capitolo 11- ricordi&confessioni

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Erano passate 3 settimane dal matrimonio di Anastasia e Artù, la ragazza continuava a vedersi con Filippo nonostante il principe non volesse che lei uscisse, infatti si era assicurato che le cameriere la tenessero a casa, ma Anastasia legò molto con una cameriera, rose.

La cameriera era una signora sulla sessantina di anni, aveva i capelli neri e corti, legati sempre in un ordinato chignon alto, la donna era molto gentile e trattava Anastasia come una figlia, infatti quando lei andava da Filippo rose la copriva sempre.

Arrivò mattina, Anastasia si alzò e andò a fare colazione, in cucina trovo rose e la salutò gentilmente, la cameriera ricambio e le offrì una tazza di tè.

Anastasia avvisò rose che sarebbe uscita anche quel giorno, e che non sarebbe tornata per il pranzo, la cameriera annuì e lei si recò quindi verso la porta.

La ragazza arrivo da Filippo e lo salutò con un grosso abbraccio, ormai avevano legato molto i due ragazzi, passavano tutti i giorni insieme e Filippo si innamorava sempre di più.

La giornata la trascorsero al mare, ormai andavano spesso lì, i due ragazzi si sedettero sulla spiaggia.

"Posso farti una domanda?" Chiese il ragazzo all'improvviso, Anastasia annuì confusa.

"La collana che porti, chi te l'ha data? E cosa significa?" Domandò Filippo notando la collana con una chiave che Anastasia portava al collo.

"Me la diede mia nonna poco prima di lasciarmi, disse che era la chiave per aprire il suo cuore e che solo io ne avevo la possibilità" confesso lei, non lo faceva mai con nessuno, ma con Filippo ci riusciva, sentiva di potersi fidare.

"Apre qualcosa? O è solo una chiave simbolica?" Domandò a questo punto il ragazzo curioso ormai dell'argomento.

"Ah pensarci bene apriva qualcosa, ma non ricordo" disse lei, finché non le venne un flashback.

"Aspetta, vieni con me" si alzò di scatto tirando su Filippo e iniziando a correre sulla sabbia, arrivò vicino una vecchia casetta di legno, si tolse la collana, prese la chiave e la inserì nella serratura, la porta si aprì e lei sorrise felice.

"Mi sono ricordata, questo era il mio rifugio da piccola, quelle poche volte che mia nonna mi portava qui era perché litigavo con la mia famiglia allora io e lei venivamo al mare e stavamo in questa casetta, prima di morire mi disse che l'avrebbe lasciata a me e che quando avrei voluto sarei potuta tornarci" spiegò Anastasia invitando Filippo ad entrare in quella piccola casetta.

"È molto carina" disse Filippo, la ragazza annuì e si mise sul divano, invitando Filippo a fare lo stesso, il ragazzo si sedette.

"È un bellissimo posto, ed ha anche una vista stupenda" disse lui sorridendole, la ragazza annuì e una lacrima le scese al ricordo della nonna e delle giornate passate in questo posto con lei.

"Hey, non piangere, lei sarà sicuramente felice di quello che sei ora, non devi essere triste, lei vorrebbe vederti sempre con quel stupendo sorriso che hai" disse lui abbracciandola e asciugandole le lacrime che ormai uscivano senza controllo, la ragazza respirò profondamente e si calmò anche grazie al tocco del ragazzo sulle sue guance.

"Oddio scusami, mi sono messa a piangere come una bambina, ora avrò sicuramente il trucco tutto sbavato e sarò oscena" disse lei un po' in imbarazzo.

"Non preoccuparti, e non sei oscena, sei la ragazza più bella che abbia mai visto" le disse accarezzandole i capelli, lei arrossì e rispose che era come sempre esagerato.

"Io non esagero mai" disse avvicinandosi, e prima che uno dei due se ne accorse le loro labbra erano già unite in una cosa sola, come le loro anime, da sempre lontane ma unite.

"Cosa stiamo facendo? Io sono sposata, non posso farlo, è sbagliato" la ragazza di staccò e iniziò ad andare in ansia, aveva paura di star sbagliando di nuovo, come sempre, si alzò e iniziò a prendere le sue cose ma filippo la fermo tirandola per un braccio.

"Anastasia, calmati, ora dimmi, tu quell'uomo lo ami davvero?" Domandò lui con un velo di paura nella voce che risuonò talmente bassa che fece fatica a sentire anche lui la sua domanda.

"Io..." Iniziò Anastasia, sapeva di non amare Artù ma se avesse detto di no e Filippo avesse chiesto chi amava cosa avrebbe potuto dire? Lei sapeva di piacere a Filippo, ma lei non provava interesse per nessuno.

"Tu?..." Domandò Filippo impaurito.

"Io... Io devo andare" disse lei cercando di raggiungere la porta ma filippo la fermò nuovamente e le rispose la stessa domanda, Anastasia allora si arrese e decise di essere sincera per una volta, se non con Filippo almeno con se stessa.

"No, non lo amo, l'ho dovuto sposare perché lo voleva mio padre, mi ha venduta a lui, senza nemmeno il mio permesso" disse lei a voce bassa come per paura che qualcuno la potesse sentire, alzò lo sguardo e incrociò quello dispiaciuto di Filippo.

"Ma se non volevi perché l'hai fatto? Se non volevi non dovevi" disse lui, Anastasia annuì leggermente per poi raccontargli per bene tutto, gli disse della promessa che le fece il padre, che aveva promesso che fosse un matrimonio temporaneo e che appena lei avrebbe trovato l'uomo che volesse sposare il padre glielo avrebbe concesso, Filippo pensò che sembrava strana come promessa ma non voleva mettere dubbi nella testa della ragazza così la rassicurò e l'accompagnò al castello, i due si salutarono e la ragazza andò subito a cambiarsi in modo che appena Artù sarebbe arrivato a casa non avrebbe avuto sospetti che lei fosse uscita.

Si fece sera tardi, Artù tornò a casa andò subito verso la camera di Anastasia e l'aprì senza bussare, la ragazza saltò dallo spavento e gli iniziò ad urlare di dover bussare quando entra.

"E perché dovrei bussare? Siete mia moglie" lei si arrabbiò e gli rispose che non aveva importanza, così iniziarono l'ennesima discussione in una settimana.

"Assurdo non si può fare nulla con voi, inizierete sempre una discussione, vorrei parlarvi normalmente, come fanno un marito e una moglie, ma voi non volete mai dovete sempre finire a litigare, guardate non sembriamo nemmeno sposati, non posso dormire con voi, non posso toccarvi, né baciarvi, che razza di coppia siamo?" Stava urlando ancora l'uomo sperando di farla sentire in colpa ma non ci riuscì, non conosceva ancora bene il carattere di Anastasia.

"Io non dormo con voi perché non mi piacete, odio il solo pensiero delle vostre mani sulla mia pelle o delle vostre labbra sulle mie, il nostro matrimonio mi è stato imposto, io non volevo nemmeno sposarvi, ma mio padre mi ha venduta a voi e non ho potuto fare niente" ribadì lei, urlandogli in faccia quanto lo disprezzasse.

"Ora basta ragazzina, in questo castello comando io e presto quando sarete incoronata comanderò anche nel regno, quindi voi dovete stare ai miei ordini se dico che dormiremo insieme voi lo farete, se dico che voglio accarezzare la vostra pelle ve lo lascerete fare e starete zitta, è chiaro?" L'uomo le prese il polso e la tirò a se stringendo forte la presa, tanto da fare male alla ragazza.

"Lasciatemi, mi state facendo male" la ragazza cercò di dimenarsi ma non ci riuscì, l'uomo chiese di nuovo se le fosse chiaro e lei ancora una volta rispose che lui non era il suo padrone, l'uomo la lasciò andare e prima di uscire sussurrò un "vedremo" uscendo dalla stanza.

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