Mi dispiace

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Pw voi stesse

Il dopo non so nemmeno come descrivervelo, l'ambulanza portò via il corpo dell'ormai deceduto signor Higashikata. Le ultime parole che pronunciò Josuke furono:

"Questo uomo ha svolto il lavoro di poliziotto per trentacinque anni per proteggere questa città, ora tocca a me farlo"

Dopo questo neanche più una parola si udì da quelle sue labbra.

Il resto me lo raccontò Jotaro, la madre di Josuke sarebbe stata per un po' dai parenti e  lui l'indomani si sarebbe temporaneamente  trasferito a casa del ragazzo per sconfiggere Angelo. Infatti, lo stand dopo aver ucciso il poliziotto sarebbe ritornato all'attacco.

Siccome Jotaro doveva sbrigare una faccenda con l'associazione del caro Speed, ha affidato a me il compito di badare a Josuke per una sera, dato che Koichi non se la sentiva.

Spiegata la faccenda a mia madre e avuta la sua approvazione, suonai al campanello del mio vicino di casa.

"Oh (t/n) Jotaro mi aveva avvisato che saresti venuta, lo sai che non sei costretta vero?"

Io annui e lui si spostò per farmi entrare.

Lo scenario che mi si presentò davanti mi rattristò, evidentemente dalla rabbia, il ragazzo aveva rotto alcuni mobili di casa sua.

"Josu-"

Stavo per parlare ma il ragazzo mi interruppe per dirmi:

"Scusa non ho molto in casa, ti va uno snack o altro?"

"Va bene"

"Perfetto allora vieni in camera mia che magari ci vediamo un film sui due puf che ho in stanza"

Stava sorridendo? No qui c'è qualcosa che non va, non me la bevo.

Salimmo in camera e una volta seduti mi offrì un Pocky [mikado giapponese] con un sorriso.

A quel punto non ce la feci ed esplosi

"Ti prego non devi fingere; almeno non farlo con me"

"(T/n)"

Mi disse il ragazzo con una voce che sembrava un sussurro

"Non interrompermi per favore!"

Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto ma cercai di restare il più forte possibile per lui.

"Non è facile la situazione che stai affrontando e mi dispiace di non essere riuscita a fare nulla, per questo sono venuta qui, ci sarei venuta lo stesso anche se Jotaro non me lo avesse chiesto, non posso sapere ma penso che sia davvero uno schifo quello che stai passando, quello che ti chiedo e di non fingere con me, non mostrarmi un sorriso che non c'è, io sono qua se ne hai bisogno ci sono, non sono certo venuta qui per giudicare il tuo gusto di arredare casa"

Sorrise di poco il capellone per le ultime parole dette, poiché sapeva che mi stavo riferendo ai mobili che aveva spaccato, poi gli iniziò a scendere qualche lacrima.

Senza pensarci due volte lo abbracciai, lui subito si stupì ma poi ricambiò il mio gesto nascondendo la sua faccia nella mia spalla sinistra, per poi dire:

"Grazie (t/n) sei fantastica!"

"Baka è normale che mi preoccupi, so quando il tuo sorriso è vero bei capelli"

Provai a toccarli la testa ma mi fermai, non sia mai che mi uccida per aver scompigliato la sua pettinatura.

Le lacrime del ragazzo, che prima bagnavano  la mia spalla, smisero di scendere.

Josuke staccò il suo viso dalla mia scapola e mi guardò negli occhi

"Chicco di riso sei proprio una baka, non piangere pure tu ahhaha"

Mi asciugò le lacrime con i suoi due pollici e poi mi sorrise

"Questo è il sorriso sincero del ragazzo che conosco!"

"Ahhaha grazie ma ora devi prenderti le tue responsabilità!"

"Che vuoi dire?"

"Mi stavi per toccare i capelli prima vero?"

"Io noooooooooooooosi"

"Hahah lo sapevo"

"Scusa mi stava venendo naturale accarezzarti i capelli per confortarti, sai a me rilassa quando me li ticcano"

"Be se sei tu, puoi anche toccarmeli"

Sussurò il ragazzo diventando di un colorito rosso sulle guancie.

Per non arrossire di rimando mi alzai e producendo un rumore simile ad un colpo di tosse, dissi:

"Vado a prendere dell'acqua dalle bottigliette nel frigo di sotto, tu riposati e non spaccare più niente"

"Agli ordini sergente chicco di riso"

La sua battuta mi fece ridere ma cercai di nascondere inutilmente il mio sorriso.

Stetti un po' sotto per riprendere fiato e per bere. Quando ritornai sopra vidi che il capellone si era addormentato sul puf; era un angioletto mentre dormiva, mi avvicinai al suo viso e mi misi di fianco a lui poggiando la mia mano sulla mia guancia sinistra tenendomi con il gomito.

Era un paradiso per i miei occhi vederlo dormire; il mio istinto mi portò ad accarezzargli i capelli, ma solo uno o due volte, non si sa mai che lo svegliassi.

Fato o meno i miei occhi iniziarono a chiudersi fino ad appoggiare la testa al lato del puf per  poi addormentarmi.

Giuro che nel prossimo capitolo ci sarà un po' più di azione che di pianti ahhahah, siamo arrivati alla fine del capitolo, vi aspetto al prossimo episodio!

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