Chapter 37 - L'imboscata

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Il giorno dopo giungemmo sulla collinetta poco prima di mezzogiorno, infatti il sole era quasi arrivato al centro del cielo. L'intervallo di tempo da quando era finita la riunione a quel momento, l'avevamo passata tutti riempendo lo zaino con le cose necessarie e riposando, cercando di essere in forze per l'imminente battaglia. Carl era rimasto con me tutto il tempo, presentandomi ed indicandomi quella mattina le persone che componevano il gruppo, o almeno, quelle di cui sapeva minimo i nomi: mi presentò Rosita, parlandomi ulteriormente anche degli altri, come Carol ed Ezeckiel.
Sentivo il cuore pulsare forte nel petto, mentre l'adrenalina mi scorreva nel sangue insieme al plasma; non ero mai stata così eccitata per una battaglia del genere, nonostante sapessi che quella non era una lotta come le altre.
"Guarda." Mi richiamò Carl ad un certo punto, indicandomi un gruppo di Vaganti che si stava avvicinando; una volta finito con i Salvatori, almeno avremmo saputo chi sarebbe stato il nostro prossimo nemico.
Ci fermammo dopo un paio di minuti, attendendo il loro arrivo, che sarebbe potuto accadere da un momento all'altro. L'estate stava ormai lasciando il suo posto all'autunno, ma il sole picchiava ancora forte e l'afa era quasi soffocante. Passò circa venti minuti prima che qualcuno cominciasse a lamentarsi, chiedendo se si potesse andare a controllare la situazione oltre la collina.
"Allora, ce la stiamo spassando qui?" La voce risuonò intorno a noi come un fulmine a ciel sereno, facendomi gelare il sangue nelle mani quando le mie orecchie la udirono, facendomi quasi perdere il fiato; era talmente familiare che l'avrei riconosciuta anche in mezzo a migliaia di altre voci. "Che bello che abbiate fatto come avevo previsto, molto utili." Alzai lo sguardo, notando i Salvatori puntarci le armi; erano in netto vantaggio numerico rispetto a noi, non avevamo chance di sopravvivere e vincere. Dwight e un uomo di colore erano stati legati, mentre un altro dietro di loro, coi capelli crespi, lunghi e neri li puntava un'arma. Presi la mano di Carl, che lui rispose stringendomela più forte, come ad infondermi coraggio; se avessi dovuto espirare il mio ultimo respiro, l'avrei fatto guardando lui, con il suo viso come ultima immagine prima dell'oscurità eterna.
"Sinceramente, mi dispiace che dobbiate morire; vedo che sono nati anche dei nuovi amori, mi si spezza il cuore a romperli così per sempre." Disse sorridendo, indicando le dita mie e di Carl intrecciate. "Oggi però, mi sento buono, vi do l'ultima opportunità: arrendetevi, e io vi risparmierò." Fece una pausa ad effetto, rivolgendoci un sorriso agghiacciante. "Ovviamente, succederà anche nel caso lo faceste durante o dopo la battaglia, nel caso ci fosse; ma non volete altri spargimenti di sangue, vero?"
Maggie si avvicinò di corsa, sputò a terra ed arretrò di qualche passo, dicendo: "Piuttosto la morte."
Il sorriso sul viso di lui si allargò, mentre sentivo la tensione dilaniarmi il cuore e la paura scorrermi nelle vene. Il braccio si alzò come se non fossi io a comandarlo, ma fosse una strana forza esterna a farlo.
"Sparate." Ordinò Negan, mentre io chiudevo gli occhi e premevo a mia volta il grilletto, aspettando quella pallottola che avrebbe messo fine alla mia vita.
Ma non successe.
I Salvatori spararono, ma i colpi non uscirono dalla canna delle loro armi, anzi, al contrario, dei pezzi di metallo esplosero nelle loro mani, ferendoli gravemente, uccidendo quelli che addirittura vennero colpiti alla testa. Nel caos generale, riuscii ad intravedere l'uomo dai capello lunghi che, con un sorriso compiaciuto, si allontanava dal gruppo raggiungendoci, portando con sè Dwight e l'altro uomo legato, storditi come tutti dalla situazione. Nel frattempo, centinaia di donne uscirono da dietro la collina, cominciando ad attaccare i Salvatori sopravvissuti, che si stavano ancora riprendendo dallo shock iniziale. L'adrenalina della battaglia imminente cominciò ad invadermi il corpo, mentre mollavo la mano di Carl e gli sussurravo all'orecchio che era ora di combattere.
"Rimani viva." Mi disse Carl, afferrandomi il braccio per farmi restare ferma ed attirare la mia attenzione, mentre tutti gli altri si gettavano contro i Salvatori.
"Rimani vivo anche tu." Gli risposi, mentre le nostre labbra si incontravano in un bacio disperato, aromatizzato dal sudore salato causato dal forte calore di quel giorno; ci staccammo qualche secondo dopo, facendoci un cenno con la testa ed immergendoci subito dopo nel combattimento. Ciò che mi avvolse fu solo il caos e la rabbia delle persone che mi circondavano, chi per sete di vendetta per i propri cari morti e chi per sopravvivere. In mezzo alle donne riconobbi la figura di Aaron, che mi sorrise non appena il suo sguardo si scontrò con il mio. Ricambiai sorridendo a mia volta, ritornando a concentrarmi sulla situazione intorno a me: notai un uomo avvicinarsi a me con la coda dell'occhio, per questo mi girai e puntai l'arma, mirando e centrandogli in pieno la testa; almeno non sarebbe diventato un Vagante, avendo il cervello spappolato. Cercai di vedere Carl, scorgendolo in mezzo alla folla mentre combatteva corpo a corpo con una donna dal viso sfregiato da una ferita ancora sanguinante. Individuai anche Rick e Michonne che stavano combattendo insieme poco lontano da me. All'improvviso percepii come una spinta sul fianco, per questo mi voltai e vidi un uomo di fianco a me; alzai la pistola e premetti il grilletto, mirando alla testa. Cadde morto dopo qualche secondo, sostituito velocemente da un altro Salvatore, che presto fece la sua stessa fine. Non riuscivo a vedere più Carl ormai, inoltre il mio corpo aveva cominciato a sussurrarmi che dovevo uscire dalla mischia, perché qualcosa non andava. Iniziai ad allontanarmi, cercando il confine della lotta per poterlo superare e finalmente essere un po' tranquilla. Uscii dalla furia e confusione della battaglia per puro miracolo, sedendomi un attimo per riprendere fiato; eravamo nettamente in vantaggio rispetto ai Salvatori feriti, grazie anche all'aiuto di Ocean Side. La vittoria sarebbe giunta di lì a poco dopo. Sentivo una fitta al fianco destro, così vi permetti una mano sopra, costringendomi ad abbassare lo sguardo; il liquido scarlatto mi innondava la mano destra, mentre le lacrime cominciavano ad offuscarmi la vista e l'adrenalina della battaglia lasciava il mio corpo, cedendo il posto al dolore.

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