Capitolo 7

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La debole luce del mattino filtrava dalla tapparella, riflettendosi sul lenzuolo.
In lontananza si udiva appena il rumore delle auto che sfrecciavano sulla strada, passando come fulmini davanti alla casa, e l'abbaio dei cani che, già di prima mattina, iniziavano a disturbare il vicinato.

"Ora si che è tornato tutto alla normalità"
Pensó Kate, con il viso affondato nel cuscino, mentre iniziava a svegliarsi. Un sorriso rilassato e sornione si dipinse sulle sue labbra, si stiracchió, ancora sdraiata, e, poco alla volta, aprí gli occhi. La vista era ancora appannata e ci mise un po' per mettere del tutto a fuoco ciò che la circondava, ma quando la camera inizió a prendere una forma definita, realizzó che era realmente tornata a casa e che non stava facendo solamente un bellissimo sogno.

Si sedette di scatto sul materasso, che sotto il suo peso molleggió quasi impercettibilmente, e spalancó la finestra aprendo le tende. Subito la stanza fu pervasa da una leggera brezza e dal profumo delicato e pungente del mattino.

La sua camera era esattamente come l'aveva lasciata mesi prima: i libri sulle mensole, le cuffiette abbandonate sulla scrivania sommersa dai fogli, i poster e le foto attaccate all'armadio...il tempo sembrava non aver scalfito minimamente l'ordine della stanza, ma certamente non era stato lo stesso per i sentimenti delle persone che le volevano bene. Dovevano aver sofferto molto, ma finalmente ora poteva tornare tutto alla normalità.

Persa nei suoi pensieri, quando sentí il trillo del campanello sussultó lievemente.
Gettó una rapida occhiata alla sveglia sul comodino, sul cui display lampeggiavano, rosse e fluorescenti, le 10:30.

-Chi è?- urló, così che la madre potesse sentirla dal piano di sotto.

Immediatamente si affacció alla finestra e, nel momento in cui si accorse della presenza di Carl e Lauren alla porta, le sue labbra si distesero in un enorme sorriso.

In un attimo corse in bagno, quantomeno per lavarsi il viso e per districare alla bene e meglio i suoi capelli aggrovigliati.
Lanció il pigiama nella vasca e indossó le prime cose che le capitarono a tiro, senza realmente farci caso.

In pochi minuti stava già scendendo di corsa le scale, decisa a non inciampare e ruzzolare giù per i gradini.

-Kate! Guarda un po' chi è venuto a trovarti!-
esclamó sua madre, posando sul tavolo del soggiorno un vassoio con delle tazze piene fino
all'orlo.

Seduti vi erano proprio Carl che, quando si alzó, notò essere cresciuto ulteriormente in altezza dall'ultima volta che lo aveva visto, e Lauren, con le labbra rosse e i lunghi capelli biondi pettinati in una coda alta, impeccabile e delicata come sempre.

Immediatamente la corvina si fiondó tra loro, stringendoli in un abbraccio soffocante.

-Katie!- strilló Lauren, prolungando la stretta.

-Non hai idea di quanto mi sia mancata!-

-Neanche tu- rispose l'altra, prendendo ad ondeggiare da un piede all'altro, così come l'amica, mossa dal peso dei loro corpi attaccati.

-E io? Non ti sono mancato un pochino?-
chiese il ragazzo, fingendosi deluso e facendo tremare il labbro inferiore, simulando di stare per scoppiare a piangere.

-Ma è ovvio! Vi devo raccontare tantissime cose!- rispose Kate.

-Bene allora. Vi lascio da soli, ragazzi. Se avete bisogno di me, sono qui sotto- li salutó infine la madre della ragazza, con un sorriso gentile -Vi lascio qui il caffè -

-Okay- concluse -Dai, sbrigatevi- disse in ultimo rivolta ai due amici, mentre già saliva i primi gradini.

-Allora, dicci tutto. Come ti senti, intanto?-
domandó Carl, sedendosi a cavalcioni sulla sedia davanti alla scrivania, così da poter guardare in faccia Kate e Lauren, che si erano appena lanciate sul letto.

-Bella domanda- ridacchiò la corvina -Bene, credo. Adesso benissimo. Sono a casa, finalmente. Ma...c'è un problema. Ovviamente-

-Ti pareva...-

Carl e Lauren si scambiano un'occhiata preoccupata.

-Che succede?- chiese l'amica.

-Vi ricordate perché sono andata nel bosco?-

-Volevi vedere se ci fosse davvero qualcosa, giusto? Poi hai rischiato di morire e ci mancava poco che morissi anche io, ma questo è secondario- aggiunse Carl.

-Esatto. Alla clinica ho conosciuto una ragazza, Alice. Dice di credermi- notó l'espressione sbalordita dei due ragazzi -Lo so! Incredibile, vero? Dice di aver visto anche lei questa "cosa". Mi ha detto che...-

-Che?- la incalzó Lauren, stringendosi il cuscino al petto.

-Che...questa cosa la tormenta nei sogni e ha rapito suo fratello- concluse Kate con fin troppa semplicità.

I due la fissarono senza proferire parola.

-E tu, credi a lei?-

Kate guardò Carl -Penso di sì. Cioè, se anche lei e suo fratello l'hanno vista, non può essere stata una mia allucinazione- poi, improvvisamente, ebbe un lampo -Aspettate!-

-Che fai?-

La ragazza scese dal letto e iniziò a frugare nella valigia, ancora chiusa e da disfare. Dopo qualche secondo ne riemerse stringendo in pugno dei fogli stropicciati.

-Ecco qua- disse, mostrandoli ai due amici -Questi li ho fatti all'ospedale. Che ci crediate o no, sul momento non mi sono mai resa conto di star disegnando questa roba-

I disegni ritraevano lo Slenderman.

-Non ricordavo disegnassi così male- ridacchiò Carl. Lauren lo fulminó con lo sguardo.

-Esatto! Questo perché non ero cosciente di ciò che facevo. Era come se...qualcosa stesse controllando i miei movimenti. Ve lo giuro-

Lauren la guardó dritta negli occhi -Okay, ma non capisco perché questo continui ad importarti così tanto...insomma, ormai è tutto finito, giusto? Che quella cosa esista o no, ormai non è più un problema tuo. Se tu non andrai a cercarla e a infastidirla, lei non infastidirà te-

-È questo il problema. Io ho fatto una promessa-

-Oh Dio...- sospirò Carl, passandosi una mano sulla faccia con un gesto esasperato -Che hai fatto?-

-Ecco...il fratello di Alice è stato rapito da questa "cosa", a quanto pare. E lei dice che è ancora vivo. Quindi le ho promesso che...beh, che glielo riporterò-

-TU HAI FATTO COSA?!- urlarono Carl e Lauren in contemporanea.

-Shhh! Abbassate la voce, mia madre non lo deve sapere!- li riprese Kate, innervosita.

-Tu sei pazza- scandí Lauren -Insomma, tu incontri in una clinica psichiatrica una tizia che ti dice che crede a te, che suo fratello è stato probabilmente rapito da una cosa senza faccia ma che nessuno sa dove si trova. Ammesso che questo ragazzo sia stato rapito, chi ci dice che non le riporterai indietro un cadavere? Senza considerare poi lo stato mentale in cui potresti trovarlo. E poi, mi spieghi come avresti intenzione di fare? Vuoi allegramente partire per una scampagnata, forse? È un piano suicida, Kate -

-Beh...io...hai ragione. Sono stata un'idiota- mormoró Kate, con la testa fra le mani.

Carl si sedette sul letto accanto a lei e inizió a darle delle leggere e affettuose pacche sulla schiena -Già, infatti. Sei stata davvero una scema. Hai seriamente intenzione di cercare questo tizio? Scommetto che non sai nemmeno com'è fatto-

Lauren annuí, per sottolineare che concordava totalmente.

-In realtà una foto la ho. Quando Charlie è scomparso hanno attaccato manifesti dappertutto, e Alice me ne ha dato uno- estrasse la foto dal cassetto della scrivania
-Ecco -

-Oh, ma questo lo conosco!- mormorò Carl, soprattutto a se stesso.

-Come scusa?!- esclamò Lauren, spazientita
-Sono l'unica che vorrebbe avere una vita normale, lontana da rapitori, gente fuori di testa e cose pericolose?-

-Certo, l'ho visto qualche volta a scuola, diversi anni fa. È più piccolo di me. Charlie Matheson jr., me lo ricordo come un tipo a posto. Forse un po' esuberante. Non ne sapevo niente-

-Quindi, cosa facciamo?- chiese Kate -Mi sono cacciata in un guaio enorme, avrei potuto starmi zitta. Scusatemi-

Lauren sospirò e le posó una mano sulla spalla -Senti Katie. Sei appena tornata a casa, non devi stressarti. Lascia fare al tempo il suo corso. Non sappiamo nemmeno se Charlie sia ancora vivo o no. Tu lascia stare per un po', probabilmente Alice non la rivedrai mai più e dunque non puoi neanche temere una qualche sua reazione negativa. Fidati. Lascia passare un po' di tempo e vediamo come evolvono le cose. Per ora, fai finta che non sia successo niente. Certo, avresti potuto risparmiarti questa proposta eroica, ma ormai il danno è stato fatto. Dai, stai tranquilla-

Carl annuí, rimettendo la foto a posto.

Kate sorrise debolmente -Hai ragione. Grazie-

Doveva andare tutto bene.

Salve a tutti! Come va? Spero bene :D
In questo capitolo Kate parla finalmente dei suoi problemi e della sua importante promessa a Carl e Lauren. Loro le consigliano di lasciarsi tutto alle spalle e far finta che non sia accaduto nulla. Voi, al posto loro, cosa avreste fatto?
Come al solito fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto lasciando una stellina e un commento, che mi fa sempre piacere.

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