Capitolo 19: Cambio

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Ingrid ha insistito per tagliarmi le punte dei capelli, ma gliel'ho impedito. Credo che Jeff si accorgerebbe se avessi i capelli più corti.

Quindi si è limitata a costringermi a fare una doccia e a lavarmi, cosa che solitamente riesco a fare circa una volta al mese o giù di lì, sciacquandomi rapidamente nella casa di qualche vittima.

È una cosa che mi piace, quando Jeff fa il suo lavoro in silenzio e possiamo stare tranquilli per un po' in casa d'altri. Possiamo mangiare cibo buono, lavarci un po'. E in queste occasioni Jeff è sempre rilassato e dolce. Gli piace abbracciarmi e coccolarmi, e io mi sento realmente felice.

Sospiro, al pensiero che lui non sia qui con me. Sono preoccupata, credo.

In realtà avevo la sensazione che sarei stata molto peggio. Mi sembra quasi di non soffrirne abbastanza. Forse sono crudele. Forse dovrei soffrirne di più.

Ingird si è occupata di truccarmi.  Ha bendato la ferita ancora fresca sulla mia guancia, e mi ha detto che se qualcuno me lo chiede, potrei dire di essere caduta ed essermi fatta male.

Per il resto, ha coperto un livido abbastanza sbiadito che avevo sullo zigomo. E ha insistito per mettermi un po' di mascara.

- Ti risalteranno gli occhi, e hai degli occhi bellissimi - mi ha detto, io ho alzato i suddetti occhi al cielo. Sono ancora convinta che abbiano un colore orrendo di un azzurro biancastro e sporco.

Una volta che ha finito con il suo set di pennelli, pennellini e non so quali altre cose mi ha detto che nessuno potrebbe riconoscermi e che non sembro affatto la ragazza di cui si parla sui giornali.

- Madge, indossa qualcos'altro, ti prego. Posso mettere il tuo maglione in lavatrice - dice Ingrid, dopo che ho provato a raggiungere il mio unico capo d'abbigliamento abbandonato sul divano - È del tutto lurido.

- Jeff si accorgerebbe del maglione pulito.

- Sì, ma è disgustoso - commenta lei - Non puoi andare in giro così. Non puoi inventare qualche scusa?

Sospiro. Decido che forse posso lasciar correre. Forse non lo noterà.

- Cerca qualcosa nel mio armadio, tra poco usciamo.

Entro nella caotica stanza della ragazza, e inizio a cercare qualcosa. Non capisco come sia possibile che Ingrid indossi quasi solo cose attillate. Leggins stretti, shorts, canottiere corte, top... credo di non aver mai messo cose del genere. Ho sempre portato cose larghe, il mio corpo non mi piace un granché.

- Allora? - chiede Ingrid, entrando nella stanza - Hai trovato nulla?

- È tutto così stretto - commento, stringendomi l'accappatoio che mi ha prestato attorno al corpo.

Lei ridacchia - Mi spiace, evidentemente non è il tuo stile.

- Non hai una felpa, o qualcosa del genere?

Alla fine riesco a rimediare una felpa che a quanto dice la ragazza, non viene indossata da circa quattro anni, color uva, e un paio di pantaloni grigi.

Non voglio uscire, sinceramente. Voglio restare a casa e cercare notizie su Jeff. Sto perdendo tempo.

Eppure sono succube di Ingrid. Non sono armata, relativamente debole. Sto ancora pensando che potrei aggredirla. Ma cosa ci guadagnerei? Se la uccidessi non saprei come gestire la situazione, affatto. Jeff è quello che sa cosa fare, quello che sa elaborare un piano e come non farsi trovare. So che devo seguirla perché a casa sua posso avere le informazioni, entrare nella casa di qualcun altro sarebbe rischioso, mentre lei è ospitale.

Spero solo che questa storia finisca presto, non ne posso più.

Esco di casa, e la luce del giorno mi dà decisamente fastidio. Almeno Ingrid mi ha dato un paio di occhiali da sole.

È stata cortese.

Sto iniziando a chiedermi se non dovrei ringraziarla o qualcosa del genere.

- Dove stiamo andando esattamente? - chiedo, mentre ci addentriamo nei vicoli. Si tratta di una zona più ombrosa, con vicoli più stretti e meno gente.

- A trovare una persona. Su, basta domande e cammina, così risparmi fiato!
Il nostro percorso finisce in una piccola piazza. C'è un vecchio bar e qualche panchina. Non ha l'aria di essere un posto molto frequentato, ed è piuttosto sporco. Ci sono carte più o meno ovunque.

Ci sono solo tre o quattro persone, e Ingrid si dirige subito verso una di loro.

È una ragazza pallida, con i capelli tinti di un verde acceso e vestita come una punk uscita direttamente dagli anni ottanta.

La ragazza alza lo sguardo e fa un cenno ad Ingrid, sorridendo con le labbra decorate da un anello di metallo.

E io ora che cosa dovrei fare? Mi mantengo a distanza di sicurezza, non avendo idea di cosa dire.

- La tua amica lì chi è? - chiede la ragazza, notandomi - Vieni qui, che sei timida?

Mi avvicino di qualche passo. Come diamine sono finita qui? Io avevo altro da fare. Non sono interessata a nessuna ragazza con i capelli color evidenziatore.

- Lei è Jade - mente Ingrid - È venuta a stare da ma un paio di giorni perché ha avuto qualche problema con il fidanzato. Jade, lei è Michelle.

Guardo la ragazza, che mi porge una mano con vari anelli su quasi ogni dito. Io la stringo, anche se abbastanza titubante. Mi chiedo quanto durerà tutto questo. Sono qui da circa trenta secondi e voglio solo andarmene.

- Allora - dico, tossicchiando - Perché siamo qui esattamente?

Michelle alza le spalle - Io e Ingrid volevamo fare un giro. E io devo compare dei vinili.

- Vinili.

- Musica.

- La musica che Michelle ascolta fa schifo - suggerisce Ingrid.

- Taci, fan di Minaj.

Rimango abbastanza accigliata. Inizio a pensare di andare via. Del resto, posso sempre cercare Jeff da un bar, o dai vecchi giornali. Non voglio parlare con nessuno.

Voglio solo Jeff di nuovo con me. È realmente così difficile? Digrigno i denti. Non voglio perdere tempo.

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