non vorrei spuntassero visite demoniache".
Disse Yoongi trascinando il suo ragazzo verso il castello che aveva adocchiato.

"Ma dove mi trascini, verso la morte certa?".
Disse Taehyung vedendo dove erano diretti.

"Tesoro, non è che qui siamo al sicuro".
Disse Yoongi continuando a trascinarlo dietro a sé.

Arrivarono davanti alla dimora, alzarono lo sguardo per vedere l'immensità di essa.

"Sembra la fotocopia del castello di Jungkook".
Disse Taehyung, il suo ragazzo annui.

"Pensi che sia qui dentro?".
Chiese Taehyung continuando ad osservare il castello.
La cosa che rendeva ancora più simile le due dimore era il fatto che fossero più isolate dal resto del regno.
Questa cosa lo fece riflettere, si chiedeva se fossero semplici coincidenze o se fossero dei segni.
Lui credeva nel destino.

"Non ho la certezza ma è una mia sensazione".
Disse Yoongi.

"Facciamo una perlustrazione dall'alto rendendo più scure le nostre ali".
Disse Taehyung.

Le ali degli angeli erano di un bianco puro, in mezzo a quelle tonalità così scure avrebbero dato troppo nell'occhio. La luce che avrebbero sprigionato poteva essere avvistata a molta distanza.
Entrambi gli angeli aprirono le loro ali rendendole di un grigio scuro, spiccarono Il volo aggirando Il castello , finendo come ultimo step davanti ad una finestra.
Proprio da lì videro la figura del loro amico disteso a letto.
Spostarono lo sguardo e videro un demone, si stava alzando, si stava avvicinando a Jungkook.
Presi da un raptus di preoccupazione si gettarono all'interno, non pensarono minimamente alle conseguenze.
Con il loro corpo atterrarono il demone, che preso dalla sprovvista cadde a terra con i due angeli sopra di lui.

La bolla nella quale erano finiti Jungkook e Jimin scoppiò nello stesso istante dell'intrusione.

La confusione che provocò quello strano salvataggio mise in allerta i fratelli di Jimin.
Pensavano che qualcuno avesse trovato il coraggio di attaccare la loro famiglia, non si aspettavano di certo la scena che si trovarono davanti.
Nella stanza del loro fratellino c'erano ben tre angeli.
I due al di sopra di lui stavano cercando di colpirlo, o almeno era quello che sembrava.
Erano così impacciati che se avessero colpito Jimin era per il semplice fatto che lo avevano distratto facendolo ridere con la loro goffaggine.
Il demone si era scrollato di dosso i due, si era seduto sul letto a poca distanza da Jungkook.
Pure lui stava trattenendo le risate.
I fratelli di Jimin vedendo che non c'era niente di cui preoccuparsi ritornarono alle loro faccende.
Lasciarono tutti gli insoliti ospiti in mano a Jimin.

Taehyung e Yoongi si ricomposero, erano un po' imbarazzati per quello che era appena accaduto.
Si voltarono in direzione di Jungkook.

"Possiamo andare a casa Kook. Siamo venuti a prenderti ".
Disse serio Taehyung.

Appena Jimin udì quelle parole si parò davanti a Jungkook.

"NO".
Urlò, non capiva il motivo del suo gesto.
Ma Il solo pensiero che qualcuno potesse portargli via l'angelo lo aveva fatto scattare come una molla.
Il suo istinto aveva preso il sopravvento sulla sua razionalità.

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