Chapter 29 - Dwight

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Durante il tragitto da dove mi avevano scoperto i Salvatori, fino al loro quartier generale, Dwight decise di impiegare il nostro tempo parlando; ci trovavamo a circa un paio di metri dagli altri, quindi se avessimo parlato con un volume di voce abbastanza basso, gli altri non ci avrebbero sentito.
"Cosa ci facevi nel loro quartier generale? Volevi incontrare tuo padre?" Mi domandò, il tono di voce educato e con una vena di tenerezza, come se stesse parlando ad un cucciolo, ferito da un incidente stradale, spaventato in quel momento da tutto e tutti.
Io annuii, abbozzando un sorriso e rivolgendogli uno sguardo fugace; il suo lo stava dirigendo in avanti, non tradendo neanche il minimo guizzo. Avevamo deciso di tenere gli occhi dritti di fronte a noi, per evitare alcun sospetto da parte dei Salvatori, che avrebbero potuto insospettirsi se ci avessero visti conversare normalmente, come due amici.
"Il tuo ragazzo è riuscito veramente a scappare, oppure è ancora dietro quell'albero?" Mi chiese Dwight dopo qualche minuto di silenzio, premdendomi alla sprovvista; sentii tutto il sangue affluire dal viso, sbiancando quasi sicuramente e rimanendo senza fiato per qualche attimo.
Come faceva a sapere che Carl era dietro ad un albero? E allora perché non aveva avvertito anche gli altri, ma aveva lasciato credere alla mia assurda storia campata in aria? Cominciai a sentire il sudore freddo percorrermi la schiena, pensando ad un milione di risposte; ma in quel momento, le uniche parole che uscirono dalla mia bocca formarono una semplice e chiara affermazione: "Lui non è il mio ragazzo." Il mio tono era freddo, se non anche glaciale mentre pronunciavo quella frase, continuando poi: "Sì, è rimasto là dietro, c'era ancora quando ce ne siamo andati." Gli riferii, contraendo appena le labbra.
"Sei sicura che non sia il tuo ragazzo? Da come vi stavate baciando, avrei detto di sì." Il suo non era un tono canzonatorio o di derisione, ma bensì pura e semplice curiosità.
"Ha scelto un'altra, quel bacio non valeva niente per lui." Ribattei, dicendo l'ultima parte della frase a bassa voce, più a me stessa che come risposta a Dwight.
Ormai ero più che sicura di potermi fidare di lui, altrimenti avrebbe già raccontato ai suoi di dove si trovasse Carl; nonostante provassi del rancore nei suoi confronti, ero contenta che almeno lui fosse al sicuro. Probabilmente avrei dovuto provare odio in quel momento, mi aveva spezzato il cuore, quell'unica parte rimasta ancora intera e che stava mantenendo in piedi tutto il mio essere.
Odio.
Che parola strana e allo stesso tempo, secondo me, volgare, piena di tutte le emozioni negative che una persona possa contenere dentro di sè; certo, ero arrabbiata con Carl perché mi aveva respinto, frustata perché aveva scelto Enid in quel momento, e piena di rancore, soprattutto perché quel bacio era stato il migliore di tutta la mia vita, non che io ne abbia ricevuti molti, comunque. Ma arrivare ad odiarlo no, non ce l'avrei mai fatta.
Perché in fondo, ti sei accorta di amarlo mi ricordò una vocina all'interno del mio subconscio, facendomi sospirare; ero abbastanza consapevole che ciò che provavo per lui non era semplice affetto, ma qualcosa di più forte. Da tempo cercavo di tenere a bada le mie emozioni, controllandole con la razionalità e la prudenza, dato che non sapevo mai esattamente con chi stessi parlando. In quel momento mi sentivo apatica, svuotata da qualsiasi emozione, tranne per la rabbia e il rancore nei confronti di Carl e l'amore che provavo per mio padre.
"Mi dispiace, davvero." Tentò di consolarmi, mentre notavo i suoi occhi farsi lucidi. "Io ho perso mia moglie a causa di Negan, ha scelto di aiutare Daryl quando lui lo teneva prigioniero, andandosene subito dopo, per paura della sua reazione quando l'avrebbe scoperto." Fece un respiro profondo, asciugandosi subito dopo le lacrime che si erano formate. "Non so dove si trovi ora, potrebbe essere diventata benissimo un Vagante, ormai;" fece una breve risata roca e gutturale, scuotendo la testa. "non è mai stata molto brava a proteggersi, o a sopravvivere in generale."
In quel momento arrivammo finalmente al quartier generale dei Salvatori, sbucando fuori dal fitto bosco; non mi ero accorta che io e Carl ci eravamo allontanati così tanto, almeno, fin quando non mi resi conto che avevamo fatto almeno un centinaio di metri a piedi.
"Oh, guarda chi si rivede." Ad aspettarci nella parte posteriore dell'edificio, in primo piano e come sfondo una recinzione decorata da vari Vaganti, legati uno ad uno alla sottile rete di metallo, c'era Negan, con la sua solita mazza circondata da fili di filo spinato. Fece un gesto a Dwight, alzò il braccio e gli indicò di portarmi avanti. "Piccola stronzetta, credevi davvero che non ti avremmo notato?" Mi chiese una volta che mi fui avvicinata, deridendomi con quel suo solito sorriso da strafottente e menefreghista; non sapevo come mai, ma dalla mia esperienza riuscivo a capire che quella altro non era che una maschera, percepivo appena la sua vera essenza trasparire da sottili e appena accennate crepe.
Se avessi trascorso anche solo un briciolo di tempo con lui, ero quasi sicura che sarei riuscita a farlo crollare.
Mantenni la testa alta, sguardo di sfida e postura dritta e fiera, di certo non mi sarei lasciata intimorire di nuovo.
"In effetti, era quello il nostro piano." Gli risposi, notando una leggera smorfia attraversargli il viso, ma durò talmente poco che credetti di essermelo solamente immaginato.
"E il ragazzo dov'è?" Chiese Negan, rivolgendosi questa volta al gruppo di Salvatori; loro non risposero, facendogli intendere che lui era riuscito a scappare. "Come avevo previsto." Commentò disgustato, ma scuotendo le spalle l'attimo dopo. "Vuol dire che mi divertirò con la ragazzina." Disse, prendendomi per un braccio, non stringendo però troppo sulla presa.
In quel momento non potei non tradire il mio sguardo, che si sgretolò sotto al peso della paura; che cosa intendeva con mi divertirò? Quali piani aveva in mente?
In risposta al mio sguardo, Negan scoppiò a ridere, sussurrandomi vicino al viso: "Tranquilla, non ho intenzione nè di farti del male, e nè scoparti; sinceramente, non sei il mio tipo, troppo piccola. Voglio solo parlarti, faccia a faccia nel mio 'ufficio'." Mi tirò con sè, facendo segno agli altri di rientrare e ritornare ai propri compiti, mantenendo la sua solita sfacciataggine sul viso.
Rivolsi uno sguardo di supplica e muto aiuto a Dwight, che mi rispose con lo sconforto negli occhi, sapendo di non poter fare niente.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro