Capitolo 19

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William

Ero ancora disteso sul suo letto con uno stupido sorriso stampato in faccia, era così buffa mentre rotolava giù dal letto per andare a nascondersi in bagno, se sapesse quante volte mi sono svegliato accanto a lei, e che amo ogni sua sfaccettatura, non avrebbe rischiato la sua vita per del dentifricio.

Inviai un messaggio a Tom perché venisse a darmi il cambio, dovevo darmi una calmata, prendere un respiro. Controllare i miei istinti stava diventando un'impresa titanica, avevo solo voglia di saltarle addosso e baciarla fino a fonderci in un solo respiro, ma lei non era pronta.

-Mi dai il cambio? -

-Sto arrivando, stavo perlustrando la zona-

Mi alzai dal letto e cominciai a rivestirmi, ma mi venne la malsana idea di stuzzicarla un po', adoravo come mi guardava, non misi la camicia e andai ad aspettarla fuori dalla porta del bagno ma la sorpresa purtroppo la fece lei a me. Provai a distogliere lo sguardo dalle sue gambe ma era veramente difficile. Nuova strategia "fuggire", al più presto.

‹‹Non dovevi rischiare di romperti l'osso del collo, appena sveglia sei perfetta molto più di quando ti trucchi, perché è una immagine che posso godermi solo io.›› le baciai la punta del naso, al momento era l'unica confidenza che potevo permettermi, un ulteriore contatto fisico mi avrebbe destabilizzato ulteriormente. Se solo lei mi avesse risposto di sì ieri, ora le cose sarebbero state diverse. La mia proposta della sera prima era stata avventata, ne ero consapevole ma lei non mi era sembrata scandalizzata, spaesata più che altro, non se lo aspettava, e in realtà nemmeno io ma era giusto che lei conoscesse le mie intenzioni.

‹‹E chi ti ha dato un tale diritto scusa?›› adoravo questo lato battagliero del suo carattere, poteva sembrare fragile ma riusciva a essere una spina nel fianco quando ci si metteva.

‹‹Nessuno me lo deve concedere dolcezza›› solo lei, e avrei fatto di tutto perché lo facesse ‹‹perché eliminerò fino all'ultimo uomo che proverà solo a maturare l'idea di avvicinarsi a te.›› stavo scherzando, ma si sa che scherzando e ridendo si dicono le più grandi verità. Lei in tutta risposta sbuffò e scappò via, andando a vestirsi. Vederla così a suo agio, nella sua quotidianità, condividere i suoi spazi era incredibile, qualcosa alla quale non aspiravo così presto. Ero quasi esaltato dalla sua vicinanza, e poi quell'accappatoio che non aveva nulla di provocante, ma io non potevo togliermi dalla mente come sarebbe stato scostarlo e toccare la sua pelle nuda e bagnata... dovevo andarmene urgentemente, stava mettendo a dura prova il mio autocontrollo. Fugii letteralmente al piano di sotto e trovai Tom fuori dalla porta d'ingresso.

‹‹Devo andarmene.››

‹‹Ma che...››

‹‹Non fare domande, se torno indietro farò una cazzata, al diavolo la prudenza e tutto quello che m'impedisce di stare con lei.››

‹‹Fratello hai aspettato secoli per averla accanto.››

‹‹Infatti la mia pazienza è agli sgoccioli, l'ho tenuta stretta tutta la notte.›› lo sapevo che non poteva capirmi ma sentivo ancora il suo profumo invadermi i polmoni, ed era una sensazione che non sentivo da così tanto tempo che mi stava facendo ammattire.

‹‹Ok, ok vai via sta scendendo e devi veramente allontanarti, i tuoi occhi stanno cambiando, ti stai trasformando, vedo l'ombra sulle tue spalle.›› sentii anch'io i suoi passi e mi apprestai a salire in macchina.

Guidai senza una meta precisa, dovevo solo liberare la mente. Senza rendermene conto ero arrivato vicino a un posto che mi ero promesso di non rivedere mai più. In tutti questi anni innumerevoli volte pensai a quello che rappresentava, a quello che avevamo condiviso lì. Scesi dalla macchina e mi avviai verso il fiume, il nostro posto speciale, custodiva il nostro amore e i nostri migliori ricordi. Fui invaso da tutto quello che avevo evitato da quando lei non c'era più. Caddi in ginocchio, le mani a coprirmi il viso, avevo la possibilità di rimediare, di riprendermi il "noi" che mi era stato strappato, ma come potevo se faticavo a starle accanto e a mantenere la forma umana.

Questa notte era stata una prova di fuoco, non avevo chiuso occhio, mi ero impresso nella mente ogni suo minimo particolare. Era quasi uguale, c'erano delle piccolissime differenze, come il neo accanto al labbro superiore che la rendeva ancora più bella e femminile, e la piccola cicatrice sotto al mento che non disturbava per niente la sua perfezione, al contrario la rendeva unica. Avrei tanto voluto svegliarla con baci, denudarla delle sue insicurezze infondate e amare ogni sua curva e centimetro di pelle. I ricordi di tutto quello che avevamo condiviso non aiutavano per niente, avevo dovuto prendere le distanze per non affrettare i tempi. Mi ero ripromesso di entrare nella sua vita con calma, diventare una presenza costante, di essere la sua àncora nella tempesta che stava per abbattersi su di lei e farla innamorare piano piano, per scoprire insieme quanto lontano potevamo arrivare.

Dopo un po' il mio cellulare squillò, era Tom.

‹‹Fratello tutto bene?››

‹‹Dovrei chiedertelo io, ti sei calmato?›› rispose lui.

‹‹Per quanto sia possibile calmarsi in una situazione del genere.››

‹‹Bene, perché devi tornare.››

‹‹È successo qualcosa, lei come sta?›› ero stato così distratto dai miei sentimenti da dimenticare per un po' la mia missione principale, tenerla al sicuro, Modriam era nell'ombra che tramava aspettando il momento giusto per attaccare.

‹‹Diciamo che non l'ha presa tanto bene.›› mi allarmai, cosa diavolo non aveva preso bene? ‹‹E tu non sai neanche cosa, giusto?›› non capivo cosa poteva essere successo ‹‹Will pensa tu abbia voluto fare un passo indietro, insomma che tu non sia più interessato a lei.››

‹‹Cosaaa...?›› scattai a sedere, ormai era da un po' che ero disteso sull'erba ‹‹sono stato un coglione!›› avevo fatto riaffiorare le sue insicurezze e di sicuro confermato tutti i suoi sospetti della sera prima sulle mie intenzioni. L'unica cosa che poteva far sembrare più piacevole questa notizia era il fatto che non le fosse successo niente.

‹‹Penso che dovresti almeno scriverle se ancora non te la senti di tornare.››

‹‹Io... sono qui.››

‹‹Qui fuori?››

‹‹No, sono al fiume.›› il silenzio che seguì la mia frase diceva più di mille parole, Tom sapeva quanto avevo evitato anche solo fare parola di questo luogo.

‹‹Era ora, sei pronto per lei, però devi rimediare alle tue stronzate, adesso è di sopra, io sto facendo un giro nei dintorni ma finora niente di strano.››

Riattaccai poco dopo, non sapevo come giustificare la mia fuga ma di sicuro non lo avrei fatto tramite un insulso messaggio, dovevo raccontarle una piccola parte della verità di persona, guardandola negli occhi per farle capire la sincerità delle mie parole.


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