Capitolo 11

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Anima

Mi ritrovai sul mio letto seduta e come ogni volta con il fiatone, del dolore non c'era traccia, meno male perché avevo avuto la sensazione di bruciare viva, ogni fibra del mio corpo s'infiammava, mi meravigliai di non vedere del fumo nella stanza. Mi tastai il corpo come aspettandomi di sentire qualche cambiamento, ormai non ero tanto sicura che fossero soltanto dei sogni. In quel momento mi ricordai del mio compagno di letto.

‹‹David?››

‹‹Sono qui stai calma.›› la sua voce mi giunse dall'altro lato della stanza, in un angolo c'era una figura accovacciata.

‹‹Ti ho buttato giù da letto a calci? Scusami.›› ero veramente mortificata.

‹‹Non esattamente.›› si alzò da terra e si sedette vicino a me sul letto grattandosi la testa, aveva qualcosa da dire e non sapeva come, lo faceva sempre quando era in difficoltà.

‹‹Sputa il rospo!››

‹‹Vuoi la verità?... mi hai spaventato a morte, questa notte non la dimenticherò tanto presto e ora come ora non sono tanto sicuro che uno psicologo ti possa aiutare›› considerò tra sé e sé ‹‹forse non è il caso di girarci attorno, questa notte hai parlato nel sonno, in un'altra lingua che non sono sicuro esista, anche se mi è parso di sentire qualche parola in latino.›› non sapevo cosa dire e a quanto vedevo David non sapeva cosa pensare, di certo non mi aspettavo quello che mi stava dicendo, ricordavo il sogno e le cose che avevo sentito dire ma come spiegarle...

‹‹Mi puoi raccontare cosa diavolo hai sognato? Ti prego devo dare un senso a quello che ho visto, senza tralasciare il fatto che ti ho fatto un video dove si vede comparire sulla tua fronte un segno che scompare qualche attimo dopo, giuro che ho pensato alla possessione e non sono tipo da credere a queste cazzate.›› sapevo di che simbolo stava parlando ma non ero certa di voler vedere il video e avere la certezza che tutta questa follia fosse vera.

‹‹Ti faccio vedere il video?››

Coraggio Anima, coraggio! Annuii ancora poco convinta.

‹‹Sicura?›› annuii nuovamente, e lui fece partire il video, mi vidi stesa sul letto, sembravo veramente sofferente, rimasi pietrificata nel sentirmi parlare ma non sembrava nemmeno la mia voce, era dolce ma ferma e poi al contrario di David io capivo cosa dicevo, ma questo dettaglio lo tenni per me, forse non era il caso di fare impazzire il mio amico, bastava una sola persona pazza tra di noi. Vidi comparire il segno, esattamente quello che pensavo, il cerchio con le uscite, dovevo capire che cosa significava.

‹‹Più terrificante di quanto ricordassi, sembra un film, forza ora raccontami.››

Gli raccontai per filo e per segno, la conversazione con la donna che avevo capito chiamarsi Petra, e anche il seguito nel bosco fino a quando non m'interruppe...

‹‹Aspetta hai parlato di un rito?››

‹‹Si tutto quello che ho sognato questa notte aveva a che vedere con questo rituale.››

‹‹Non ti muovere, torno subito.›› scese dal letto, lo vidi uscire in corridoio e lo sentii correre giù per le scale, quando tornò in camera respirava con affanno e aveva le lettere in mano, quelle due che avevamo letto prima di andare a letto.

‹‹Ecco qui›› segnalò con il dito un rigo ‹‹con un rituale complesso e antico, insomma lo so che sembra folle ma qui si parla di un rituale per rendere invulnerabili e tu hai sognato un rito che ti rendeva forte, e parla anche del consiglio da qualche parte, lo so che non è una cosa plausibile ma penso tu stia vivendo dei ricordi mirati.››

‹‹Ora non ti seguo.››

‹‹È una tecnica della psicologia, non è molto attuale ma si usa nelle persone che soffrono di perdita di memoria, attraverso foto o altro fai ricordare loro passaggi della loro vita, solo che non so come applicare questa teoria al soprannaturale, perché dopo questa notte so che non c'è una spiegazione plausibile a tutto questo.››

‹‹Ci avevo pensato anch'io, che potrebbero essere ricordi e non sogni, troppo vividi, troppi sentimenti che a volte non coincidono con i miei, e poi il mio corpo agisce come se tutto fosse già successo, come se nulla si potesse cambiare, ma non possiamo perdere di vista il fatto che se sono ricordi non sono della mia vita David.››

‹‹Lo so.›› ci guardammo per un po' senza dire altro, cos'altro potevamo aggiungere a questa situazione, dovevo mettermi l'anima in pace, stava succedendo qualcosa che usciva dal mio controllo, e dovevo semplicemente lasciare che accadesse aspettandomi che prima o poi le cose diventassero più chiare o che smettessero semplicemente. Le lettere erano un nuovo pezzo del puzzle, dovevo continuare a leggerle per capire se veramente erano collegate ai sogni o li influenzassero in qualche modo.

‹‹E che mi dici del segno rosso? E della paralisi, della lingua sconosciuta o inventata? Ci sono troppe domande senza risposta e mi sembra d'impazzire, penso che potrei svegliarmi da un momento all'altro e questa sarebbe l'unica spiegazione, che fosse tutto un sogno, uno di quelli assurdi ovviamente.››

‹‹Capisco, ma purtroppo non so cosa dirti, devo continuare a pensarci ma sappi che non sei da sola e lo sai, anche quando non sarò qui, penso che partirò sabato, puoi sempre contare su di me, anche a me preme risolvere questa situazione che mi ha sconvolto non poco, secondo me dovremmo dirlo ad Abs così in mia assenza ti può aiutare lei.››

‹‹Ci penserò, non saprei come dirglielo non voglio darle altri pensieri, ma adesso prepariamoci che oggi apro io e sono sicura che tu hai delle commissioni da fare e tra queste c'è quella di darmi un passaggio.››


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