Paura

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Una mano si posa sulla mia spalla da dietro, mentre una goccia cristallina scappa dall'angolo del mio occhio e percorre la forma della guancia, un percorso oramai tracciato nel tempo. Non ho bisogno di voltarmi, ho l'impressione di conoscerti a memoria. I capelli, nero pece, ti cadono in fili sottili sul viso, sfiorando gli occhi in cui brillano due pietre di biorite, simbolo di protezione. I lineamenti del viso sono ben definiti, così come ogni linea del tuo corpo.

Qualche battito del cuore salta nel momento in cui le tue labbra piene e rosse mi sfiorano l'orecchio, sussurrandomi che non devo temere nulla, dato che sei al mio fianco, pronto a proteggermi in ogni momento. Nel contempo, come sempre, le tue ali nere mi avvolgono come un involucro di protezione, il tuo braccio libero che mi circonda il fianco e mi tira a te, facendo aderire la mia schiena al tuo petto. Le labbra mi si socchiudono incredula, mentre uno strano calore mi pervade il corpo, aumentando le lacrime.

Perché sei una creatura così affascinante, quanto spaventosa al medesimo istante? Cosa ti ha spinto verso di me, dandoti la possibilità di prenderti un pezzo della mia anima? Cos'è questa dipendenza, mescolata a uno strano magnitismo che mi spinge nei tuoi confronti?

Ancora, la tua voce mi mormora di non preoccuparmi, che ogni cosa andrà per il meglio finché tu sarai uno dei miei appigli, sempre a mia disposizione e pronto a porgermi una mano nel caso ne avessi bisogno. Il tono è profondo, dolce, gentile, in un certo senso rassicurante. Allora perché sono così terrorizzata? Perché le lacrime mi macchiano il viso, arrivando al collo come un fiume in piena?

La bocca è socchiusa, la mano destra stringe il tuo avambraccio nudo intorno ai miei fianchi nel momento in cui rafforzi la presa, lo stomaco che va in subbuglio, nel frattempo che la sua entrata si chiude, attorcigliandosi su se stessa. Provo dolore, ma non uno pesante, che ti spinge a terra e pare ucciderti. Al contrario, sembra una sofferenza quasi piacevole, di quelle che devi sopportare per poter stare meglio.

Chiudo gli occhi, il respiro accelerato e irregolare. Le tue labbra morbide si posano contro il collo, dove lasci un bacio delicato prima di premere una guancia contro la mia. Anche l'altro braccio, fino a poco prima posto sulla mia spalla, raggiunge l'altro introno ai miei fianchi, i nostri corpi aderenti. Sembriamo due pezzi di un puzzle fatti per essere incastrati l'uno con l'altra, parti di una figura più grande che non ci è dato conoscere.

Mi stringi, sempre più forte, le tue ali mi avvolgono, lasciando scoperta la tua schiena, rendendoti vulnerabile per poter proteggere me. Essere un Angelo della Morte non vuol dire per forza rappresentare il male e tutto ciò che c'è di negativo. Alle volte è solo la rappresentazione delle nostre paure, fragilità, che in qualche modo tenta di aiutarci a comprenderle per vincerle, combatterle.

Stringo le mani sulle tue braccia intorno ai fianchi, mentre sposti il viso contro l'incavo del collo, esso si incontra con la spalla, il tuo respiro caldo che mi solletica la pelle. Le ali ci avvolgono, come se fossero anche mie.

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