piano forte per noi

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

♥❇♥6 anni dopo♥❇♥
Le maestre, professoresse dicevano tutte le stesse cose: repressa, dalla psiche disturbata, silenzio dovuto a depressione post shock. Sì shock, depressione ... Non ci credevo nemmeno un po. Sapevo il perché e conoscevo il motivo. Ma era assurdo che fossero tutti così convinti.
Tornai a casa e mamma mi salutò subito. -amore vai a prendere Julie?- mi chiede annuisco mentre poso lo zaino e torno a uscire.
Jesse oggi ha calcio e io prendo Julie visto che mamma deve tornare all'ospedale nel reparto di cardiochirurgia dove lavora. Esco e arrivo alla scuola di Julie.
È stata anche la mia scuola quindi le persone un po mi squadrano. Forse perché sto per iniziare la superiori invece che la terza media? Forse perché considerano mia madre un po una puttana? No sarebbero già morti altrimenti.
È perché non parlo e "costringo" gli altri ad imparare il linguaggio dei segni.
Non voglio farci caso ma è quasi impossibile. Mi sembra mi leggano l'anima.
Finalmente suona, prendo subito Julie che mi corre in contro urlando felice che manchi una sola settimana alla fine della scuola.
-Jamie lo sai che oggi ho preso 10- comincia mia sorella e continua ovviamente a parlare fino a che arriviamo da zia.
Julie è molto intelligente per la sua età ed è tale quale a papà. Capelli neri che di solito intreccio un due sottili treccine e gli occhi sono scurissimi. Solo Jesse è diverso. Lui ha i capelli stranamente chiari e gli occhi verdi come la mamma di mamma. Jesse è fantastico ma personalmente preferisco Julie, lui mi analizza troppo quando ci si mette. Ed è quasi fastidioso quando lo fa, mentre che ascoltare Julie è una gioia.
Julie non bussa nemmeno, entra buttandosi tra le braccia di Esme che ovviamente è già pronta a prenderla.
Rosalie sa che oggi apparte studiare ha il permesso di tagliarmi i capelli che ricci scuri e tanti come sono arrivano più giù del seno e se non fosse per la pelle chiara di eredità di mamma sarei una vera e propria africana.
-Jamie cosa studiamo oggi?- mi chiede Jasper che è il mio tutor preferito. Tiro fuori spagnolo dallo zaino e lui sorride. Ama lo spagnolo quasi quanto me. Comincia a spiegare ma mentre lo fa si apre la porta e subito decido di non farci caso ma quando mi giro per poco non mi parte un attacco di panico. Lui è lì che guarda Julie poi il suo sguardo cade su di me e mi sembra che con lo sguardo mi spogli in pochi istanti.
Deglutisco a fatica e torno ai compiti. Ho così paura di quel che significa la sua apparizione che mi trema la mano. Negli ultimi sei anni era tornato una volta soltanto.
-stai calma piccola, le sue emozioni non sono di rabbia, è solo confuso. Non avere paura, ci penso io a difenderti- È dolce Jasper, gli voglio tanto bene.
E per quanto Edward, mi faccia paura lo ho sempre e comunque, sempre sognato. Con l'eccezione che nei miei sogni, lui non convince Jane a torturarmi, lui mi salva ogni volta. Il che mi fa pensare di essere il motivo per cui prima era buono e adesso cattivo.
O almeno Esme dice che nei primi anni era buono. Mi fido ma mi sento in colpa quando penso che se non fosse stato per me, apparte stare con mamma sarebbe ancora fantastico come lo descrivono tutti.
-tu sei Julie, vero?- chiede lui, Edward a mia sorella.
-sì e tu somigli ai disegni di Jamie- la maledico mentalmente ma lascio correre.
-davvero?- gli chiede lui.
-sì, lo psicologo dice che la aiuta a non impazzire. Ma a me non sembra che Jamie sia matta. È solo zitta- continuo a maledire lei e la sua linguaccia.
-wow- commenta lui. -ma tu lo sai chi sono?- chiede a mia sorella.
-sei l'altro maschio della mamma- trattengo una risata. -ma per me sei più bello tu- quasi mi strozzo con la saliva e con me anche Jasper.
-se l'avessero detto a me ci sarei quasi rimasto male. Adoro Julie ma avrei preferito lo dicessi tu- mi sento arrossire. È un gran complimento e glielo faccio capire mimandolo con il linguaggio dei segni. Sorride -è la verità piccola-
Abbasso lo sguardo ma appena lo rialzo il mio cuore accelera. È a pochi centimetri dal mio viso.
-Edward lascia studiare Jamie, dobbiamo prepararci per l'esame d'entrata alle superiori- dice Jasper. -perché non fai un giro?- Edward resta con gli occhi fissati su i miei. -suoni?- mi chiede. Annuisco. -cosa suoni?- il mio sguardo cade sul pianoforte.
-suona pianoforte, violino, flauto traverso e chitarra. Poi Bella le ha fatto studiare danza classica e hip-hop e ginnastica artistica-
-le belle arti sono la tua passione?- mi chiede. Annuisco. -ho fatto l'insegnante di pianoforte, perdona allora il mio interesse ma, posso sentire?- guardo Jasper e lui alza le spalle allora decido di accontentarlo. Esme mi da il permesso con gli occhi e mi spiedo davanti alla tastiera del pianoforte classico. Edward invece mi fa alzare e andiamo davanti a quella elettrica. Mi siedo e lui mette un intonazione con accompagnamento di tutti gli strumenti che so suonare e da una cartellina tira fuori lo spartito di "i belive" dei Sonohra. Comincio a suonare i primi accordi e lui ... Lui canta. Canta mentre suono e la sua voce è maledettamente perfetta, intonata, candida in ogni aspetto. Non sembra il ragazzo di 6 anni prima: -" Resta così contro luce per me, verde luna sei la mia complice, il coraggio che ho di lasciarti oramai nebbia in bocca agli dei ..."- dopo un po ci prendo gusto anche se mi lascia l'amaro in bocca. La canzone finisce e lui mi guarda negli occhi e abbasso subito lo sguardo. Sento le sue dita fredde alzarmi il mento costringendomi a guardarlo.
-Jamie, mi volevo scusare, sul serio non c'è l'avevo con te, ero solo tendente a credere che fosse colpa tua. Ma come entrambi vediamo posso toccarti ed è una bella sensazione- Arrossisco.
-perché non dici nulla?- mi chiede.
-Edward, lei non ...- Alice si blocca.
-lei cosa?- chiede lui.
-lei non parla da 6 anni- dice Rosalie.
-stai scherzando?- chiede lui. Scuoto il capo imbarazzata. Sento che sto per piangere perciò mi alzo e torno vicino a Jasper e mi faccio aiutare in matematica. Sento che discute con i suoi famigliari e io stringo Julie tra le braccia.
♥❇♥❇♥
I giorni passano veloci e mentre studio e suono con Edward mi accorgo di quanto sia creativo alla ricerca dei testi sonori più svariati di qualsiasi tipo di lingua.
Inizio gli scritti e durante la prima giornata al mio ritorno Edward mi abbraccia e sorrido.
-oggi ti ho trovato una canzone, piccola, che mi sembra dedicata a te- dice e mi tira alla tastiera elettronica che è già impostata sulla nostra tonalità frequente. La canzone in questione è "vivo per lei". È un duetto.
Mi blocco e lo guardo. Lui sorride e mi fa segno di suonare. Comincio e come al solito inizia a cantare. Chiedo gli occhi e aspetto. Come è ovvio si ferma quando il suo pezzo finisce e attende. Dalle mie labbra esce un sibilo strozzato e smetto di suonare.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro