La Tana

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Il Natale alla Tana era sempre stato qualcosa di speciale. Nonostante oramai fossero tutti cresciuti e risultava noioso ricevere ogni anno lo stesso maglione da nonna Molly, era l'aria della Tana a sapere di festa.

La cucina e il salotto profumavano di biscotti al cioccolato appena sfornati come se tutti si adoperassero per fare in modo che non mancassero mai. E in effetti Rose non riusciva a ricordare un Natale senza quei deliziosi biscotti.

Nonno Arthur non perdeva mai occasione per chiamare uno a caso dei suoi nipoti -con un nome sbagliato, ovviamente- e chiedergli l'uso del misterioso oggetto babbano su cui stava lavorando in quel periodo. Arthur Weasley era in pensione e quando non faceva il nonno a tempo pieno amava informarsi sul mondo babbano chiedendo continui chiarimenti ad Hermione.

Teddy, ospite con sua nonna Andromeda dacché Rose potesse ricordare, intratteneva i più piccoli con le sua abilità di metamorfomago mentre James tentava invano di rubargli la scena litigando con Albus. Lily, in compagnia di Lucy, li guardava esasperata, fuggendo non appena fiutavano l'aria di ramanzina di Molly. Hugo e Louis giocavano a Quidditch in compagnia di Al mentre le due bionde -Vic e Domi- parlottavano sempre fitto tra di loro, a volte anche in francese. Fred e Roxanne stavano perennemente progettando qualcosa.

I suoi genitori non bisticciavano e tutti gli adulti sembravano incredibilmente più inclini e chiudere un occhio sulle malefatte dei figli.

Il Natale era proprio magico, anche se non necessariamente nel senso letterale del termine.

Certo, erano cresciuti, Ted non faceva più spettacoli in salotto per tenerli buoni, James non tentava di maltrattare volutamente il fratellino e le due bionde si erano divise. Ma era una sorta mite consolazione sapere che la battaglia a palle di neve ci sarebbe stata anche quell'anno.

L'aria fuori dalla Tana era pungente, Rose lo appurò con le guance arrossate mentre tirava su col naso, nascosta dietro un masso enorme. Si guardava attorno, nell'attesa che qualcuno facesse un passo falso, ma non si accorse minimamente che, mentre lei scrutava oltre il sasso, qualcuno dietro di lei la stava fissando.

Aveva ridotto la sensazione di avere gli occhi di qualcuno puntati addosso a semplice fissazione, ma aveva dovuto ricredersi quando Albus aveva iniziato a bersagliarle la schiena di mucchietti di neve fredda. Al primo colpo si era irrigidita nettamente, inarcando la schiena, al secondo aveva sospirato e al terzo si era lasciata sfuggire un urletto che aveva rivelato al clan la loro posizione. Non fu sorpresa quando tutti piombarono su di loro, pronti a seppellirli sotto una coltre bianca. Perché sì, alla fine qualcuno finiva sempre per farsi scoprire e quello era il pegno che si doveva pagare.

«Poi mi chiedono perché adoro il Natale!» trillò Albus mentre James e Fred si adoperavano per ricoprirlo di neve.

Il candore della neve, nonostante le temperature a cui essa si manifestasse, Rose l'aveva associato al tepore dei caminetti accessi e dei maglioni caldi, delle coperte nei vecchi letti della Tana e delle stanze condivise con le cugine. Era bello, almeno a Natale, condividere.

Quel Natale, però, era diverso dagli altri. Nella atmosfera quieta in cui i cugini si divertivano, poteva chiaramente notare i sobbalzi di Roxanne ogni volta che sentisse nominare gli Scamandro o zia Luna, e Domi si era isolata dai suoi cugini preferendo starsene per i fatti suoi. Albus, tra una risata e l'altra, si rabbuiava pensando a Malfoy, confinato nel Manor ancora in convalescenza. Hogwarts, sebbene fossero passati a malapena tre mesi, li stava già mettendo duramente alla prova.

L'idea che ci potessero essere dei fanatici tra le mura della scuola, e che questi fanatici non fossero Serpeverde purosangue, era profondamente destabilizzante. Era chiaro come il sole che il razzismo manifestato alla partita di Quidditch era nei loro confronti, contro ogni precedente previsione, e Rose non era sicura fosse una caso che Malfoy fosse stato colpito. Certo, anche Nott e Zabini e molti altri presenti sul campo, compresi alcuni dei suoi cugini, erano purosangue, ma Malfoy ostentava a volte la sua aria da Lord.

Aveva riferito, dopo essersi svegliato in infermeria, di essere stato disarcionato da un bolide che gli aveva colpito, tra le altre cose, la cassa toracica, serrandogli il respiro -motivo per cui era svenuto ed era rimasto incosciente. Nonostante la sua versione fosse plausibile, Rose stentava a credergli, e voleva saperne di più sulla faccenda.

Naturalmente era stato scomodato il Ministero della Magia per un'infrazione del genere, e un paio di agenti della Squadra Speciale Magica erano rimasti qualche giorno ad Hogwarts a fare domande in giro a studenti e insegnati, per tranquillizzare i genitori. Non che ci fosse stato qualche attacco personale, ma per i suddetti Lord purosangue le misure di sicurezza non erano mai abbastanza.

Stupidi palloni gonfiati...

Rose era più che convinta che la faccenda fosse più grande di lei e tutto il clan Weasley-Potter messo insieme, ma non riusciva a reprimere la sensazione di dover fare qualcosa, e non necessariamente perché si sentiva ancora in colpa per Malfoy. Okay, forse anche per quello, ma il motivo ufficiale era che nessuno avrebbe lasciato che fossero le autorità costituite ad occuparsi di un caso del genere. D'altra parte gli Auror non erano stati minimamente tirati in causa, dunque non si trattava di qualche mago oscuro travestito da simpatizzante babbano le cui intenzioni erano quelle di catturare il favore di parte degli studenti per poi farli fuori tutti.

Non appena il suo cervello elaborò quelle parole, Rose non poté fare a meno di pensare che quella teoria fosse plausibile. Per quanto campata in aria e assolutamente senza senso, non era da escludere a priori. Certo, avrebbe dovuto indagare sulle più illustri famiglie del mondo magico, anche se molte di loro avevano perso i propri rampolli durante la guerra, e doveva fare molta attenzione, ma avrebbe iniziato non appena tornata ad Hogwarts, dove aveva a disposizione un'intera biblioteca.

D'altra parte, non aveva un gran da fare, dopo aver finito i compiti. Certo le ronde la spossavano, ma nulla che non si potesse recuperare. E Rose aveva deciso di volerci veder chiaro in questa storia. Naturalmente non aveva tenuto conto dell'eventualità di dover scavare nel passato di entrambi i genitori di colui con cui avrebbe dovuto instaurare un legame -non che le interessasse, in realtà- e di buona parte della popolazione di Hogwarts.

Rose Weasley non si ferma davanti a niente, o quasi... pensò mentre si rovesciava addosso il calamaio in cui aveva immerso la sua piuma per iniziare ad appuntare qualche nome che potesse esserle familiare.

Era spacciata.

N.d'A.

Lo so che non succede nulla, ma avevo bisogno un capitolo di passaggio in cui rielaborare le idee, e poi non potevo certo saltare il Natale alla Tana!
E già che ci siamo, nel caso in cui vogliate leggere di un Natale malandrino, c'è la mia oneshot "Buon Natale, Evans" che partecipa al concorso di hpitalia. Andate a dare un'occhiatina!

flyerthanwind

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