Di discorsi e compleanni

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Quando l'Hogwarts Express era arrivato a Londra, il professor Paciock -che era sul treno insieme a sua moglie Hanna- era già accorso sul luogo del misfatto con i Caposcuola, richiamati dal trambusto in quella carrozza; dopo aver ascoltato i ragazzi attaccati, tutti rigorosamente Purosangue, aveva provveduto ad avvertire i Tiratori Scelti, i quali già sostavano presso il binario 9 e ¾. Era stata una casualità che il professore si trovasse lì, invitato a trascorrere le vacanze alla Tana con la sua famiglia su invito di Ginny, che voleva riunire i suoi amici per le festività.

Rose e Kelzar erano stati lasciati andare in fretta, coinvolti in minima parte nell'accaduto, mentre i Zabini e la Goyle erano stati trattenuti per ottenere informazioni su quell'uomo e un Medimago era accorso per curarli.

«Rosie!» la chiamò suo padre quando vide la ribelle chioma rossa spuntare dal vagone del treno da cui i Tiratori l'avevano appena rilasciata. Un sospiro si levò dalle sue labbra una volta accertatosi che la sua bambina stesse bene, tuttavia la sua espressione preoccupata non lo abbandonò.

La Rossa corse verso i suoi genitori con difficoltà, lasciandosi abbracciare nonostante le smorfie di dolore che le colorarono il viso di un tenue color pesca.

«Possibile che quando succede qualcosa ci sei sempre tu di mezzo?» domandò Hermione con rimprovero, ma dagli occhi traspariva la gioia nel vedere la figlia sana e salva, quasi del tutto incolume.

Ron rabbrividì vistosamente, poi disse alla moglie: «L'hai detto proprio come la McGranit».

«Oh a proposito, auguri papà» Rose lo baciò su entrambe le guance per porgergli gli auguri di compleanno che era stato il 1° marzo e che sarebbe stato festeggiato quella sera alla Tana. Anche per quel motivo Neville era tornato a Londra con l'Hogwarts Express.

«Rose, ho letto la Gazzetta» esordì Ron, prendendo in disparte la figlia e facendola arrossire fino alle punte dei capelli. La ragazza lo conosceva abbastanza bene da sapere che anche le sue orecchie avevano assunto un colorito rossastro.

«Erano tutte baggianate papà» lo interruppe prontamente, timorosa che potesse avere un infarto nel bel mezzo di King's Cross e toccasse a lei soccorrerlo. Che poi nemmeno lo sapeva come comportarsi in caso di infarto, avrebbe potuto solamente urlare e contattare un Medimago con la bacchetta.

«Lo so, ma devi sapere che ormai hai sedici anni...» biascicò senza guardarla negli occhi, osservando i mantelli dei maghi svolazzare in balia del vento, «... ed è normale che ti leghi a qualcuno» continuò, anche lui visibilmente paonazzo come la figlia.

«Papà... cosa stai dicendo?» domandò la ragazza, aspettandosi di vedere suo zio George comparire dal nulla per riscuotere i soldi di una scommessa che non gradiva affatto. Se davvero stavano scherzando sulla sua vita privata non l'avrebbero passata liscia, anche se erano loro gli adulti.

«Tua madre mi ha obbligato a farti questo discorso» disse, guardandola per la prima volta negli occhi. Erano azzurri come quelli di Hugo e risplendevano luminosi tra la foschia di King's Cross, sebbene il velo di preoccupazione non li avesse abbandonati del tutto.

«Voglio dire che... se vuoi molto bene a qualcuno, ecco, per noi non ci sono problemi».

Rose si chiese se volere molto bene fosse lo pseudonimo di stare insieme, ma la faccia di suo padre sembrava star andando a fuoco e decise di non infierire. D'altra parte non voleva davvero sapere cosa intendesse, voleva solo che finisse. E presto anche.

«Anche se questo qualcuno è incredibilmente arrogante... e presuntuoso... e odioso... e altezzoso...e Purosangue... come un Malfoy insomma» concluse, risistemandosi la giacca che ricadeva liscia lungo i fianchi nel tentativo di dissimulare l'imbarazzo.

Beh, siamo pur sempre Weasley, non possiamo parlare di un Malfoy senza inserire qualche insulto, neanche se ci conteniamo!

«Ma non avevi detto che nonno Arthur non mi avrebbe mai perdonato se avessi sposato un Purosangue?» domandò Rose, paonazza, ricordandosi il discorso che il primo settembre 2016 il padre le aveva fatto sempre a King's Cross.

«Sì, ma vedi... A sedici anni è normale avere dei... bisogni... Ed è normale che si cerchi un ragazzo... a prescindere da chi sia» riprese Ron, ormai vicino a scoppiare, il viso di un acceso color bordeaux e gli occhi piantati rigorosamente lontani da quelli figlia, altrettanto paonazza e imbarazzata.

«Non mi hai davvero fatto questo discorso...» biascicò la ragazza sconvolta, alla disperata ricerca di una giratempo al fine di evitare suo padre per sempre o di suo zio George che si sbellicava dalle risate nascosto in qualche anfratto. Ma purtroppo nessuna delle due opzioni sembrava volersi avverare nell'immediato futuro.

⊰·⊱

Hermione Granger aveva previsto ogni cosa per il compleanno del marito, nonostante avesse lasciato a Ginny l'organizzazione pratica. Il salotto della Tana era stata espanso con un Incantesimo di Estensione irriconoscibile per non soffocare gli ospiti. Erano state invitate le famiglie Paciock e Scamadro, naturalmente, e, a gran sorpresa, i Malfoy. Naturalmente Ronald non aveva potuto opporre resistenza alla decisione della moglie, la quale, anche per questioni lavorative, aveva invitato Astoria Malfoy e famiglia, compreso Scorpius ovviamente.

Hermione si era preparata per l'occasione, indossava un pantalone e una giacca nera e una canottiera rosa con i tacchi, mentre Rose un paio di jeans e un maglioncino. Indossavano abiti babbani la maggior parte del tempo, li ritenevano molto più comodi degli impegnativi abiti da mago. Inoltre, Hermione sosteneva di dover dare il buon esempio di integrazione al Ministero, dimostrando di essere una Nata Babbana e una strega grandiosa.

Quando Rose vide i Malfoy in lontananza arrossì furiosamente e si rifugiò ai piani alti della Tana per evitare suo padre; temeva che potesse fare qualche accenno al discorso e non era in vena di farsi prendere in giro da Scorpius. Anche se, in effetti, non era del tutto certa che il biondo potesse sopravvivere a una conversazione del genere con Ronald Weasley. Che Ronald Weasley potesse sopravvivere a una conversazione del genere con Scorpius Malofy, d'altronde, era escluso a priori.

Per fortuna tutti i suoi cugini erano di sotto, per cui si sdraiò su uno dei letti allestiti nella vecchia stanza di sua zia Ginny in cerca di un po' di pace e tranquillità, prima di tornare alla festa a farsi mettere in imbarazzo dai suoi genitori.

«Ma che ci fai qui?!».

Una voce la fece sobbalzare e la mano si diresse senza rifletterci alla bacchetta, prima di accorgersi che era solo Roxanne ad aver parlato. Aveva ancora i nervi tesi dopo l'incursione dello sconosciuto sull'Hogwarts Express e l'attacco ai Zabini e alla Goyle.

«Ti nascondi da Lorcan?» le chiese Rose di rimando, ignorando la sua domanda, consapevole che dopo Halloween c'era stato altro tra loro. In quel caso sarebbe bastato semplicemente evitarsi; i due, invece, sembravano sempre sul punto di esplodere ogni istante in cui si trovavano a meno di duecento metri di distanza –Rose non seppe dire con certezza se per l'imbarazzo di ciò che c'era stato con le maschere indosso o per la voglia di replicare ciò che c'era stato dopo, magari senza niente indosso.

«Papà mi prenderebbe in giro per sempre se sapesse che sto con Lorcan» confessò senza pensarci troppo e rivelando una situazione che probabilmente sarebbe dovuta rimanere segreta. Poi Roxanne fuggì immediatamente di sotto dopo essere avvampata, senza parlare nuovamente, e lasciò Rose sola nella stanza, persa tra i suoi pensieri.

«Oh, eccoti qui» disse una voce maschile chiudendosi la porta alle spalle. Scorpius era appena entrato e si dirigeva con passo deciso verso il letto su cui Rose era allungata. «Ho parlato con Zabini e mi ha detto che la Voce li ha insultati prima di attaccarli, e ha farneticato riguardo una falsa purezza del sangue».

Rose non riusciva a guardarlo negli occhi, paonazza in volto e con le parole del padre che le risuonavano insistentemente nella testa. Era eccessivamente vicino e se qualcuno fosse entrato nella stanza in quel momento avrebbe sicuramente frainteso la situazione.

Che poi, c'era ben poco da fraintendere, una Weasley e un Malfoy poteva passare del tempo insieme solamente per questioni di affari, ed era esattamente quello che stavano facendo loro due. Ciò non toglie che il discorso di Ron aveva turbato Rose più di quanto fosse disposta ad ammettere.

«Mi stai ascoltando?» domandò Scorpius, scuotendola dopo averla presa per le spalle. Il maglioncino con lo scollo che indossava lasciava scoperte le clavicole e qualche livido si intravedeva sulla porzione superiore del tronco, ma lui sembrava non averci fatto caso mentre le sue mani gelide le risultavano bollenti a contatto con la pelle nuda.

Un calore familiare si insinuò nelle sue viscere, un calore che solo il camino della Tana era capace di infonderle, un calore felice. E improvvisamente si dimenticò dell'articolo, di suo padre e dell'ambiguità del loro rapporto.

C'erano solo loro due a discutere e confrontarsi... e andava maledettamente bene così.


N.d'A.

Gente, ma voi ve lo immaginate Ronald fare un discorso del genere? Tra tutt'e due l'imbarazzo sarà arrivato alle stelle ahahahahaha

Btw, che mi dite? Cosa ne pensate? Secondo voi ci vorrà ancora parecchio prima che questi due scoprano qualcosa di interessante? ⚡

Sul loro rapporto, beh, non garantisco... però c'è qualcosa che potrebbe sembrarvi familiare, ma non aggiungo altro! 🙊

Ci vediamo prestissimo con il nuovo capitolo 🦋

Luna

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