Preparai quel poco di cose che mi avrebbero aiutato in viaggio: soldi, cibo e acqua, e due cambi di vestiti. Prima di andar via mi misi sulle ginocchia e abbassai il capo. Non sarei ritornata a casa per un bel po'.
Non posso credere che andrò via di casa in questo modo...
“Possiamo andare!” dissi a Kanroji-san mentre chiusi la porta alle mie spalle.
“Sicura che vuoi partire subito? So quanto può mancare la propria casa…” disse guardandomi dispiaciuta.
Non doveva esserlo. Non volevo che i miei occhi gonfi e la mia stanchezza la preoccupassero. Quello… quello che è successo è successo, non mi darà fastidio, non devo piangere ora, devo andare avanti. Sono sempre stata forte in fondo!
Dopo un po’ che eravamo a valle, un corvo iniziò a volare verso la nostra direzione. Kanroji non sembrava preoccuparsene, anzi, gli andò in contro. Quando il corvo iniziò a parlare mi bloccai sul posto e Kanroji si girò verso di me.
“C’è stato un avvertimento questa mattina prima dell’alba Hibiki-chan, devo correre sul posto!” sembrò ricordarsi che doveva accompagnarmi dal maestro e mise le mani sulle guance. “Aaah! È vero! Il maestro! Ti darò le direzioni, mi ricordo la strada! Pensi di potercela fare?”
Sembrava così dispiaciuta e doveva pure andare via velocemente. Magari un altro demone era in un villaggio lontano da qui…
“Mi dica tutta la strada, c’è la posso fare!” le feci un piccolo sorriso e dopo avermi dato le direzioni (molto… ma molto confuse) mi abbracciò ed andò via.
…
……
Come ho fatto a perdermi…?
Mi guardai un po’ in giro mentre esploravo quella che da collina diventò una vera e propria foresta. Controllai se il sole fosse ancora alto, e per fortuna lo era… ma sarebbe venuto il tramonto in poche ore…
Devo sbrigarmi a trovare il maestro…
Poche ore dopo…
Iniziai ad ansimare ferocemente, non pensavo che avrei avuto così tanta paura della notte, così d'un tratto. Ma i ricordi di mia madre erano così chiari che non potei farci niente. Mi appoggiai ad un albero quando una trappola scattò all’improvviso. Caddi sulle ginocchia per evitarla e vidi un coltellino inficcato sul tronco.
“Non… non è divertente. Non è possibile che accadano così ad un certo punto tutte queste-“ la mia mano sembrò schiacciare qualcosa e mi abbassai del tutto sentendo un’altra trappola arrivare. Di nuovo un coltellino...
Sentii le lacrime sulle guance e il fiato che non riuscivo a prendere per bene. Mi sembrava come se qualcosa mi stesse strozzando, il petto pesava sul cuore e-
“Ragazzina, tutto bene?” disse un signore anziano avvicinandosi a me. Vide che non respiravo bene e fece alcuni salti per venire da me, iniziò a togliermi i capelli dal viso e…
“Urokodaki-san! Ho sentito qualcuno! Cosa-“ il ragazzo iniziò prima a guardarmi sorpreso ma poi si avvicinò a me per controllarmi.
Si vede che non sa cosa fare... ma ha degli occhi così gentili…
Era l’ultimo pensiero che ebbi prima di svenire.
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