«Come si salva qualcuno che non vuole essere salvato?»
Questa è la frase che disse Scott McCall durante un episodio della serie tv 'Teen Wolf'; frase che da quel momento mi è rimasta impressa nella mente. Quando tieni ad una persona che sta affondando e tutto quello che vorresti è solo farla tornare a galla, ma lei rifiuta la mano che le stai tendendo, cosa puoi fare per aiutarla?
La risposta non l'ho ancora trovata e, nonostante io la stia ancora cercando, sembro lontana anni luce, una piccola scintilla alla fine del tunnel che tuttavia sembra allontanarsi sempre di più. Stare vicino alle persone è difficile, lo so, ma non credevo che facesse anche così male; la parte peggiore è proprio quando tu vuoi dare una mano e loro la rifiutano. Sembra che un coltello ti si stia piantando in mezzo al petto, fa male il cuore e le lacrime escono quasi con spontaneità.
Già, le lacrime.
Uno dei miei talenti? È quello di piangere, stare male anche quando non dovrei, sentirmi in colpa nei momenti sbagliati ed inutili. Eppure sono fatta così: soffro per me stessa e per gli altri, non riesco a non provare ad aiutarli o sento un dolore al cuore, come un pugnale che viene girato e rigirato.
Sto male per niente, in poche parole.
Per anni e anni non ho fatto altro che costruire mura, erigerle intorno a me e coprirmi con maschere sorridenti e coperte impregnate di menzogna, sperando che potessero aiutarmi in qualche modo; ma loro riuscivano sempre a superarle, colpendomi e facendomi male. Una cosa ha funzionato per lo meno: le maschere. Cazzo, quelle sono la miglior invenzione esistente in sto mondo; nessuno ti chiede niente se tu le indossi e puoi facilmente morire o cadere a pezzi dentro di te, tanto gli altri non se ne accorgono.
Un giorno però vorrei imparare come si salvano le persone, trovare anche solo una risposta alla domanda che Scott fece, riuscire a trovare un modo per salvare le persone a cui tengo di più, aiutarle a non dover più per forza creare maschere e nascondere ciò che sono, ma farle splendere della luce propria di cui dispongono.
Sarebbe bello se accadesse un giorno.
Magari starebbero meglio loro.
Magari starei meglio io.
Magari le lacrime cesserebbero di uscire per loro iniziativa, facendo così fermare i pianti involontari.
Magari i crolli smetterebbero di esserci e di comparire così, all'improvviso.
Magari.
Un giorno.