Chapter 4 - Non Ti Lascio Solo

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"Adesso dovrei andare." Mi avvisò Carl, dopo che fu sicuro che la mia ferita era stata bendata e disinfettata per bene, certi che non avessi contratto l'infezione.
"Dove vai?" Mi avvicinai di corsa a lui, che si girò verso di me con la mano sulla maniglia.
"Devo andare in un posto, e ora che mio padre non c'è posso." Rispose evasivo, ma lo bloccai ancora mentre apriva la porta.
"Vengo con te." Affermai decisa, facendolo voltare sull'uscio e scuotere la testa.
"No, non puoi."
Lo seguii nonostante mi avesse respinto, non arrendendomi.
"E invece vengo, non puoi dirmi cosa fare e cosa no." Protestai, dovendo fermarmi all'improvviso quando lui si bloccò bruscamente e si girò verso di me, per evitare di finirgli addosso.
"Sei ferita, non puoi seguirmi, starai molto di più al sicuro qui. Posso farcela da solo." Tornò a dirigersi verso le mura per poter uscire, ma io non cedetti e gli urlai: "Sono sopravvissuta nonostante il taglio; so cavarmela da sola e tu hai bisogno di me!" Alcune persone si voltarono ad osservare la scena, ma non potè fregarmene di meno.
Carl tornò indietro con passo minaccioso, ma io non abbassai lo sguardo o diedi segno di essere intimorita da quel suo gesto.
"Stai insinuando che non saprei sopravvivere da solo là fuori? Dopo che è stata la mia casa per otto anni?" Il suo tono di voce non era cattivo, ma era come se lo avessi accusato di qualcosa di grave.
"Non sto dicendo questo." Specificai, avvicinando il mio viso al suo, i nostri nasi quasi si sfioravano. "Volevo solo dire che quando si è in due è meglio, perché avere una persona con te, là fuori, fa sempre comodo: vuol dire che ci sarà qualcuno che ti guarderà le spalle, avrai meno probabilità di morire e più tranquillità." Feci un respiro profondo, chiudendo gli occhi per un attimo. "Se sei solo, non ci sarà nessuno a salvarti il culo quando un Vagante ti prenderà alle spalle."
Rimanemmo in silenzio a guardarci negli occhi, aspettando che lui dicesse qualcosa, anche se ero abbastanza sicura di averlo convinto. Alla fine sbuffò, alzò gli occhi al cielo e disse: "E va bene, puoi venire, ma devi stare attenta."
"Tranquillo, ormai quei Vaganti sono diventati la mia famiglia; ma prima" gli afferrai il polso avanzando di qualche passo, superandolo, ma questa volta non ritrassi la mano, tenni ben salda la presa. "bisogna che ci portiamo qualcosa dietro, tipo acqua e cibo in caso di necessità."
I ruoli si capovolsero, Carl allungò il passo, superandomi e tirandomi verso casa sua.
"Credi che non avessi già preparato tutto?" Mi chiese ridendo ed entrando in casa; nel frattempo, io gli mollai il polso.
"Se aspetti un attimo, metto un po' di cose in un altro zaino, così da dividere." Mi disse lui, dirigendosi al piano superiore, probabilmente verso la sua camera.
"E per le armi?" Gli urlai dietro, poggiandomi al tavolo su cui era la sacca marrone chiaro.
"Le armi sono nello zaino, aprilo e prendi una fondina con la pistola; puoi usare il tuo coltello, so che ne hai uno." Rispose, mentre sentivo la sua voce farsi un po' più vicina.
Mi toccai instintivamente il fianco, dove vi era il coltello, per poi aprire la sacca e recuperare una fondina come mi aveva detto lui, legandola poi intorno alla coscia insieme all'arma da fuoco. Carl tornò al piano di sotto con uno zaino nero, che riempì con alcuni panini ed un paio di bottiglie d'acqua; vi scivolò fuori un foglietto, feci in tempo a leggere solamente la scritta 'Scusa', prima che lo prendesse e lo rimettesse nello zaino. Non capii il motivo però di quel biglietto.
"Andiamo." Disse Carl, mentre ci incamminavamo fuori dalla casa, per poi raggiungere le porte ed uscire dalla città.
"A proposito," Dissi all'improvviso, dopo qualche minuto di silenzio, rendendomi conto di una cosa. "dove stiamo andando?"
"Prima di incontrarti, stamattina, ho incontrato un'altra persona, solo che mio padre l'ha mandato via." Mi spiegò, scuotendo la testa. "A differenza tua, lui non aveva una pistola, non poteva minacciare mio padre puntandomela contro." Mi prese in giro, alzando le spalle e sorridendomi divertito.
"A mia discolpa, stavo cercando di sopravvivere." Ribattei, allungando un po' il passo per superarlo e mettermi di fronte a lui. "Se Rick non mi avesse puntato una pistola, io non l'avrei puntata contro di te." Incrociai le braccia al petto, mentre lui scuoteva la testa e mi superava, dicendo: "Se tu non avessi preso la pistola, non sarebbe successo niente."
"Ah, allora tanto vale dire che se non fossi uscita da quel bosco, tu e tuo padre non avreste problemi ora." Dissi stizzita, ma con un sorriso in volto.
"Ovvio, è tutta colpa tua." Affermò, sorridendo divertito.
"Grazie, è sempre colpa mia alla fine." Ci mettemmo a ridere entrambi, mentre io scuotevo la testa.
Circa metà viaggio lo passammo in silenzio, fui io a riprendere parola dopo un po': "Mi dispiace, a parte tutto." Dissi seria.
"Per cosa dovresti dispiacerti?" Domandò confuso Carl, spostando un po' il ciuffo dal viso.
"Un po' per tutto: perché ti ho puntato una pistola, minacciandoti di sparare; perché ti sto dando problemi con Rick." Risposi, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Non dispiacerti, mio papà ha una storia complicata, un po' come tutti noi, del resto." Tentò di rassicurarmi, lanciandomi un sorriso gentile.
"Anche la tua è così complicata?" Gli chiesi, cercando di decifrare il suo sguardo.
"Oh, non sai quanto." Mi rispose, portando il silenzio con quelle parole, che accompagnò tutto il resto del tragitto.
Arrivammo dopo qualche minuto in una vecchia stazione di benzina, con auto impolverate a decorare l'ambiente circostante. Carl non disse una parola, si limitò ad inginocchiarsi e ad aprire la sacca, tirandone fuori due lattine di cibo ed il biglietto che avevo visto poco prima scivolare fuori dalla borsa, per poi raddrizzarsi in piedi e voltarsi andandosene. Il suo viso continuava ad avere un'espressione dispiaciuta ed affranta.
"Dove stai andando? È di là Alexandria." Lo avvertii, notando che stava andando in tutt'altra direzione.
"Mi è venuta voglia di fare un giro nel bosco, è da tanto che non ci vado." Rispose Carl, mentre io allungavo il passo per raggiungerlo.

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