capitolo 9- matrimonio

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Era giunto il giorno, Anastasia si stava preparando per il matrimonio, si truccó con leggerezza, mise solo un ombretto rosa perlato e del mascara su gli occhi, finì di truccarsi e mise il vestito, era pronta e il tempo scorreva velocemente, tra meno di 15 minuti la sua vita sarebbe cambiata, si sarebbe sposata con l'uomo che odiava solo per rendere felice il padre, ma si domandava ancora se fosse la scelta giusta da fare.

Nel mentre arrivò il padre e complimentandosi per la sua bellezza la invitò ad uscire dal castello.

Appena Anastasia uscì vide tutto il popolo di napoli fuori dal castello, le guardie la condussero alla porta della macchina assicurandosi che nessuno si avvicinasse.

Anastasia sali in macchina accompagnata dal padre e dalla sorella, aurora era abbastanza gelosa di Anastasia, insomma lei era sempre stata la figlia perfetta e si ritrova a non governare e soprattutto a vedere l'uomo che avrebbe voluto sposare vicino alla sorella.

"Mi raccomando figlie mie, appena entreremo sorridete entrambe, dobbiamo fare bella figura" si raccomandò il padre.

Il viaggio fú silenzioso e interminabile, Anastasia voleva scappare, ma non poteva.

arrivarono alla chiesa e dopo qualche minuto iniziò la musica che segnava l'inizio della cerimonia.

Il Re prese sotto braccio la figlia, la guardò con sguardo serio per raccomandarsi e lei annuì, entrarono lentamente, il principe era già sull'altare e la guardò sorridendo.

"Sorridi figlia mia" sussurrò il Re ad Anastasia.

La ragazza sforzò un sorriso finto e arrivo sull'altare.

"Siete stupenda signorina" disse il principe baciando la mano della ormai quasi moglie.

La ragazza ringraziò e la cerimonia iniziò, dopo un'oretta Arrivò la tipica domanda.

"Signor Artù, vuole lei prendere la principessa Anastasia come sua legittima sposa, amandola e onorandola nella gioia e nel dolore?" Disse il prete guardando lo sposo.

"Si lo voglio" rispose il principe.

"Signorina Anastasia, vuole lei prendere il principe Artù come suo legittimo sposo, amandolo e onorandolo nella gioia e nel dolore?" Domandò nuovamente il prete.

Anastasia si guardò in torno, continuando a domandarsi se fosse la scelta giusta, il suo sguardo colpiva ogni singolo invitato, arrivò alla sorella che la guardava con aria di sfida e rabbia, guardò poi il padre, la guardava serio e annuì leggermente, per rassicurarla, la ragazza allora spostò lo sguardo alla porta come per cercare un segno, e quel segno arrivò, infatti alla porta c'era Filippo che la osservava con sguardo triste, vide che Anastasia lo guardava allora le sorrise per incoraggiamento, sapeva che lui non poteva fare nulla, se non vedere il suo amore svanire lentamente nel buio del suo dolore e vedere la ragazza che gli aveva rapito il cuore, donare il suo a chi non lo meritava.

Anastasia pensò che sarebbe stato meglio avere Filippo davanti a lei, al posto di Artù, e si domandò il perché di questo suo pensiero, Filippo era solo un caro amico in fondo.

"Allora signorina, cosa risponde?" Domandò il prete, risvegliandola dai suoi pensieri.

La ragazza diede un'altra guarda veloce a tutti gli invitati e poi rispose.

"Si. Si lo voglio" disse abbassando lo sguardo sapendo ormai che era la scelta sbagliata, ma pensava che non sarebbe durato molto, il padre glielo aveva promesso.

Filippo abbassò lo sguardo dispiaciuto, un po' ci aveva sperato che lei dicesse di no e scappasse con lui, ma si sa, non tutte le storie hanno un bel finale, decise così di andare via dalla chiesa.

Anastasia poco dopo alzò lo sguardo e istintivamente guardò la porta della chiesa, lui non era più lì e a lei questo faceva molto male.

Uscirono dalla chiesa e come per tradizione gli invitati lanciarono il riso addosso agli sposi, subito dopo andarono verso il ristorante per festeggiare le nozze, Anastasia e Artù entrarono nella lussuosa auto privata avviandosi al ristorante, seguiti da tutti gli invitati.

"Ora siete mia cara, vi trasferirete stasera stesso nel mio castello, ho già mandato qualcuno a prendere le vostre cose mentre noi siamo qui" disse l'uomo al suo fianco.
"Da oggi sarete sotto il mio comando e sceglierò io tutto ciò che farete" finì sussurrandole queste parole sottoforma di minaccia.

La ragazza si arrabbiò ma stette in silenzio, per il bene del padre.

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