Capitolo 20 "Preselezione"

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Jimin e Jungkook avevano passato giorni a studiarsi a vicenda,  osservandosi, il primo ammaliato dalle ali dell'angelo e il secondo a perdersi negli occhi grigi del demone.
Come contatto intimo si erano limitati a stringersi, ad accarezzarsi e baciarsi, la scossa non la sentivano più così forte, infine la trasformazione era avvenuta.
Quello che sentivano ora era solo frutto dei sentimenti che erano cresciuti con il tempo.
Avevano progettato di fondere i due regni, di salvare solo coloro che erano pronti al cambiamento, ci sarebbe stata una ribellione, era concessa, infine sarebbe stata una preselezione naturale di chi aveva il diritto o meno ad un futuro.
Mentre studiavano come comunicare l'evento qualcosa stava già cambiando  a loro insaputa.
Le radici dei due regni erano cresciute fino a raggiungere quello opposto, si erano intrecciate tra loro, anche la natura voleva quella fusione.
Al momento visto che i sovrani si trovavano entrambi nel regno oscuro era quello più forte, come al gioco del tiro alla fune, lentamente stava trascinando verso di sé il regno Celeste, il dirupo stava diminuendo il suo diametro.
I due avevano preparato il loro discorso, ora Jungkook aveva le ali e poteva far ritorno nel suo regno.
Avrebbero indetto la loro decisione lo stesso giorno, alla stessa ora, in due luoghi differenti.
La data era stata fissata, sarebbe stata tra qualche giorno, sia la famiglia di Jimin che gli amici di Jungkook e Yuna erano d'accordo con la loro idea, li sostenevano.
Il piano era quello, le cose cambiarono quando arrivarono al confine, esattamente dove avrebbe dovuto trovarsi il dirupo, ma non fu così.
Il lasso di tempo che era trascorso aveva ricollegato completamente i due regni portandoli all'origine, uniti ma divisi come un tempo.
Il loro piano avrebbe subito una leggera modifica, la comunicazione sarebbe avvenuta al confine, avrebbero radunato tutti lì,nessuno poteva rifiutarsi o sarebbe già stata la sua condanna a morte.
Con minacce nemmeno troppo velate i due radunarono angeli e demoni al confine, entrambe le fazioni erano sorpresi di non vedere più il dirupo, nessuno però era felice di essere tornati uniti.
Dopo secoli le due razze si osservarono, scrutarono il nemico che ormai conoscevano più per fama che per altro, che odiavano perché erano cresciuti con quella idea, fin troppo radicata dentro di loro.
Sentimenti repressi non giustificati, erano un'arma ad orologeria, infatti dopo essersi studiati scattò qualcosa in loro.
Dovevano distruggere chi avevano davanti, avrebbero creato da soli il dirupo nuovamente, dentro di loro aveva preso piede l'idea dell'invasione, della supremazia.
Non si capiva bene da cosa fosse dipesa la cosa, forse l'intrusione dell'angelo nella terra nemica, forse la diminuzione dei demoni, probabilmente temevano che essendo in inferiorità numerica gli angeli avrebbero approfittato per prendere terreno.
I secondi invece erano infastiditi per il semplice fatto che ora erano di nuovo uniti al Regno Oscuro, erano grati quando avevano notato il dirupo.
Ora invece il fastidio si era trasformato in rabbia quando si lì trovarono davanti.
Entrambe le fazioni invasero il territorio nemico, con l'intento di eliminare gli opposti, chi li aveva radunati li lascio fare.
Ritenevano che chi aveva quella mentalità non avrebbe accettato il cambiamento che avevano in mente, sarebbe stata una preselezione.
Sarebbe sopravvissuto chi in quel momento se ne stava in disparte, chi osservava senza contrattaccare, loro avevano capito in anticipo cosa sarebbe successo e avevano optato per la vita.
Quelli che erano considerati i reietti a breve sarebbero diventati sovrani, stavano a lato con amici e famiglia, mentre le due popolazioni stavano già lavorando per loro, facendo pulizia, i caduti alla fine di quella guerra sarebbero stati molti da entrambi i lati.
Mentre lottavano era difficile distinguere l'angelo dal demone, entrambi avidi di prevalere sull'opposto, entrambi desiderosi di uccidere.
I caduti vennero polverizzati da Jimin.

"Chi è rimasto vedrà il cambiamento".
Disse il sovrano osservando i sopravvissuti.



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