Nightmare

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Molto probabilmente, se dovessi descrivere la relazione che c'è tra noi la paragonerei a un incubo. Non credo per colpa tua, ma più a causa mia.

Non riesco a guardarti senza piangere. Pensare a te senza provare un vuoto al cuore, il battito cardiaco che smette per qualche istante. Tentare di sfiorarti senza rimanerne scottata.

Ti osservo da lontano perché la vicinanza mi provoca nausea, mal di testa. Le budella si attorcigliano tra loro, creando un garbuglio di organi che mi provoca fitte improvvise, costringendomi quasi a piegarmi per il forte dolore.

Quando i tuoi occhi a mandorla, nei quali sono incastonate un paio di pietre di ossidiana, si posano nei miei simili alla terra brulla, non posso fare a meno di trattenere il respiro, chiedendomi se per caso sia tutto vero. Sei una persona reale? Con i lunghi fili di seta neri che ti sfiorano lo sguardo penetrate, che scava in profondità? Vorrei testare la verità, sentire con le mie stesse dita che tu sei qua, di fronte a me in carne ed ossa.

Abbasso lo sguardo, non essendo in grado di sostenere il tuo. La luna ti bacia il viso e la testa, lasciando che alcuni ciuffi catturino i raggi lattiginosi rendendoli argentei. Osservo le mie mani unite in un tentativo di calmarmi, le dita che si intrecciano tra loro in un tentativo di torturamento. Mi sento nervosa, un brivido di freddo mi attraversa la schiena, anche se la temperatura esterna è quasi calda. Mi mordo il labbro inferiore, mangiandomi le pellicine presenti, fino a quando non mi faccio male e un minuscolo rivolo di sangue mi scivola lungo la bocca. Mi stringo il corpo con le braccia, come se volessi abbracciarmi da sola.

In questo momento, una tua mano mi afferra il mento, alzandomi il viso per poter vederti meglio, nel contempo che mi asciughi la piccola goccia di sangue scarlatto. Le lacrime sono tornate a tormentarmi la vista, a malapena riesco a vedere qualcosa. Eppure i lineamenti del tuo volto sono così chiari sotto la debole luce lattiginosa, il tuo sorriso luminoso radioso, come se sia esso la vera fonte d'illuminazione, non satellite con le sue stelle.

Mi sussurri che ogni cosa andrà bene, mentre ti avvicini sempre di più. Istintivamente ti blocco, non sopportando quella vicinanza tra noi. Poggio le mani sul tuo petto, anche se è difficile combatterti, a causa della differenza d'altezza. Mi sovrasti, come se fossi pronto a inglobarmi in una bolla protettiva, realizzata dal tuo corpo.

Sarò mai in grado di accettarlo? O continuerò a scappare per sempre?

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