Capitolo 15: Libertà

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Ingrid mi ha detto che se voglio posso restare qui, a fare zapping e cercare informazioni su Jeff.

Continuo a non capire perché faccia così. Non chiama la polizia, non interviene. È insensato, totalmente insensato. Per questo non mi fido.

- È tardi - mi dice Ingrid - Non credi che dovresti smetterla? Nessuno ha arrestato Jeff, lo saprebbero.

- Devo trovarlo.

- Sei stanca - replica lei - Hai bisogno di dormire. Puoi restare qui, davvero.

Ripenso ai muri ammuffiti e al divano in macerie della mia nuova casa. L'opzione di un letto caldo è allettante, lo ammetto. Ma Jeff non lo vorrebbe mai. Però lui non mi vede, ora.

- Potresti consegnarmi alla polizia invece che aiutarmi. Qual è il tuo problema?

Lei scrolla le spalle - La prigione non ti servirebbe.

Non dice altro. Non credo di sopportarla particolarmente. Ma non voglio nemmeno dormire in quella casa orribile.

Jeff non lo sa.

Ma io lo saprò.

Non posso dormire qua.

Ma lei vedrebbe. Vedrebbe facilmente dalla finestra il luogo dove sto andando. Posso andare a dormire da un'altra parte e tornare di nascosto, la mattina presto. Lo potrei fare.

- Ho già un posto in cui dormire, comunque - dico, alzando le spalle e infilando le mani nelle tasche dei miei pantaloni. Mi alzo in piedi.

- Mangia qualcosa, perlomeno. Ho un toast.

- Non mangerò il tuo cibo, Jeff non lo vorrebbe.

Ingrid resta zitta per un paio di secondi, poi fa schioccare la lingua contro il palato e mi parla - E dimmi. Hai mai pensato di poter prendere da sola almeno una decisione?

- Io devo tutto a Jeff. Mi ha salvata, e mi ama. Mi fa stare bene.

- Se ne sei convinta... - si allontana, andando nell'angolo cucina e prendendo dal frigo degli hamburger.

In che senso? Lei crede che Jeff non mi faccia stare bene? Che non mi ami?

- Jeff mi ama - ribadisco, camminando verso di lei - Me lo dice sempre.

- Anche mio padre me lo diceva - risponde lei con un sorriso amaro - ma non servono le parole. Servono i fatti.

- Mi ha salvata dalla mia famiglia. Mi ha presa con sé e liberata.

- Liberata decidendo di comandarti come se tu fossi il suo burattino e di picchiarti quando vuole? O liberata decidendo quando devi mangiare, quando devi uscire di casa e...

- Sta zitta! - sbatto le mani sul bancone della cucina - Tu non capisci! Jeff farebbe di tutto per me! Mi vuole bene! Non vuole farmi male, se lo fa è solo colpa mia! Mia e di nessun altro! Lui è bravo con me, è buono.

Mi trema la voce, e le mani. Non può dire queste cose. Lei non conosce Jeff, non lo conosce.

Ingrid alza gli occhi su di me, freddamente - Ne sono sicura. Deve essere una persona meravigliosa anche quando sgozza le persone nel sonno. È davvero buono, no?

Resto zitta. Abbasso lo sguardo. Lui lo fa perché non può farne a meno. Io lo so, la colpa non è sua. Non è cattivo. Sono gli altri che non capiscono.

- Madge. Per favore almeno mangia un hamburger. Da quanto vivi di cibo freddo? E non puoi non mangiare sperando che torni - dice lei, leggermente più calma. Ha messo la carne sul fuoco, ed ha decisamente un buon odore.

- Perché ti importa che io mangi? Perché ti importa di me? A te fa schifo Jeff, dovrei farti schifo anche io.

Ingrid scuote la testa, passandosi una mano tra i capelli - Perché tu mi ricordi me, Madge.

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