Il Viaggio

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Mi trovo di fronte la Budella, il canale che collega l'Inferno al Purgatorio. Ciò che ho visto mi fa gelare ancora il sangue nelle vene al solo pensiero, nel frattempo che i brividi mi percorrono la schiena e tutto il corpo, diffondendosi attraverso i nervi. Vedere persone famose e conosciute per qualche motivo, che sia politico o di altro genere, esiliate per l'eternità ad una punizione che nessun essere umano può sopportare perchè decisa e plasmata solo affinché sia sostenuta dalle anime, era stata un'esperienza orribile e inspiegabile. Gli occhi mi fanno male a causa del fatto che, man mano che si scendeva, la luce veniva sempre di più a mancare e la nebbiolina diventava sempre più fitta, fino a quando il buio mi aveva avvolto, costringendomi così a sforzare al massimo la vista. L'assenza di Dio si faceva sentire tra quelle anime maledette, rendendo per certi versi la loro espressione ancora più triste. L'aria si faceva sempre più rarefatta ogni volta che scendevo nel girone inferiore, sempre più vicino a colui che era stato il più bello e potente degli angeli, ma che per arroganza aveva sfidato Dio, venendo gettato insieme ai suoi seguaci dal Paradiso sulla Terra, la quale si era aperta perché neanche essa voleva saperne di lui: Lucifero. Egli ora altro non è che uno specchio della sua anima: un mostro peloso immerso dalla cintola in giù nella superficie ghiacciata del Cocito, facendo intravedere quindi solo la parte superiore. Sei ali di pipistrello, nere come l'inchiostro, partono dalle sue scapole, accompagnate da tre visi famelici. Le bocche affamate divorano eternamente i corpi straziati di Cassio e Bruto ai lati e Giuda al centro; quest ultimo ha la schiena graffiata e martoriata dagli artigli del diavolo. Orrenda fu anche la vista delle facce straziate delle anime, ma non di tutte, bensì di una sola parte. C'erano spiriti di persone che avevano il viso rugoso e sfigurato, pentiti dei loro peccati passati che piangevano chiedendo perdono, nel frattempo che le altre anime accettavano la loro punizione in silenzio, non lamentandosi mai e tenendo il sorriso sulle labbra, fieri della loro vita terrena. Oltre agli abitanti, tutto nel paesaggio mi aveva turbato fin nell'animo: l'erba secca su cui camminavamo faceva rumore ad ogni passo, mentre in alcuni punti passava dall'essere di un marrone ad un colore rosso scuro, ovvero lo sporco del sangue rappreso degli spiriti torturati. I fiumi, seppur infernali, sembravano la cosa più umana presente, anche se hanno effetti negativi sulle persone: ad esempio, lo Stige distrugge chiunque vi si immerga se non possiede un appiglio reale e terreno a cui aggrapparsi; il Flegetonte non è composto da acqua ma da fiamme che ardono l'anima di coloro che in vita furono violenti contro il prossimo; lingue di fuoco scarlatte simboleggiano il sangue versato che macchia le loro mani. L'unico fiume infernale 'normale' -se così si può definire- è l'Acheronte, dove il traghettatore Caronte trasporta anime da una sponda all'altra, portando barche piene di spiriti disperati sull'altra sponda. Il clima non era mai lo stesso: si passava dal caldo soffocante al freddo della superficie gelata del Cocito. Uno strano sollievo mi avvolge ora, in cammino verso un altra meta e sempre più lontano dalla città senza tempo e senza pietà, dove ogni spirito non può trovare pace. Una morsa mi aveva sempre accompagnato, una sensazione opprimente mischiata alla paura di non riuscire a rimediare ai miei peccati, che ci sia già il posto che mi spetta qui, come quella ragazza mi aveva profetizzato per suo marito durante il mio passaggio nel girone dei lussurriosi, Gianciotto Malatesta, responsabile della morte di lei e di suo fratello, nonché amante di lei. Mi ha riferito che c'è già il suo nome scritto tra i traditori situati nella sezione Caina, coloro che tradirono in vita i parenti. Le cose che ho visto, le pene che le anime di quelle persone - una volta vive come me - devono sopportare sono state per certi versi orribili e per altri solo curiosità. Pochi mi hanno veramente colpito nel profondo, come per esempio quando incontrai quella doppia fiammella tra tante e monotone lingue di fuoco, la quale mi narrò il suo triste passato e motivo della sua posizione nell'Inferno; non si sarebbe mai dovuto meritare un destino del genere dopo la morte, ma il volere e i confini di Dio esistono per un motivo e il loro oltrepasso non può essere giudicato in modo positivo da chi li compie. Particolare fu anche la storia dell'anima rinchiusa sotto la superficie ghiacciata del fiume Cocito, che divorava insaziabilmente le carni del teschio che teneva in mano, arrivando al punto di graffiare con i denti famelici l'osso. La vicenda che però mi coinvolse fino al punto di farmi venir meno, fu quello dei due amanti indivisibili trascinati dal forte vortice, simbolo della loro passione terrena passata. Mi ero rivisto molto nella loro situazione: separati da un destino che non li voleva insieme, troppo tardi consapevoli di ciò che provavano l'uno per l'altra dato che dopo la morte li aveva privati dell'amore terreno; in qualche modo però erano stati ripagati dal fato crudele, guadagnando qualcosa di meglio: l'amore spirituale, che a differenza dell'altro, dura in eterno.
Avevo sentito il calore avvolgermi il cuore quando il dolce viso di Beatrice mi era comparso davanti agli occhi della mente, portando con sè però anche i sensi di colpa, causati dal mio inutile e disperato bisogno d'amore che mi aveva aggredito dopo la sua prematura morte, portandomi ad accontentarmi anche di uno fittizio donatomi da donne con il mio stesso bisogno. Non so come reagirò quando la avrò di fronte alla vista ancora terrena, la sua bellezza raddoppiata da quella ultraterrena. Ora però devo pensare a che cosa mi aspetta, una scalata verso il Paradiso riservata a coloro che hanno capito di dover cambiare solo quando hanno toccato il fondo, quando era stato troppo tardi, capendo di dover farsi forza e coraggio per tornare in superficie. Vedrò anime faticare per espiare i propri peccati e raggiungere il posto che gli dovrebbe spettare in Paradiso, non sapendo nè quando nè come sarebbe successo. Il mio maestro, la mia guida, colui che mi ha sempre accompagnato nel mio tortuoso viaggio attraverso le terre dell'Inferno è posto al mio fianco, dritto con la schiena e l'espressione da saggio; indossa ancora una tipica toga romana, ma il suo viso sembra non dimostrare età. Guarda di fronte a sè, quando all'improvviso comincia ad incamminarsi lungo la Budella ed io lo seguo, cercando di prepararmi a ciò che vedrò.

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