AGGUATO

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-We were never in the park
Talking on a seesaw, teetering with our feelings in the dark
Ignoring tornado warnings
He didn't hold me in his arms
We didn't stumble over the pages of our relationship arc
Ignoring tornado warnings-
Sabrina Carpenter, Tornado warnings

Una forte vibrazione all'altezza della coscia mi avvisa che c'è una telefonata in arrivo. Solo quando mi fermo per rispondere mi rendo conto di trovarmi già ad un paio di isolati dalla palestra. Dopo il mancato incidente, qualcuno mi ha aiutato a rialzarmi, forse Vince, non ricordo, ero ancora sotto shock per quanto era appena successo e per il ricordo di ieri sera, poi ho camminato in preda ai miei pensieri fin qui, o meglio devo aver corso visto che ho percorso molta strada per i dieci minuti scarsi in cui ho vagato senza meta.

Intanto la suoneria del mio telefono insiste per una risposta, sullo schermo le lettere bianche compongono il nome di: "Signora Newman".
Ho già ritirato il mio libro, cosa sarà successo? I taccheggiatori hanno colpito anche da lei? C'è davvero ancora qualcuno che ruberebbe dei libri?

Perdere tempo a farmi domande è inutile, meglio lasciar parlare chi ha le risposte. "Pronto, signora Newman, è tutto apposto?".
"Oh sì certo tesoro, non ti preoccupare. È solo che devo tirare giù degli scatoloni di libri dal ripiano più alto dello scaffale del magazzino, ho provato a raggiungerli, ma la schiena mi fa troppo male!" "Cosa? Signora Newman lo sa che non deve fare sforzi del genere, ancora si è operata da poco a quell' ernia! Vengo io a tirarglieli giù, tanto sono già in giro!" Rispondo anticipando la domanda che voleva rivolgermi. "Sei sicura, non è un disturbo?" Dice con un tono più sollevato. "Certo lei stia comoda e non si sforzi, sarò da lei fra pochi minuti!". "Sei sempre un amore Justine, grazie! A fra poco allora!".
"A fra poco!" Rispondo, chiudendo la chiamata e invertendo la rotta in direzione della libreria.

Appena entro il profumo di carta mi dà di nuovo il benvenuto e lo stesso fa la voce rauca, ma dolce della signora Newman subito dopo. "Oh Justine, non so proprio come ringraziarti! Guarda gli scatoloni sono di là in cima sul ripiano più alto, ci sono solo quelli, li riconosci di sicuro! Se intanto tu ti occupi di quello, io andrei di sopra a sistemare!" Mi rivolge un sorriso. "Certo, non si preoccupi!". "Ok allora!" Vedo uno strano scintillio nei suoi occhi, furbizia, prima che si volti e salga di fretta le scale, senza mostrare poi chissà che dolore alla schiena!

Ah, la povera signora si sente sola!
Va bè, rendermi utile non mi dispiace e di solito quando faccio questi lavoretti poi ci rimedio un libro gratis, quindi...

Faccio il solito slalom tra gli scaffali, uguali a come li ho lasciati, il mio sguardo cerca curioso il libro caduto prima: è ancora lì riposto nella sezione thriller, il titolo "L'ultima notte" brilla nel suo giallo sgargiante.

Arrivo alla porta del magazzino e afferro la maniglia, ma mi blocco prima di abbassarla. Ancora quei rumori, ci sono ancora i rumori di prima che provengono da dietro la lastra di plastica! Mi sento una stupida per essermi impressionata così tanto prima: la signora è appena uscita da qui, se ci fosse stato qualche pericolo mi avrebbe avvisato.
Probabilmente era solo il vento!

Apro la porta e subito mi viene voglia di richiuderla. Avevo ragione, qui c'è davvero qualcuno!

Tra gli scaffali e gli scatoloni c'è una silhouette perfetta con tanto di una fluente chioma corvina, è controluce, di spalle, ma io la riconosco comunque, l'ho avuta tra i piedi tutta la vita!

Il rumore della porta che si apriva e lo spostamento d'aria l'hanno avvisata che sono qui, quindi lentamente gira la testa verso di me: "Scusa per l'imboscata, ma non saresti venuta altrimenti!".

I suoi occhi color ghiaccio trafiggono i miei, che sono uguali ai suoi, segno distintivo che ci unisce e ci accomuna alla nostra famiglia. Anche se io faccio molta fatica a considerarla parte di essa ormai, guardando Erin qui in piedi di fronte a me, senza alcuna vergogna o accenno di rimorso, non riesco più a chiamarla sorella.

"La signora Newman è stata molto gentile ad aiutarmi, anche lei crede che dovremmo chiarire!" Cerca di rompere il ghiaccio, ma non fa che alimentare il fuoco della mia rabbia. "Chiarire? Come? Tu? Ma come puoi anche solo pensare di sistemare le cose? Ti rendi conto di quello che mi hai fatto?"
Le domande iniziali sono più indignate, ma l'ultima gliela urlo in faccia con tutto il disprezzo che sento.

I suoi occhi cambiano, le pupille si dilatano a divorare l'azzurro vitreo dell'iride, a formare quello sguardo da cerbiatta che le fa da pass pour tu per tutti i guai che combina. Ma con me non funziona!
"Lo so che ho fatto una cosa brutta, ma..." "Una cosa brutta!?" Sbraito:" Cazzo, non hai più cinque anni Erin, non puoi combinare disastri e uscirtene con una frasetta così patetica!".

Ora i suoi occhi iniziano a brillare coperti dalle lacrime: "Mi dispiace, lo so che non serve a nulla, che sono stata pessima, ma davvero è stata una cosa del tutto impulsiva, non volevo ferirti!".

"Ma l'hai fatto!"

Silenzio, un intervallo vuoto in cui nessuna delle due ha il coraggio di dire nulla. Il respiro sempre più affannato di Erin è l'unico rumore nella stanza e mi sta al quanto irratando!

"Da quando?" Decido di rianimare così la conversazione, chiedendo l'unica cosa che davvero mi interessa!

Sospira: "E' iniziato tutto due anni fa alla festa..."
"Basta con la festa d'inizio estate!" urlo interrompendola, i suoi occhi si spalancano per lo stupore: io sono quella che ascolta in silenzio e lascia parlare, per poi intervenire solo quando arriva il suo turno, non quella che alza la voce. La vedo fissare incredula quello che siamo diventate, ciò in cui lei ci ha trasformato: due sorelle che non si riconoscono più a vicenda!

"Ho parlato sia con Hanna che con Vince! Che la mia relazione di due anni è stato tutto un gran imbroglio è chiaro ormai! Salta direttamente alla pugnalata alle spalle!" sibilo.

"Ti giuro che in questi due anni non è successo nulla, anche perché tra di noi c'era un'attrazione puramente fisica all'inizio, solo che poi..." abbassa gli occhietti e poi prosegue: "Quando tre mesi fa ha avuto l'incidente e tu gli hai proposto di venire a stare da noi per un po', ci siamo ritrovati a passare davvero molto tempo insieme e diciamo che la scintilla di due anni fa si è riaccesa..." alza lo sguardo esitante a intrecciarsi col mio, ed è lì che trova le vere scintille.

"Ma ti giuro che non è successo nulla fino a ieri sera, è stato solo un momento di debolezza, era tardi, ci stavamo confidando molte cose, eravamo soli, avevamo bevuto un paio di bicchieri, abbiamo perso il controllo, ma..." cerca di prendermi la mano, ma io ritraggo velocemente la mia, schifata da quel contatto: "Risparmia la scenetta per tutti gli altri, perché quando renderò pubblico quello che hai fatto, perderai anche quel briciolo di stima che quelle poche persone, che si possano contare sulle dita di una mano, hanno ancora di te! Ah, e quando mamma e papà lo verranno a sapere, il collegio non te lo risparmierà nessuno!".

Mi volto e imbocco la via dell'uscita, Erin mi corre dietro: "Just, ti scongiuro aspetta...". È quello che faccio in effetti, non me ne vado, non subito almeno, mi fermo sull'uscio della porta e mi volto verso di lei: "Sai una cosa, quando la gente in giro ti dava della troia, io mi infuriavo con loro, ti difendevo, ho fatto vere e proprio scenate in tuo favore e li facevo pentire di essere nati! Ora sono io quella pentita... di averti voluto bene!" l'atmosfera nel negozio diventa gelida e no, non ho ancora aperto la porta!

...

Questa sbatte alle mie spalle, nessuno che la blocca, nessuno che la riapre e mi rincorre, nessuno a cui importi veramente!

Ma per fortuna qualcuno che ancora mi vuole bene, c'è! La sagoma di Elly, che si contraddistingue grazie alla sua luminosa chioma bionda, il cappotto fucsia e la sua andatura ondeggiante, sbuca da infondo alla strada diretta nella mia direzione.

"Ma si può sapere dov'eri finita?" Dice esasperata appena mi è davanti: "Sono stata al negozio e Hanna mi ha detto che hai fatto strane domande stamattina riguardo a tu sai chi... ti ho cercato a casa tua, al bar di Shila, al parco, ma di te non c'era traccia, poi ho pensato di provare qui, visto che ogni tanto accenni a questo posto!"

Alza un sopracciglio perplessa nello squadrare il piccolo edificio alle mie spalle, a lei e a mia sorella ho parlato a grandi linee della mia passione, ma non mi sono mai sbilanciata troppo a riguardo, perché temo che mi prenderebbero in giro.

"Capirai" la punzecchio:" Viviamo in una cittadina minuscola, non ci vuole chissà quanto a girarla tutta! Sei tu che pretendi di essere accompagnata in auto anche per soli 10 metri!"
"Ma hai visto in che condizioni sono le strade, camminare in questa città è impossibile!" "Sai se evitassi di girare col tacco dodici sarebbe tutto più semplice!" Mi scappa una leggera risata.
Grazie Elly, meno male che ci sei tu, che riesci a distrarmi anche nei momenti peggiori.

Ma questo piccolo momento di leggerezza non dura che pochi secondi, perché la mia risata sfocia in un pianto, nessuna scenata, ne urla, ma dei singhiozzi contenuti, che però non riesco più a reprimere. Elly mi abbraccia e io mi lascio completamente andare.

L'odore di caldarroste è inconfondibile, è autunnale, è familiare. Il profumo mi avvolge e combatte il freddo del metallo della panchina su cui sono seduta, la stessa su cui io ed Elly siamo solite sederci per parlare da quando siamo piccole. Percepisco la mia amica prendere posto al mio fianco e concentro il mio sguardo assente su di lei e sul cartoccio che mi sta porgendo. La ringrazio e prendo una castagna.

"Allora..." esordisce: "Devo tirare in ballo vecchi ricordi nostalgici per dare il via alla conversazione o arriviamo direttamente al dramma di giornata?". È incorreggibile. Ma funziona sempre: le racconto tutto quello che ho scoperto, un riassunto dettagliato nei minimi particolari.

"Wow, beh che dire è una storia niente male!" cerca di sdrammatizzare. "Io al contrario direi che è un vero e proprio disastro! Con questa storiella strappalacrime sembra quasi che sia io la cattiva della storia!". "Non dire così, sappiamo tutti perfettamente che sei la vittima qui!" So che vorrebbe solo consolarmi, ma non mi aiuta, quell'appellativo non fa altro che farmi imbestialire.

"No! Io non voglio essere una vittima, voglio essere quella che ha ragione! E in questo caso c'è l'ho, io sono sempre stata la migliore sorella che si potesse avere e ho dato tutto nella mia relazione, sono sempre stata onesta e fedele e..."

Elly si lascia sfuggire colpetto di tosse e anche la sua espressione cambia di colpo: come se non fosse d'accordo con quello che ho appena detto. Elly tu dovresti stare dalla mia parte!
"Hai qualcosa da obiettare?" Le chiedo evidentemente irritata. "Nooooo! È solo che insomma anche tu... in alcuni momenti... Ecco, ogni tanto capita che... mandi segnali un po' confusi..." "Che intendi dire?" La mia voce si alza e non riesco a controllare e sinceramente non voglio neanche. Tossisce di nuovo e in quel suono rauco riesco a distinguere un nome o meglio un nomignolo: "JJ".

"Siamo solo amici! Siamo sempre stati solo questo!" Davvero Justine? Niente di meglio?

Elly scoppia a ridere, ma la sua risata si trasforma in un forte attacco di tosse, dopo l'occhiataccia di fuoco che le lancio, mi conosce sa che sono nervosa e che se continua a infierire potrei non controllarmi più e potrebbe beccarsi anche lei una sfuriata.

"Vuoi qualcosa da bere?" dico sarcastica reggendole il gioco.
"Volentieri! Mi va proprio un bello spritz, tanto ho promesso a Shila che saremo passate da lei, quindi vamos!" Scatta in piedi afferrandomi un polso e invitandomi a fare lo stesso. Sorvolo sul fatto che la mia domanda intendesse se volesse un bicchiere d'acqua e non di alcol, perché infondo è di Elly che parliamo, in effetti avrei dovuto specificare!

La assecondo e mi alzo anche io, ma una volta in piedi noto che c'è qualcosa che non va: sull'ultima stecca di legno che compone la panchina ci sono delle macchie rosse, mi viste prima. Aggiro immediatamente la panchina e sento i miei stessi occhi sgranarsi per lo shock di ciò che mi ritrovo davanti:

"MORIRAI STRONZA!"

Queste due parole sono scritte a grandi lettere con la vernice spay lungo tutto il dorso della panchina, la nostra panchina, la mia panchina!

"Che scempio, ma dico i ragazzi non hanno niente di meglio da fare e poi che frase, teppisti del cazzo e maschilisti del cazzo!" sbotta la mia amica di fronte a questo scenario agghiacciante.

"Hey!" il suo tono è più gentile, perché ora si sta rivolgendo a me: "Non ti preoccupare, lo faremo presente a JJ e ti assicuro che domani vedrai la nostra panchina come nuova!". La nostra panchina, infatti è solo un caso che abbiano imbrattato proprio la nostra panchina? Dopo tutte le strane cose successe oggi, purtroppo temo proprio di no!

Guardo Elly, in effetti anche lei ha tanti bei ricordi legati a questa panchina e a ripensarci non posso escludere a priori che il messaggio non sia riferito a lei, ma quest'ipotesi non mi fa stare meglio anzi mi fa solo accapponare ancora di più la pelle!

Anche se penso che infondo lei possa stare tranquilla, troppe strane coincidenze mi suggeriscono che qui quella che non è al sicuro sono io!

Lei mi prende per mano e mi invita ad uscire dal parco, io non oppongo resistenza e mi faccio trascinare via.


Ciao a tutti, buon 8 dicembre 💙

Contro tutti i pronostici sono riuscita a pubblicare in tempo ( ne approfitto anche per dirci che l' interrogazione di cui parlavo l'altra volta alla fine è stata rimandata✌️) ad ogni modo d'ora in poi potrei avere un po' di difficoltà coi tempi, perché sono rimasta un po' indietro con la stesura dei capitoli, è un periodo impegnativo, quindi io ci provo a pubblicare almeno una volta alla settimana, ma non prometto nulla.
Ad ogni modo in caso spero di riuscire a rifarmi nel periodo natalizio.

Ad ogni modo oggi abbiamo conosciuto la meravigliosa Erin Carter.

Jessica Alexander- Erin Carter

Fatemi sapere che ne pensate.

Alla prossima ❤️🍁🧡

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