SERATA CINEMA

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-You know the greatest films of all time were never made
I guess you never know, never know
And if you wanted me, you really should've showed
And if you never bleed, you're never gonna grow
And it's alright now
But we were something, don't you think so?
Roaring 20s, tossing pennies in the pool
And if my wishes came true
It would've been you
In my defense, I have none
For never leaving well enough alone
But it would've been fun
If you would've been the one-
The One , Taylor Swift

4 anni prima

“Elly sei sicura di quello che fai?” chiedo, guardando la mia amica afferrare il coperchio della pentola.                                                    

“Certo che sì, io sono una chef provetta!” ribatte lei sollevando il coperchio di pochi millimetri, sufficienti però per far sì che un getto di scoppiettanti popcorn la investa in pieno e scoppietti poi per tutta la stanza.

Io con uno scattò mi tiro indietro fino all’entrata, giusto in tempo per evitare la furia dei chicchi di mais, ma anche per assistere alla tempesta di popcorn che è andata ad imbiancare la cucina come se fosse neve.

In tutto ciò l’espressione di Elly è la ciliegina sulla torta, la sua smorfia mentre fissa il pavimento coperto dai chicchetti esplosi è qualcosa di impagabile, non di delusione, più di rassegnata consapevolezza: Elly non sa assolutamente cucinare, ma le vogliamo bene comunque!

Non riesco a trattenere una risata, lei allora mi guarda e dice: “Che c’è non ti piacciono i popcorn alla polvere!” e scoppiamo a ridere entrambe.

Dopo aver ripulito tutto il disastro ci buttiamo sfinite sul divano, pronte per il film della serata: “Assassinio in una villa in campagna" (com’era scontato sono stata io a proporlo e adoro Elly per aver accettato, anche se so che questo non è il suo genere).

Mentre la mia amica cerca il film in rete, io mi occupo di preparare gli snack: abbiamo optato per le patatine, perché dopo il disastro di prima i popcorn ci hanno leggermente nauseate.
Verso le patatine nella ciotola, fino a che questa non si riempie, ma appena sollevo il pacchetto una mano scatta e ne afferra una.

James.

Non mi ero accorta di lui: il rumore delle pattatine che precipitavano deve aver coperto il rumore dei suoi passi. Il mio sguardo risale lungo tutta la sua figura, fino alla sua bocca intenta a sgranocchiare il NOSTRO cibo.

“Hey!” protesto scocciata.

La sua vicinanza mi dà fastidio, ancora mi risuonano in testa le parole che mi ha detto un mese fa.
Il suo sguardo in un primo momento sembra deluso dalla mia freddezza, poi però la sua attenzione viene catturata dal titolo che la sorella ha appena individua tra il catalogo: “Uh, Assassinio in una villa in capagna, l’ho sempre voluto vedere!”.                                   “Se ti va puoi vederlo con noi, tu che ne dici Just?” mi fa l’occhiolino.
“Per me è indifferente, ma credo che per James sia una cosa troppo infantile, da ragazzine come dice lui!”.

Elly rimane esterrefatta, lei non sa dell’episodio della lavanderia, non ho voluto raccontarglielo, un po' per non costringerla a scegliere da che parte schierarsi, un po' perché temo che dirlo ad alta voce non farà altro che concretizzare il distacco che ho con lui. Invece negli occhi di James vedo il dispiacere crescere sempre di più, ma in fondo che si aspettava?
È stato lui ad iniziare!                          

“No, in realtà a me piace molto” la risposta del ragazzo interrompe il gelo che si è venuto a creare nella stanza.
“Il film intendo, mi piace molto il genere” si affretta a rettificare, ma io sento una leggera morsa allo stomaco: so che non stava affatto parlando di quello, ma di me, di noi, la mia freccia ha colpito il bersaglio.                                                                                               

“Ok… allora io farei partire il film, dato che dura tantissimo e vorrei finirlo prima di domani mattina?” esclama Elly impaziente e anche un po' irritata: sia perché i gialli non sono il suo genere, sia perché non riesce a capire ciò che succede tra me e suo fratello.

Per tutta la prima parte del film tengo gli occhi fissi sullo schermo, concedendomi giusto ogni tanto di lasciar scivolare lo sguardo per guardare con la coda dell'occhio alla mia destra dove è seduto James. Quando lo guardo lui fa finta di nulla e si mostra molto interessato al film, però quando invece torno a guardare il televisore posso sentire il suo sguardo bruciarmi la pelle.
Continuiamo con questo strano gioco di sguardi per un po', nessuno dei due ha intenzione di farsi beccare, nessuno dei due ha intenzione di cedere.  

“Dieci sospetti, ma chi è stato tra di loro?” la domanda del detective risuona per la stanza.

“Secondo me il fratello è sospetto” esclama James.

“No” rispondo secca: “Sarebbe troppo scontato. È palesemente il maggiordomo e non perché è il cliché più comune del genere, ma anche perché assomiglia terribilmente alla defunta moglie della vittima, probabilmente è un parente: uno zio o addirittura il padre, che incolpava l’uomo per la morte di lei e per questo l’ha eliminato!”

Sentenzio e volgo leggermente lo sguardo verso di lui e la sua espressione è impagabile, sembra stupito, ma non in maniera negativa, sembra incantato dalle mie parole, quasi orgoglioso.

“Sei un'ottima detective, faresti molto comodo al dipartimento di polizia, sai!”. James ha appena iniziato l’accademia di polizia e ultimamente il suo pensiero è sempre lì. Mi viene quasi da ridere: “Sai non credo che una cittadina come Wood Valley, che conta la bellezza di 400 abitanti e dove il più grave reato è parcheggiare in doppia fila, abbia bisogno di una ragazzina che gioca a fare la detective!” dico con una punta di acidità sul finale.

Lui in risposta sospira: “Ancora con questa storia?”.
Davvero? Pensava veramente che avrei dimenticato tutto e archiviato la cosa come se nulla fosse?
“Sì, ancora con questa storia! Problemi?” Sibilo acida.
Le mie parole lo colpiscono, quel suo caratteristico sorriso leggero, viene sostituito da un’espressione rattrista, quasi delusa e spero bene che sia deluso da sé stesso!

“Credo che dovremmo parlare di ciò che è successo quella sera…” propone
“Hai parlato anche troppo!” Tuono gelida.
“Just, per favore, non possiamo continuare così: è evidente che sei scostante da allora!” “Ah, il problema sono io!”
“Assolutamente no, solo che non voglio che tu ci stia male!”

Il suo tono si fa più incerto, quasi spaventato e io inevitabilmente rivedo quel ragazzo che si è sempre preso cura di me, così dolce e disponibile, la cui presenza mi rendeva tanto felice. Insieme a tutti i bei ricordi di noi due, però aleggia un'ombra scura, un dettaglio che stona: la scena di un mese fa, aleggia in continuazione nella mia mente e non vuole andare via.

Nonostante tutto però mi convinco ad ascoltare, solo in nome dei bei momenti passati insieme.
“Di quello che devi dire! Prima che tua sorella si svegli possibilmente, quindi fai in fretta!” Ordino distaccata.

“Sono un idiota!” Inizia.
“Lo avevo notato, ma va avanti!” Non potevo non commentare, me l’ha servita su un piatto d’argento.                       
“Non avrei dovuto dirti quelle cose, insomma so che non è una scusa, ma non sono un gran che con le parole e mi è uscita male!”.  Sbuffo scettica. “Credo che tu abbia capito che ti trovo un'immatura, ma non è assolutamente così, anzi sei una ragazza molto matura per la tua età e io non posso assolutamente negare di non essere attratto da te!” Il mio cuore manca di un battito. Per un attimo non capisco più nulla, fino a che una vocina non si fa strada prepotentemente nella mia testa, facendomi notare che è un cambio di direzione troppo repentino: deve esserci per forza un trucco!

“Ma…” Ti pareva! Confesso che per un secondo ci avevo sperato. “Tu sei troppo importante per me, abbiamo un rapporto bellissimo e proprio per questo non voglio rischiare di rovinarlo provando a trasformarlo in qualcosa di più che poi magari non funziona. Il fatto che sei più piccola di quattro anni rafforza i miei dubbi, non sarebbe neanche Totalmente legale come relazione!”

Non rispondo, ma non perché non voglia, ma perché non posso, non so che dire, mi ha totalmente lasciato senza parole.

“Erano queste parole che avrei dovuto dirti l’altra sera, ma forse ero troppo preso dal momento o, ripeto, semplicemente non so esprimermi, però ad ogni modo mi dispiace se questo ti ha fatto stare male!”. 

Segue un minuto di silenzio, in cui cerco disperatamente qualcosa da dire. Che è sincero lo vedo nei suoi occhi, che mi guardano in attesa di risposta, ma allo stesso tempo ha anche messo in chiaro che tra di noi non può esserci nulla tra e questo mi fa inevitabilmente male.

“L’assassino è il maggiordomo!” l’urlo di Elly mi salva da quella situazione imbarazzante.

Infatti si è svegliata, o meglio, è caduta dal divano?!                                       

“Scusate, ho avuto un incubo: qualcuno ti uccideva e io rimanevo da sola e io cercavo il colpevole e…” spiega trafelata. “… Alla fine era il maggiordomo!”.                                                                           

“Grazie, mi fa piacere che tu sogni la mia morte!” la prendo in giro, non potendo fare a meno di aver un brivido a causa di quell’oscuro pensiero.

“Guarda che è perderti è il mio incubo peggiore!” dice correndo ad abbracciarmi. 

“E comunque è colpa tua che mi fai vedere queste cose che mi mettono ansia!” sbuffa rimproverandomi.

“Comunque anche dormendo hai capito il colpevole prima di James!”.

Ci giriamo a guardare il ragazzo che si mette subito sulla difensiva: “Hey, io stavo solo considerando tutte le opzioni è così che si deve fare, bisogna ragionare, usare la testa, seguire il cuore e l’istinto può aiutare a volte, ma non va sempre bene!”.

I nostri occhi si incontrano per l’ennesima volta, facendomi intendere che quelle parole non erano riferite solo al film, ma anche la conclusione del nostro discorso, la sentenza finale.

“Sì, in fondo hai ragione.”
Con voce poco convinta metto un punto ad ogni mia speranza.

“Secondo me il punto forte di Just è proprio l’istinto, è così che risolve sempre tutti i misteri.”           

“Io sono sicuro invece che Just saprebbe usare anche la mente in maniera eccellente, che manterrebbe il sangue freddo in ogni circostanza, anche se dovesse indagare su persone a lei care, come noi due. credo che lei non ci scagionerebbe a priori, ma che investigando riuscirebbe comunque a provare la nostra innocenza. Sarebbe un ottima detective!"

"Grazie JJ”.

Potrei farmi moltissime pare su cosa significhi questa frase, ma non voglio, non stasera, non sembra avere più senso. Porto a casa il chiarimento e il complimento finale e mi basta così. Guardiamo un silenzio la conclusione del film.

Sono tornata, ebbene sì, dopo aver dato la maturità (e aver preso anche qualche giorno libero😅) vi porto un nuovo capitolo e pian piano cerco di riprendere tutti gli scambi e le altre cose.

Questo comunque è l'ultimo capitolo flashback, spero vi piaccia, perdonatemi se la parte romance non è il massimo, ma io faccio del mio meglio.

Grazie mille ❤️

Alla prossima ❤️🍁🧡

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