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Alice

Dopo l'incontro con il tipo bizzarro, il tempo in lavanderia è trascorso lentamente. Quando esco è ormai buio e una volta arrivata a casa, un odore invitante mi dà il benvenuto.

«Che buon profumo! Cosa state cucinando?», esclamo entrando con il borsone della biancheria pulita. Lo appoggio sul divano mentre tolgo la giacca e cerco di scaldare le mani intirizzite dal freddo. Marta compare dalla porta della cucina, si è cambiata dopo le pulizie pomeridiane e adesso indossa già il pigiama che le abbiamo regalato il Natale scorso, quello grigio con le macchie da mucca e un grosso muso disegnato sul davanti.

«Pollo con il purè, ricetta segreta di papà!», dice con un mestolo in mano, porgendomelo. «Tieni, assaggia».

Non me lo faccio ripetere due volte e apro la bocca per assaggiare. Sbuffo una risata però quando noto che ha una guancia sporca di patate e mi sporgo per pulirgliela.

«Mi sa che anche questa volta spazzolerò la pentola!», ho già l'acquolina in bocca. Amo la ricetta del papà della mia amica, tira fuori il lato pozzo senza fondo che è in me.

Certo, come se non fosse presente tutti i giorni questo tuo lato!

Una volta riuniteci intorno al tavolo, Arianna, che è stata fuori tutto il giorno per un progetto scolastico extra-curricolare, ci aggiorna sulla sua giornata passata in università per avere dei crediti in più per lo stage che vorrebbe fare dopo la laurea.

«Oggi ho conosciuto il mio nuovo professore di Marketing, quello che ci seguirà in questo progetto», esordisce, decisamente su di giri, «lasciatemelo dire: è un figo da paura! Rende il dover andare a lezione il sabato una gioia!». Inizia a descrivercelo, usando una quantità spropositata di aggettivi per parlare della sua bellezza. «Ha solo 26 anni, ma è già lì dietro alla cattedra perché è tipo un genio che ha predetto alcuni cambiamenti economici. Credo di essermi innamorata, adesso chiamo Armando e gli dico che lo lascio».

Armando è il ragazzo storico di Arianna, stanno insieme da anni e sono una bellissima coppia. Lui non è qui a Milano con noi perché gestisce alcuni locali nella nostra città d'origine. Nonostante si vedano solo durante qualche fine settimana, la loro relazione è forte e sono molto affiatati. Arianna, poi, è innamoratissima. Dubito fortemente che lo lascerebbe, a meno che non si presentasse l'occasione di stare con Angelina Jolie. Perché come dice lei "chi non starebbe con una come la Jolie?". Rido ogni volta che lo dice e Armando la asseconda anche.

«Addirittura?», dice Chiara scettica, legandosi i lunghi capelli scuri in una treccia, «Beh, di sicuro mi fido di più dei tuoi gusti in quanto a professori rispetto a quelli di Alice!».

«Ehi,» ribatto sulla difensiva, «i professori che piacevano a me avevano fascino!».

«Certo, il fascino della panza!» rispondono in coro Marta e Arianna.

«Ma che dite? Era amore intellettuale il mio! Non era importante l'aspetto!», dico stringendomi nelle spalle.

Va bene, sarà anche vero che mi innamoro un giorno sì e l'altro anche dei miei professori universitari, ma che ci posso fare? Sono follemente attratta dalla cultura e dalle persone che la trasudano. E poi, sono amori impossibili, non potranno mai realizzarsi e questo mi tutela da possibili delusioni e ferite. Mi fido solo delle relazioni di carta, quelle che leggo nei libri perché, alla fine, sono certa del finale: il lieto fine è sempre dietro l'angolo.

«Vabbè, chi se ne frega! Parlaci del sexy prof! Potrei puntare al suo numero di cellulare?», tuona Chiara. «Ho bisogno di un uomo sexy e intelligente nella mia vita!».

Alzo gli occhi, nascondendo un sorriso: Chiara potrebbe far cadere ai suoi piedi qualsiasi tipo di uomo. È una ragazza tosta, sicura di sé e pronta a qualsiasi cosa pur di raggiungere la sua preda.

«Ehi, calma i bollenti spiriti!», dice Arianna con una risata. «So per certo che è fidanzato e anche da tanti anni! L'ho stalkerato su Facebook e Instagram!».

Ovviamente!penso trattenendo a stento una risata. Arianna, da brava studentessa di comunicazione e marketing, si nutre di social. Internet e tutto ciò che lo riguarda sono il suo pane quotidiano. Riesce a trovare una qualsiasi persona conoscendo anche solo l'iniziale del suo nome.

Ma non è riuscita a trovare il ragazzo della metro, o sbaglio?

Scuto la testa, non so perché mi sia tornato prepotentemente in testa. Devo metterci una pietra sopra, è stato solo un incontro fortuito e niente di più. E poi non sono interessata.

Continuiamo a raccontarci stronzate, eh?

«Beh, che problema c'è? Non sono una tipa gelosa!», conclude Chiara facendo spallucce.

Scoppiamo tutte a ridere.

La cena scorre piacevole così come la serata, condita con qualche tavoletta di cioccolato.

«Oh cioccolato, cioccolato perché sei tu cioccolato? Rinnega la tua tavoletta e rifiuta la tua marca, o non sarò a lungo Alice!», volteggio per il salotto, dichiarandogli il mio amore eterno.

«Ma che problemi hai di preciso tu?», mi dice Arianna, scoccandomi un sorriso e prendendomi in giro come al solito per il mio debole per qualsiasi cosa che sappia di cacao.

«Ali, molla il cioccolato e ascoltami», mi richiama Marta a un certo punto, «Ho parlato a Roberto della lavatrice! È venuto a controllarla e ha decretato il suo decesso! Ne ha già ordinata una nuova, dovrebbe arrivare tra due settimane!».

Roberto, il nostro padrone di casa, è un santo: per qualsiasi problema è sempre disponibile e si fa in quattro per risolverlo. E meno male perché, esclusa Marta, che è l'unica che capisce qualcosa di manutenzione domestica, siamo un completo disastro.

«Ci toccherà andare ancora in lavanderia per un po', allora!» dice Arianna, lanciandosi sul divano con in mano il computer, pronta a ripassare la lezione del sexy prof per fare colpo.

«A proposito di lavanderia!», esordisco, «Per la rubrica "incontrare persone strane", ho "conosciuto" un ragazzo, biondo e tutto sudato, che è entrato in lavanderia per presentarsi! Ha aggiunto anche che un suo amico sapeva chi fossi e ha indicato la strada dove ovviamente non c'era nessuno! Mi ha chiesto il nome per aggiungermi su Facebook e io l'ho inventato».

«Era carino?» chiede Chiara curiosa.

«Eh però Chiara! Sempre lì andiamo a parare! Hai ascoltato tutto? Non importa essere carini, se poi sei strano forte!», sta per parlare ma la fermo. «E no, non dirmi ancora che quelli strani sono affascinanti! Vogliamo ricordarci di Marco?».

Marco è stato una fiamma di Chiara l'anno scorso. Dire che era un tipo bizzarro, è dire poco. Sembrava il classicobadboydal passato oscuro: un tipo solitario, un po' strano. Sicuramente bellissimo e, a detta di Chiara, una bomba a letto... peccato che poi, dopo nemmeno due settimane che si vedevano, le ha chiesto di sposarla, dichiarandole amore eterno e promettendole di presentarla al suo migliore amico: un unicorno rosa con tanto di criniera arcobaleno.

Chiara è fuggita, ha lanciato il telefono nel Naviglio Grande e si è volatilizzata.

Ringrazio ancora il cielo che si erano sempre visti da lui, perché altrimenti si sarebbe accampato sotto casa.

«Ti prego non parliamo di quel pazzo scatenato!», dice quasi urlando e tappandosi le orecchie. «Non nominarlo nemmeno perché potrebbe manifestarsi!».

Arianna alza gli occhi dal computer, «Certo che però stai incontrando un sacco di ragazzi! Prima lo sconosciuto del treno, adesso lo psicopatico della lavanderia! Stiamo facendo dei progressi!».

Progressi, se questi sono i progressi siamo messi proprio male!

«Ma alla fine ti sei arresa? Nella ricerca del ragazzo del treno, intendo», domanda Marta rivolgendosi alla riccia.

«Ma ti sembra che io possa arrendermi? Inarrendevole è il mio secondo nome! Sto studiando una giusta strategia!», ghigna soddisfatta.

Scuoto la testa esasperata, si è fatto tardi e decido di andare a letto, «Vabbè, fammi un fischio quando ci riesci. Buona notte fanciulle!».

Edoardo

Non ci posso credere, non voglio crederci. Sto decisamente sognando. Devo essermi addormentato sul computer mentre stavo editando le fotografie per il lavoro e questo è un incubo dovuto al panino di ieri sera.

Sono fermo da dieci minuti buoni davanti a un'infinità di volantini gialli. Volantini gialli enormi, con la mia faccia, il mio numero di telefono e un "Ehi pupa, mi riconosci? Sono qui per te" stampato sopra. Chiudo gli occhi sperando che tutto ciò svanirà. Conto fino a tre e poi riapro un occhio alla volta. I volantini sono ancora lì, non sono magicamente spariti e la mia faccia continua a tappezzare tutto il muro.

Solo una persona potrebbe aver fatto tutto ciò.

Prendo in mano il telefono, digito il numero di Matteo in tempo zero. Risponde dopo due squilli: «Ehi Ed, amico! Qual buon vento ti porta a chiamarmi? Hai per caso visto la mia brillante idea?».

Edoardo, prendi un respiro profondo. Inspira ed espira. Non puoi ammazzare il tuo coinquilino anche se vorresti, non è carino.

«Ma ti sei completamente fulminato quei due neuroni che hai nel cervello? Il criceto che ti gira in testa si è per caso strozzato?». Matteo fa per ribattere ma non glielo permetto, «Hai attaccato a Cadorna, A CADORNA, una marea di volantini con la mia faccia e il mio numero di telefono, per non parlare di quello che hai scritto! Sembro un seduttore della domenica!», urlo come un pazzo, portandomi una mano nei capelli e tirandoli fino a sentire male alla cute. Non può averlo fatto davvero. Pensavo che una cosa del genere fosse troppo anche per lui, ma a quanto pare mi sbagliavo. Devo sembrare un matto dal momento che la signora che sta passando dietro di me afferra il cagnetto formato borsa e si allontana allarmata.

«E non solo a Cadorna, amico mio! In qualsiasi fermata della metropolitana di Milano! Così la tua bella si manifesterà, farete tanto sesso e tanti bambini e vivrete per sempre felici e contenti!», risponde entusiasta come se avesse progettato l'invenzione del secolo.

«Matteo, io ti giuro che...», inizio stringendo i denti, ma non mi fa nemmeno finire.

«Lo so, lo so, sono un genio ma mi ringrazierai più tardi perché ora ho visto una tipa niente male! Ciao!», mi congeda abbozzando una risata.

«Aspetta!», urlo, ma ormai ha chiuso la chiamata.

«Dannazione!», dico mettendomi le mani nei capelli, per quella che credo essere la centesima volta. Ma quando mai ho deciso di raccontargli gli strani incontri con la ragazza del treno?

Deciso, poi, è un parolone. Mi ha talmente tanto assillato che alla fine ho ceduto ed ecco il risultato: volantini con frasi dal dubbio gusto in giro per Milano. Cerco di strapparne il più alto numero possibile e li cestino, ma le mie azioni frenetiche non fanno altro che far fermare i passanti che, incuriositi, si avvicinano per capire meglio quello che sta succedendo. Rinuncio all'impresa man mano che la folla si raduna e decido di allontanarmi in fretta per evitare che qualcuno inizi a fermarmi e farmi delle domande. Controllo l'ora sul cellulare, «Cazzo! Sono in ritardo», impreco tra i denti. Salgo di corsa le scale della metropolitana per dirigermi al lavoro. Come era prevedibile, il mio cellulare inizia a squillare in modo incessante. Le notifiche si moltiplicano a vista d'occhio tra messaggi e telefonate e sono costretto a spegnerlo. Spero con tutto il cuore che il mio capo non abbia visto questo scempio stamattina. Sono sicuro che mi licenzierebbe in tronco, già solo per il terribile editing del volantino. Matteo si è proprio impegnato nel renderlo il più brutto possibile. Capisco il giallo per farlo notare, ma la frase? Pessimo. Valuto se soffocarlo nel sonno stanotte per evitare che faccia ulteriori danni, ma poi penso che la mia carriera sarebbe compromessa.

Ma tutti questi pensieri passano in secondo piano perché sono certo che, a causa della trovata del mio amico, qualsiasi possibilità che potessi avere con quella ragazza si è irrimediabilmente frantumata.

Buon pomeriggio!
Nuovo capitolo e colpo di scena finale. Povero Edoardo, non deve essere stato piacevole per lui trovare tutti quei volantini. Ma chi ne sarebbe felice? Inoltre, crede che la trovata di Matteo gli abbia realmente rovinato qualsiasi possibilità con Alice.
Ma sarà davvero così?

Vi auguro una buona lettura e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate :)

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