Capitolo 1

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Il suono limpido di una giovane risata si levò dagli alberi, riecheggiando per tutto il bosco.
Le foglie accartocciate sul terreno umidiccio scricchiolavano sotto le suole delle scarpe da ginnastica di una piccola cerchia di bambini e parevano lamine dorate, al contatto con i raggi del sole autunnale.

Kate si nascose dietro una grande quercia, immobile, reprimendo un risolino per non farsi scovare.
Nascondino era sempre stato uno dei suoi giochi preferiti, specialmente se nella foresta.
Le piaceva perché spesso e volentieri era lei a vincere: riusciva quasi sempre ad adocchiare un rifugio perfetto, che molte volte le garantiva di restare introvabile, finché lei, di sua spontanea volontà, non usciva allo scoperto.
Trovava particolarmente divertente osservare i suoi compagni di giochi girovagare confusi nella speranza di trovare un qualsiasi indizio che rivelasse la sua posizione.

Quel pomeriggio, come molti altri, l'aveva passato in compagnia dei suoi migliori amici.

A scuola, la piccola Kate non aveva interessi in comune con le altre bambine della sua classe, che si vestivano di rosa e a ricreazione giocavano solo con le loro bambole.
Lei non era così.
Non era paffutella e non aveva le stesse guance rosee delle sue compagne, e non era nemmeno loquace e chiacchierona come loro: caratteristiche che le rendevano subito adorabili agli occhi dei più.

Kate era minuta, silenziosa ma curiosa e spericolata.
Per questo motivo preferiva stare insieme a Lauren, l'unica, a parte lei, che avesse interessi diversi dalle altre bambine e, con il passare del tempo, erano diventate inseparabili.

Erano talmente tanto unite che quasi la gente si riferiva a loro come fossero un'unica persona, e il nome di una era sempre seguito da quello dell'altra.

Successivamente avevano fondato un formidabile trio insieme a Carl Ross, un ragazzino alto e dinoccolato, dai folti capelli castani costantemente arruffati.

Uno dei loro passatempi preferiti era trascorrere il tempo proprio in quella foresta, non molto lontana dalla casa di Kate.

Proprio come in quel soleggiato pomeriggio d'autunno.

Sebbene Kate potesse essersi nascosta abilmente, era trascorso un po' troppo tempo da quando aveva raggiunto quella vecchia quercia.
Perchè Lauren non l'aveva ancora scoperta? Che si fosse spinta un po' troppo in là?
Eppure, non le pareva di essersi allontanata così tanto dalla "tana".

La bambina deglutì e, lanciando un'occhiata al suo orologio digitale, si accorse che era passata più di mezz'ora, il che era piuttosto insolito.

Kate si scostò dall'albero, uscendo allo scoperto.
Intorno a lei non vide nessuno.

-Lauren! Carl! - Gridò -Dai, non è divertente!-

La bambina avvertí un groppo alla gola, ma cercò di non spaventarsi troppo.

-Mi sono solo nascosta molto bene -Si disse, per infondersi coraggio -e mi staranno facendo un dispetto. Si, deve essere così-

Iniziò a percorrere a ritroso il percorso che aveva fatto, continuando ad urlare i nomi dei suoi amici, con le mani a coppa davanti alla bocca.

Improvvisamente si alzò un alito di vento più freddo, che la fece rabbrividire.
Perchè non rispondeva nessuno?
Kate tirò su col naso e sentí il cuore battere più forte.

Vide il cielo trasformarsi e assumere calde sfumature aranciate e rosse, e le nuvole perdersi all'orizzonte tra gli ultimi raggi dorati del sole.

Si guardò attorno, spaurita.
Normalmente, il tramonto sarebbe stata una visione meravigliosa, ma non in quel momento: da lì a poco sarebbe diventato tutto buio.
Non aveva alcun punto di riferimento, gli alberi parevano tutti uguali e la foresta era immensa.
Alcuni tronchi erano robusti e imponenti, ma altri erano nodosi, sottili, grigiastri e dalle foglie accartocciate...morte.
Di tanto in tanto dai rami o dai cespugli provenivano dei fruscii, e stormi di corvi gracchiavano sinistri.
La luce si stava affievolendo sempre di più...le tenebre si avvitavano in umide e inconsistenti spirali di vapore, avvolgendo in modo tetro tutto attorno a loro.
L'aroma di terra bagnata impregnava l'aria e i rami intricati la tenevano quasi imprigionata nella loro morsa, facendole correre il rischio di scivolare tra le felci del sottobosco.

Agitata, la bambina continuò a girovagare e a chiamare a gran voce i suoi compagni.
Cosa stava succedendo? Si era davvero persa nella foresta?

Immersa nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni, non si accorse di una radice sporgente, che la fece inciampare e cadere.
Kate emise un urletto acuto e, in un attimo, si ritrovò per terra, con le ginocchia tutte sporche e impolverate e il viso a pochi centimetri dal suolo.
Si mise a sedere e cercò di spolverarsi i vestiti il più possibile -Ci mancava solo questa! - Sbuffò -...Ehi, e questo cos'è?-

Davanti a lei, tutto stropicciato, c'era un foglio di carta a righe, con degli strani simboli.
Kate lo osservò perplessa, rigirandoselo tra le mani: il disegno aveva un tratto molto nervoso, le immagini erano state ricalcate a tratti più volte. Pareva raffigurare degli alberi, con al centro un omino stilizzato dalle braccia lunghissime.

-Che strano- Si disse Kate, ma poi pensò che dovesse trattarsi solo di un comunissimo disegno caduto a qualcuno per sbaglio: non le interessava molto.
Ciò che le importava era, invece, ritrovare la strada di casa. E avrebbe fatto meglio a sbrigarsi.

Proprio mentre stava facendo forza sulle ginocchia per rimettersi in piedi, un'ombra, un fulmine scuro sembrò passarle davanti e lei alzò di scatto la testa. Si guardò attorno con aria circospetta, assottigliando gli occhi per riuscire a vedere anche nell'oscurità.

-C'è qualcuno?- Chiese la bambina con voce tremante -C'è...-

-KATE!- Una voce più che familiare la fece voltare subito.

-Lauren? Lauren!- gridò, scattando in piedi verso l'inconfondibile figura pochi metri distante da lei.

-Si può sapere che hai fatto? Non ti trovavamo più, dove ti eri nascosta?- Chiese Lauren, dopo essersi delicatamente staccata dall'abbraccio in cui l'amica l'aveva coinvolta.

-Non so, non vi vedevo arrivare e...oh! Hai visto?- Esclamò Kate.

-Cosa?- Chiese Carl, dietro di loro, voltando la testa da una parte all'altra.

-Quello, quella cosa...lì dietro, proprio lì!-Indicò un punto impreciso vicino ad un albero -Dai...c'era qualcosa di bianco, l'ho visto-

Gli altri si guardarono con un'espressione interrogativa e fecero spallucce, non vedendo niente.

-Beh, non importa, sarà stato un animale. Torniamo a casa- propose Lauren, ricevendo l'approvazione degli altri.

Quella sera, Kate non aveva riferito niente a sua madre: né che si era persa nella foresta, né dello strano disegno, né tanto meno della misteriosa "cosa" bianca che gli altri non avevano notato, anche perché aveva pensato potessero essere solo degli eventi casuali e privi di importanza.

-Non ci siamo accorti che era così tardi. Ci stavamo divertendo. Scusami-
aveva semplicemente detto quando sua madre l'aveva rimproverata per l'orario in cui era tornata.

Prima di mettersi a letto, Kate lanciò un'occhiata fuori dalla finestra della sua camera.

Il cortile era poco illuminato e il bagliore fosforescente della luna piena, oscurato di tanto in tanto da qualche nube passeggera, conferiva al paesaggio un aspetto statico e lugubre, avvolto da un manto stellato e misterioso.

Sul vetro poteva vedere riflessa anche parte della sua stanza, la luce calda del lampadario, il letto e l'armadio.

Kate ebbe la sensazione che ci fosse qualcuno lí con lei, appoggiato allo stipite della porta.
Si voltò lentamente, e rimase perplessa quando non vi trovò nessuno.

Guardò nuovamente oltre la finestra.

Vicino un gruppo di alti pini, c'era davvero qualcuno.

La figura era poco più bassa degli alberi, aveva le braccia sproporzionatamente lunghe ed indossava un abito formale ed elegante.

E la stava fissando.

O almeno così le sembrò, dato che, sul suo volto pallido, non si distingueva alcun lineamento.


Salve a tutti! Come va? Spero bene :D
Ecco a voi il primo capitolo del libro. Non mi dilungheró affatto, mi auguro solo che vi sia piaciuto. Se ti va, chiunque tu sia, lascia un commento e dimmi le tue prime impressioni sulla storia, dato che siamo ancora all'inizio. È importate per me sapere cosa ne pensate, davvero.
Baci.

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