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                        Roberta

"Roberta svegliati" dice euforica, Laura.
"Mmm. Ora mi alzo" rispondo, sbadigliando.

Mi giro e mi rigiro perché stamattina non ho proprio voglia di alzarmi.
Vorrei rimanere qui sotto queste lenzuola tutta la giornata, ma purtroppo non si può.
Mi volto verso quell'oggetto che ho tanto odiato, ma allo stesso tempo amato perché altrimenti avrei fatto sempre tardi, ed essa segna le sei.
Le sei?
Stiamo scherzando!
Prendo coraggio e decido di affrontare questa nuova giornata.
Vado in bagno e la prima cosa che vedo stamattina è il mio viso riflesso nello specchio del bagno e percepisco subito che la forza di gravità è stata di nuovo maligna.
Una nuova occhiaia affiora sui miei occhi poiché stanotte ho fatto le due per studiare per il prossimo esame che ho progettato ed essa sembra disegnato da un bambino incazzato col mondo intero che tiene stretto quel pennarello tra le dita e a forza di premere, buca il foglio. Cerco con l'acqua gelida del rubinetto di cristallizzare la pelle, chissà che non mi riesce un'ibernazione.
Dopodiché con lo stesso entusiasmo di Heidi quando va a Francoforte, mi dirigo verso l'armadio e già so che allo scorrere dell'anta avrò una visione.
Ci sono i jeans che non mi entrano più che in un angolo, lavati, stirati e ripiegati, bisbigliano qualcosa del tipo "e anche oggi ci infili domani" e ripensando al digiuno come unica soluzione all'irreparabile, mi viene in mente una frase di un ennesimo cartone animato che ha traumatizzato la mia adolescenza, dolce Remi..."Quattro voi che compagnia
Senza cena però in allegria
Tu non hai un tetto su te
Basta però un ponte per voi".
Non ho mai capito se il ponte serviva a Remi per buttarsi di sotto o per ripararsi dalla pioggia.
Alla fine, dopo lunghi dieci minuti, decido di optare per un vestito corto nero a maniche corte a fiori e dei tacchi neri.
Metto tutto sul letto e mi reco in cucina.

Dopodiché mi reco in cucina e, in corridoio, incontro Monica, Tessa e Zaira.
"Buongiorno" dicono all'unisono le ragazze con voce impastata dal sonno.
"Buongiorno" dico, sorridendo.

Arrivate in cucina, c'è Laura che è impegnata a sorseggiare il caffè e indossa un tailleur lilla, una maglia bianca e dei tacchi lilla.
"Tu sei pazza" diciamo all'unisono le ragazze.
"Come ti è saltato in mente di chiamarci alle sei del mattino quando dobbiamo essere in ospedale alle nove" chiede, fulminandola con lo sguardo Zaira.
"Dobbiamo essere puntuali e fare bella figura.
Conoscendovi vi dovrò chiamare per velocizzare" afferma convinta.
"Dammi un pó di caffè" sosteniamo con voce ancora assonnata.

Dopo aver bevuto la nostra bevanda, ci alziamo dal tavolo e ci rechiamo in camera.
Prima di andare in stanza, vado in bagno e mi lavo i denti.
In seguito, me ne torno in stanza e mi vesto.
Dopo aver fatto ciò applico un trucco leggero e sono pronta.

Una volta truccata, torno a prendere la borsa e mentre faccio ciò sento la voce di Laura.
"Siete pronte?" Chiede, urlando.
"Siamo pronte" rispondiamo all'unisono.

Esco dalla stanza e insieme alle ragazze arriviamo in cucina.
Io e Tessa indossiamo un vestito corto rosso ma la cosa che ci differenza è che io indosso i tacchi neri, mentre Tessa indossa dei tacchi del medesimo colore del vestito.
Monica indossa un tailleur nero, con camicetta bianca e tacchi neri.
Zaira indossa una gonna corta color tortora, una camicetta beige e dei tacchi del medesimo colore della gonna.

I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Laura.
"Siete pronte?" Chiede, sperando in un sì.
"Siamo pronte" rispondiamo all'unisono.

Usciamo di casa, saliamo in macchina e Laura parte.

Dopo lunghi venti minuti arrivo a destinazione.
Scendiamo dalla macchina e la grande struttura si para davanti ai miei occhi.

Prima di entrare capisco che tutti questi anni di studio intenso, oggi si stanno per concretizzare.
Facciamo un bel respiro ed entriamo.

Vorrei ringraziare CristinaGelsomini per l'aiuto.

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