Chapter 21 - Enid e Aaron

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Non dovemmo aspettare molto prima che ritornassero nel luogo dove io e Carl stavamo aspettando, dato che dopo circa mezz'oretta comparve Cyndie con al suo seguito l'altra donna che avevo visto ad Hiltop -Kathy mi pare si chiamasse-,un uomo ed una ragazza. L'unica cosa che Carl aveva fatto mentre stavamo aspettando che arrivassero, era stata quella di abbracciarmi forte, sussurrandomi che era contentissimo che io fossi stata lì al suo fianco, invece che ad Oceanside. Enid e Aaron -dedussi fossero loro dalla descrizione che mi aveva fornito Carl- avevano entrambi l'aspetto trasandato e malconcio, con alcuni strappi qua e là nei vestiti. La ragazza, non appena notò Carl, gli si getto tra le braccia, mentre gli occhi le cominciavano a luccicare a causa delle lacrime che le si stavano formando; lui l'aveva accolta subito tra le sue braccia, stringendola come se fosse stata l'ultima volta. Uno strano peso mi schiacciò il petto, facendomi male e mancare il respiro; strinsi forte i denti, cercando di reprimere quella sensazione. Per distrarmi, mi voltai verso Aaron, avvicinandomi a lui e presentandomi.
"Piacere, mi chiamo Gwen." Gli dissi, allungando una mano in avanti.
"Piacere, io sono Aaron." Mi rispose, stringendo la mia mano e rivolgendomi un sorriso. "Ci conosciamo? Mi pare di non averti mai visto prima." Mi chiese subito dopo, guardandomi con uno sguardo confuso e allo stesso tempo curioso.
"No, non ci conosciamo, ma io conosco te." Risposi, ridendo quando un'espressione sbalordita e un po' spaventata gli comparve sul volto. "Sono entrata da poco nel gruppo di Rick, c'ero già quando il gruppo di Oceanside è venuta ad informarci che voi eravate loro prigionieri." Feci un respiro profondo, infilando le mani nelle tasche posteriori dei jeans. "Carl mi ha parlato di te, so già un po' chi sei." Finii di spiegare, dondolandomi avanti e indietro sui piedi; provavo uno strano imbarazzo a parlare con lui, come se stesse emanando una specie di aurea tranquilla e rilassata, cosa a cui non ero affatto preparata.
"Beh, io non so niente di te invece, non vedo l'ora di conoscerti." Mi disse, rivolgendomi un sorriso calmo; io ricambiai, anche se con un pizzico di timidezza.
"Gwen!" Mi richiamò Carl, attirando la mia attenzione; lo vidi avvicinarsi con un braccio sulle spalle di Enid, mentre quella sensazione orribile e fastidiosa ritornava. "Questa è Enid; Enid, questa è Gwen. Senza di lei non sarei mai riuscito a liberarti." Ci presentò.
Io allungai una mano per stringere la sua, sforzando un sorriso; lei all'inizio mi squardò da capo a piedi, facendomi sentire debole e vulnerabile sotto quello sguardo indagatorio, ma poco dopo ricambiò il mio sorriso, stringendomi la mano.
"Grazie mille per averci liberato." Mi ringraziò, girandosi poi verso Carl per dargli un bacio sulle labbra; diressi quasi subito lo sguardo da un'altra parte, sentendo la bocca dello stomaco stringere.
"Beh, sarà meglio incamminarsi per Hiltop; ci vuole circa un giorno per tornare." Feci segno agli altri di seguirmi e mi incamminai, venendo quasi immediatamente bloccata da Aaron.
"Io rimango qui." Disse, attirando l'attenzione di tutti.
"Stiamo per tornare ad Hiltop di nuovo, siamo liberi, non puoi rimanere qui adesso." Lo contraddì Enid, avvicinandosi a lui, prendendogli una mano e tirandogli il braccio appena per tentare di convicerlo a muoversi.
"Devo rimanere per convincerle ad unirsi a noi nella lotta contro Negan." Spiegò lui, togliendo la mano di Enid e lasciandole un bacio sulla fronte, sedendosi poi all'ombra di un albero. "Ora andate, avvertite gli altri della mia decisione."
Carl la prese per un braccio, allontanandola con facilità, per poi cominciare ad incamminarci verso Hiltop; eravamo posizionati con Enid al centro ed io e lui ai lati. Per un po' procedemmo senza che nessuno proferisse parola, ma appena lei si fu calmata, raccontò a Carl tutto quello che le era accaduto: stavano venendo ad Alexandria quando li avevano presi, perché Enid aveva ucciso il loro capo per proteggere Aaron; avevano intenzione di ucciderli, ma erano riusciti a dissuaderli nel loro intento. Mi sentivo costantemente isolata, come se a nessuno degli altri due importasse di me, o peggio, non mi considerassero proprio, come se non esistessi o fossi invisibile. All'inizio il bruciore alla bocca dello stomaco aumentò, facendomi un male atroce; un vuoto mi si era formato nel petto, mentre il cuore batteva all'impazzata, come a dirmi che lui c'era ancora lì dentro, nonostante non sentissi più niente. Mi logorava da dentro come un acido alimentato da acqua, provocandomi un dolore sopportabile ma orribile. Provai più volte ad inserirmi all'interno di uno dei loro discorsi, ma sembravano avere attenzioni solo per loro due, io praticamente ero un fantasma che gli gironzolava attorno come un moscerino fastidioso; dopo vari tentativi che non fruttarono niente, ci rinunciai, trascorrendo per un po' da sola il viaggio. Ad un certo punto, non ce la feci più: accelerai in modo instintivo, superandoli e andando avanti per conto mio, guardandomi intontro per evitare di perdermi da qualche parte; avevo una memoria fotografica abbastanza buona, più o meno riuscivo a ricordarmi la strada per il ritorno. Dopo qualche attimo Carl mi affiancò, ma io mi limitai ad ignorarlo, proseguendo nel viaggio.
"Che cosa succede?" Mi chiese all'improvviso lui, rompendo il silenzio che c'era tra noi.
"Niente." Risposi, non guardandolo minimamente.
"Gwen, so che non è vero, dimmi che cosa ti è preso." Insistette lui, mentre io stringevo i pugni, bloccando l'istinto di tirargli un pugno sul viso.
"Mi prende che mi fa male guardarvi, ecco." Gli risposi, alzando le braccia e voltandomi verso di lui solo un momento.
Carl deglutì, prima di domandarmi: "E perché ti fa male?"
Rimasi in silenzio all'inizio, pesando bene le parole da dire; alla fine dissi: "Perché mi ricorda la mia storia con Aiden, il fatto che è andata a finire male ed io ci ho sofferto da matti; voi invece avete avuto un lieto fine, adesso siete di nuovo insieme." Inoltre, credo di essere gelosa, anche se non ne sono certa e non ne conosco il motivo.
Non dissi quell'ultima parte, la pensai solamente. Allungai il passo, ritornando più avanti di loro due di nuovo. Questa volta, però, Carl non mi raggiunse.

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