Capitolo 5: Sorridi!

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Jeff sta mangiando. Io oggi non posso.

Quando sbaglio, non posso mangiare. Devo aspettare domani, anche se il mio stomaco gorgoglia. Credo sia una giusta punizione per la mia mancanza di rispetto, dopotutto.

Quindi resto seduta di fianco a lui, guardando lui ed il suo cibo. Lui non guarda me, è concentrato solo sul panino. Quando finisce, però, si strofina le mani sui jeans per ripulirli dalle briciole e mi guarda.

Io subito abbasso lo sguardo, non volendolo sfidare in alcun modo.

" Sai - dice, mentre sento ancora il suo sguardo pesante su di me - Stavo pensando. Oggi non uscirò di casa. Stanotte voglio restare con te."

Mi sembra quasi che il mio cuore perda un battito. Alzo lo sguardo, e all'improvviso un largo sorriso si forma sulle mie labbra.

Davvero vuole farlo? Davvero vuole passare tutta la notte con me? Non mi ha mai detto nulla del genere. Mi sento piena di gioia solo all'idea.

Amo passare il tempo con lui. Ha persino rinunciato ad uccidere, solo per me!

Quando si alza lo faccio anche io, ma come al solito, non sono io ad abbracciarlo o baciarlo. Ormai so bene che odia essere toccato, e che deve sempre essere lui a fare il primo passo.

Lo sento accarezzarmi il viso con una mano, e chiudo gli occhi. Lascio che, lentamente, mi faccia sdraiare sul divano poco lontano, e aspetto. Mi accarezza ancora, e talvolta mi lascia qualche bacio sulle labbra.

È molto delicato. Di solito non lo è mai. O almeno, non così.

" Madge, bisogna fare una cosa " dice, sussurrandomi nell'orecchio.

Poi, all'improvviso, la lama fredda di Jeff si posa sulla mia guancia, e il mio corpo, da totalmente rilassato, si irrigidisce.

Jeff non userebbe mai il suo coltello contro di me. Io non sono certo una delle sue vittime.

So che sono stata cattiva, forse è stato questo. Forse si è reso conto del fatto che non vado per nulla bene, che alla fine io non posso renderlo felice. Non riesco a renderlo felice, e per questo mi odio.

Mi va bene che mi uccida, lo merito, lo merito del tutto.

" Apri gli occhi, non è ciò che pensi."

A sentire tali parole, leggermente sorpresa, sollevo lentamente le palpebre.

La mano libera di Jeff passa piano sul mio collo. Non preme, non sembra che voglia soffocarmi o qualcosa di simile. Però mi tiene ferma.

"Tu non vorresti essere come me?" sussurra lui "Tu vuoi piacermi, vero?"

Annuisco, mentre sento la gola secca. Mordo l'interno della mia bocca.

"Se vuoi piacermi devi essere bella, ma con tutti quei lividi rischi di non esserlo, capisci? " dice lui, calmissimo " Per questo devo renderti bella, proprio come me. Tu vuoi piacermi, no?"

Annuisco ancora, ma a Jeff non sembra bastare.

" Dillo, Madge."

" Io... farei di tutto per piacerti."

Un dolore orrendo mi trafigge la guancia. Vorrei urlare, ma non posso. A Jeff non piacerebbe. Stringo i denti, mentre mi manca il respiro.

Sento la sua lama premere sulla mia carne, e lentamente la scava.

So cosa vuole fare. Quando avrà bucato la mia guancia muoverà il coltello verso la bocca, e poi farà lo stesso con l'altra metà del mio viso. Sento copioso il sangue che scende lungo la mia mascella, ma soprattutto, sento il dolore.

Brucia, e mentre il coltello preme, sento i miei occhi riempirsi di lacrime e devo costringere il mio corpo a non dimenarsi, a non ribellarsi.

Brucia. Dannazione, brucia.

Non credo di aver mai sofferto così, sono pochi secondi ma durano ore.

Jeff non ce la faccio. Davvero, non ci riesco.

Non riesco più a trattenere le urla, istintivamente cerco di scostarlo ma lo sento premere di più sulla mia gola.

Le mie spalle sono scosse dai singhiozzi, e quando i miei occhi incontrano quelli di Jeff, vedo quanto sono arrabbiati. Di nuovo la mia vista viene offuscata dalle lacrime.

Poi, finisce. Sento un verso frustrato, e Jeff si toglie da sopra di me.

" Porca puttana! - dice, arrabbiato - Non si riesce a fare un lavoro decente se piangi! Perché cazzo piangi? Tu lo vuoi, dannazione! "

Mi ranicchio sul divano, ancora piangendo, mentre sento il sangue percorrere la mia mascella, scendere lungo il collo e macchiare il mio maglione.

" Mi dispiace..." sussurro, scossa " Mi dispiace..."

Con le mani mi graffio nervosamente le ginocchia, mordendomi le labbra con forza, quasi volendomi punire.

" Taci!" mi grida lui, e mi sento afferrare per i capelli con forza.

Vengo obbligata ad alzarmi, non vedendo nulla per colpa delle lacrime, ma quasi subito un calcio mi prende lo stomaco e mi fa cadere ancora, mentre sento la bile risalire la mia gola.

Non faccio in tempo a ranicchiarmi in posizione fetale che vengo tirata ancora su, e tenuta per il collo del mio maglione rosso come il sangue che lo macchia.

" Guardami." lo sento dire, ma non alzo lo sguardo.

Vedo poco, e guardo verso il pavimento, verso le mie scarpe e le sue scarpe.

Hai ragione a farmi male. Madge è cattiva, Madge fa schifo. Picchiala, falle male, lo merita.

Madge ti ha deluso, Madge non si difenderà perché non se lo merita. Picchiala forte, ricordale quanto è disgustosa, quanto è inutile.

Perché così è, lo sanno tutti. È sorprendente che tu possa amare qualcuno che ti delude sempre.

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