Capitolo Ventisei

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"Le sue iridi azzurre sono puntate su di me mentre rimango immobile di fronte a lui. Stringo i pugni sentendo il ticchettio delle chiavi che tengo tra le dita mentre m'inumidisco le labbra rosse prima di ritornare alla mia espressione seria e decisa. Schiude la bocca lentamente, pronto per spiegarmi il motivo della sua presenza qui".

<<Sei diversa, ti sei nutrita?>>. Dice, accigliandosi.

<<L'autocontrollo non è un problema per me>>. Rispondo con tono distaccato.

<<Kate, comportarti in questo modo non risolverà niente>>. Alza una mano, in segno di negazione.

<<Tu parli a me di comportamenti? Alexander, tu che cosa stai facendo per risolvere la situazione e poi, tu a quale ti riferisci? Alla questione del mio vampirismo oppure alla tua sete di vendetta?>>. Le mie parole s'imperlano di rabbia.

<<Sto cercando di trovare... l'equilibrio tra le due cose>>. Sospira, facendo una lunga pausa prima di rispondere.

<<E nel frattempo mi tratti come un'estranea, mi dici di volermi lasciare per sempre>>. Lo sfido con lo sguardo.

"Rimane in silenzio, stringendo le labbra e formano le due fossette sulle guance. Sta riflettendo e come lo fa lui, anch'io sento che in questo momento è importante che trovi una decisione definitiva. Il suo comportamento enigmatico, ciò che gli passa per la testa e i motivi che lo portano a essere sempre così indifferente davanti ai sentimenti mi distrugge. Distrugge ciò che sono e anche l'amore che abbiamo costruito. Sento che a poco a poco, non ci sarà più niente che ci legherà ancora e anche se fa più male di quanto riesca anche solo a immaginare, forse, per lui, è la scelta giusta".

"Probabilmente non l'ho mai reso felice come meritava... ".

<<Che cosa vuoi che faccia? Che lasci che le cose peggiorino, che qualcuno provi ancora a farti del male?>>. Si avvicina, passandosi una mano violentemente nei capelli mentre ringhia quelle parole tra i denti.

<<Me ne fai tu>>. Faccio un passo, mettendomi proprio di fronte a lui.

"Quelle parole le pronuncio con una lentezza quasi logorante, proprio dritto sulla sua bocca e guardando solo nelle sue pupille nere. Non c'è tristezza né rancore, né debolezza bensì determinazione, voglia di ricominciare ma soprattutto di smettere di vivere in questo limbo impossibile e trovare finalmente la strada verso la pace di cui sento di aver bisogno".

"Non sto più pensando a noi ma semplicemente a me stessa, a ciò che fa per me".

<<Mettendo freno ai desideri fisici, al rapporto personale? Tu che cosa fai, come combatti per questo?>>. Le sue parole arrivano con forza, quasi con nervosismo.

<<Credi che sia solo questo? Tu mi hai rifiutato ogni cosa e mi hai stroncato dicendomi che una volta finita tutta questa sceneggiata saresti sparito per sempre dalla mia vita... come credi che sia solo una questione sentimentale? Si tratta di ciò che siamo, di quello che abbiamo vissuto e per cui io sto combattendo ogni giorno, tu invece hai dimenticato come si fa>>. Rispondo a tono indietreggiando di un solo passo.

"Come può parlarmi in questo modo? Sembra quasi che sia un'altra persona e che non abbia vissuto ciò che, invece, ho dovuto affrontare da quanto sono stata trasformata in vampira. Cerco in tutti i modi possibili di contenere la voglia di andarmene via e di non guardarlo, con il disprezzo che sto nutrendo in questo momento. Ho paura, anche se non voglio ammetterlo nemmeno a me stessa, che Alexander sia completamente diverso dalle aspettative che avevo su di lui. Ho quasi timore che ci sia molto di più dietro a ciò che sono riuscita a conoscere di quest'enigmatico uomo".

<<Io però combatto per far sì che tu stia bene, protetta... che nessuno si possa avvicinare a te Kate. Perché non t'importa di questo? Sei sconsiderata, ancora una ragazzina e non riesci a capire quanto sia oscuro questo mondo in cui sei finita>>. Mi afferra per un braccio, avvicinando il suo viso al mio.

"La sua espressione è glaciale e allo stesso tempo, sembra pronta per bruciare come le fiamme dell'inferno. La sua bocca lascia un respiro pesante e pungente mentre il silenzio è diventato padrone delle mie risposte. Non faccio nessun movimento brusco e continuo a rimanere alla sua portata, vicinissima eppure lontana ma questa volta non solo con la mente, anche con il cuore".

"Non voglio più farmi del male, ho bisogno di amarmi prima di riuscire a cercare questo sentimento altrove, nelle braccia di qualcuno".

<<Ci saranno sempre mille buoni motivi che ci separeranno ed uno solo per continuare a restare>>. Mormoro ad un soffio dalle sue labbra mentre i suoi occhi s'incontrano con i miei.

<<Che cosa vuoi dire?>>. Mi domanda, con voce flebile.

"Faccio un mezzo sorriso mentre mi faccio coraggio e con il braccio libero, avvicino una mia mano alla sua guancia. Sento la sua barba ispida sfiorarmi le dita con audacia, la delicatezza della sua pelle fare da contrasto e, quando scivolo l'indice sulle sue labbra perfette e il suo respiro circonda il mio gesto con il calore delle sue sensazioni, abbasso gli occhi osservando ogni mio movimento prima di ritornare a guardare le sue iridi, seria in volto e schiudendo leggermente la bocca per parlare".

<<Io resterò per sempre, anche se dovessi farmi del male, ma non lascerò che ciò accada ogni giorno. Ho bisogno ti trovarmi, di essere prima di pretendere che tu sia>>. Rispondo con calma, scivolando via le mie dita dalla sua bocca.

<<Mi stai lasciando?>>. Una nube passa sulla sua fronte, sciogliendo il mio braccio dalla sua presa.

<<Sto acconsentendo alle tue parole>>. Dico.

<<È questo il tuo modo di combattere?>>. Il tono di voce è indecifrabile.

<<Sto solo facendo ciò che tu ritieni più giusto>>. Spiego.

<<Katherine... >>. Sospira mentre la sua espressione sembra quasi disperata.

"Non voglio farmi ingannare dal suo sguardo o dal modo in cui cerca di parlarmi. Voglio essere libera di scegliere la strada per la mia felicità senza sentire il bisogno di dover correre dietro ad Alexander. Voglio combattere ancora per quest'amore, voglio lasciare che ci sia ancora speranza dentro di me, di ritrovarci ma non posso farlo continuando a comportarmi come ho sempre fatto finora".

"Ho bisogno di separarmi da lui per riuscire a comprendere ciò che è giusto fare, la mia mossa da attuare per riconquistare non solo la sua fiducia ma anche i suoi sentimenti e non posso farlo finché non sarò fermamente convinta che ciò che sto facendo è per noi, che ciò che ho deciso di porre davanti alla nostra relazione non è un ostacolo ma il modo giusto di affrontare le difficoltà che stiamo vivendo".

"Devo separarmi da lui con audacia e fermamente convinta che solo in questo modo potremmo ritrovarci".

<<Alexander è meglio così, per entrambi>>. Annuisco, convincendo più me stessa che lui.

"Si avvicina, di nuovo, a passo deciso. Prende il mio polso sinistro con forza e avvolge il mio braccio intorno alla sua schiena. Alzo il viso di scatto, perplessa da questo suo gesto improvviso mentre prende il mio volto con una sua mano e mi spinge verso le sue labbra con ardore e travolgendo ogni mio buonsenso con questo gesto passionale".

"La sua lingua incontra la mia mentre l'altra sua mano violentemente si fionda nei miei capelli, stringendoli nella sua morsa e avvicinando sempre di più il mio corpo al suo. Si spinge verso di me, poggiando la mia schiena velocemente contro lo sportello dell'auto e quel bacio, che tanto ho desiderato con ogni fibra del mio corpo, risveglia ogni mio sentimento".

"Sento il suo respiro smorzarsi, le sue labbra cercarmi ancora e ancora, quando ci separiamo per prendere fiato ma non basta e ritorniamo a cercarci, senza alcuna volontà di smettere. Mi desidera, lo sento questa volta e non è affatto come quando eravamo a casa mia, a sorseggiare vino e a ritrovarci dopo tanto tempo, è un bacio di speranza, qualcosa che vuole dire – non andare via – come se anche lui avesse bisogno di me esattamente come sento io di averlo nella mia vita".

"... ma a me non basta".

<<Alexander... >>. Affanno staccandomi dalle sue labbra e mettendo i palmi delle mani sul suo petto.

<<Kate, non farlo>>. Dice, abbassando il viso senza cercare il mio sguardo.

<<Mi dispiace... non posso>>. Sussurro, andando contro i miei veri sentimenti.

"Non cedere Kate, non adesso... non farlo!".

<<Katherine... non, non andartene>>. Poggia una mano pesantemente sull'auto tenendo il viso proprio accanto al mio mentre il suo respiro s'imprime sul mio collo.

<<Se non lo faccio, se non vado via... tu mi ferirai, come già hai fatto in passato e non posso permetterlo>>. Una lacrima mi riga la guancia ma la nascondo subito, evitando che lui possa vederla.

"Quando si decide a guardarmi, le sue iridi azzurre si sfumano in un blu profondo e tremano in contrasto con la sua espressione imperturbabile. Gli sto facendo del male, gli sto dicendo addio in un modo che non riesco nemmeno a spiegare, ma non posso accettare che questa situazione continui a soffocarmi e a mostrarmi che non c'è possibilità di uscire dal buio".

"Anche se finalmente sto sentendo di nuovo l'amore che prova per me, non posso permettergli di manovrare i miei sentimenti e di cedere di nuovo all'impulso di amarlo incondizionatamente e di ferirmi con le spine che il suo cuore nutre e rafforza per proteggersi da ogni male".

"Perché le mie rose muoiono sotto al suo tocco possente ed il mio cuore si spezza, ogni volta, che mi avvolge, senza lasciarmi nessuna possibilità di raggiungere la sua luce".

<<Io ti amo Katherine... ma non voglio distruggerti>>. Dice, sfiorando una mia guancia con le sue dita.

<<Hai ragione, è la scelta giusta>>. Continua mentre i suoi occhi ritornano glaciali.

<<Alexander io... >>. Balbetto ma lui mi ferma, passandosi una mano sul mento.

<<Ho bisogno comunque di spiegarti delle cose, sono importanti e riguardano l'arrivo di Allison>>. Mi frena, come se la conversazione precedente non fosse avvenuta.

<<Certo>>. Rispondo, prontamente.

<<Andiamo via da Camden, ci vediamo all'entrata dell'Hyde Park>>. Fa voltandosi e dirigendosi direttamente alla sua auto.

"Sospiro mentre monta direttamente nella sua auto e sfreccia via. Apro di nuovo la portiera e quando mi fiondo sul sedile, mi passo le mani nei capelli in maniera convulsa. Non mi aspettavo questa sua reazione, quasi di supplica nei miei confronti. È come se adesso si fossero ribaltati ruoli, come se vedesse finalmente ciò che ha fatto a me ogni volta che mi ha trattata con rifiuto. Ciò, comunque, non cambia le circostanze né la mia voglia di riuscire a riprendere in mano la mia vita. Lasciarlo andare, anche se fa male, è l'unica soluzione".

"Abbiamo bisogno dello spazio giusto per mettere in ordine le nostre vite; io per accettare che le cose non sono più le stesse e lui, per trovare il giusto equilibrio fra il mio e il suo vampirismo. Alla fine, dobbiamo assestare noi stessi per riuscire a ritrovarci e anche se ho paura, seriamente, che qualcosa possa andare storto e peggiorare irrimediabilmente la situazione. Con l'arrivo di Allison non do nulla per scontato e spero davvero, di poter mettere ogni cosa in chiaro con Alexander prima che sia troppo tardi".

"Quando arrivo all'entrata dell'Hyde Park, mi sembra quasi che mi tremino le ginocchia dall'agitazione. So' che non è possibile ma ho quella strana sensazione, quella che si prova quando qualcuno vuole dirti qualcosa d'importante e l'attesa diventa un gioco snervante che ti riempie la testa di domande, di supposizioni, di risposte a questioni che non sai neanche se saranno trattate".

"Lui e lì, con il suo ineguagliabile charme. Mi attende e quando sono proprio accanto a lui, comincia a camminare in silenzio. Facciamo alcuni metri, camminando proprio accanto al lago Round Pond, in questa fredda giornata. La neve ricopre l'intero paesaggio mentre l'acqua fredda comincia a ghiacciarsi sempre di più. Ci sono pochissime persone che passeggiano con i loro amici a quattro zampe, altri ben coperti per la temperatura rigida che fanno jogging mentre per il resto, questa distesa di natura immensa è completamente deserta e silenziosa".

"Si ferma all'improvviso, avvicinandosi di poco alla riva del lago. Lo seguo, senza fiatare ma cercando di studiare quali siano le sue intenzioni adesso. Mi sembra quasi di essere in una cartolina, gli alberi spogli e queste pennellate di candido bianco che circondano una distesa blu d'acqua cristallina. Il vento è una lieve carezza mentre è il freddo a fare da padrone in quest'inverno londinese. Mi sembra sempre di non conoscere abbastanza della mia città ed ogni volta mi pento di non aver mai osservato abbastanza le bellezze di Londra".

<<Katherine>>. La sua voce irrompe nei miei pensieri.

<<Che cosa c'è?>>. Domando fingendo indifferenza.

<<Ci sono delle cose che Allison mi ha detto, fondamentali... >>. Dice, voltandosi verso di me e portando entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni.

<<Vuoi parlarmi di lei?>>. Mi acciglio.

<<Aspetta prima di fare false supposizioni>>. S'incupisce, abbassando di qualche tono la voce.

<<Avanti allora>>. Intreccio le braccia facendogli cenno di continuare.

<<Il suo arrivo qui a Londra ci permetterà di fare dei grandi passi avanti. Il fatto che ci abbia detto la verità di come sono andate le cose, ci ha fatto escludere la presenza di qualche vampiro violento e soprattutto con secondi fini. Sta cercando di scoprire di più sul suo passato che non ricorda e se ci riuscirà, potremo andare a prendere quel figlio di puttana>>. Spiega.

<<Il punto è che a me non interessa la vendetta e neanche che tu ti fida così facilmente di lei>>. Ringhio.

<<È lei, è Allison>>. Risponde serio.

<<Che cosa ne sai?>>. Mi arrabbio.

<<Mi ha mostrato i nostri ricordi, mi ha fatto vedere il nostro passato; ciò che siamo stati Katherine, ogni cosa... ogni momento>>. Urla con violenza.

"Serro le labbra ponendo di nuovo una distanza mentale tra di noi. Deglutisco a fatica ma ciò che mi contorce ogni cosa è la sua confessione. Si è fatto mostrare i suoi ricordi, quello che hanno vissuto insieme... ogni cosa, il loro amore. Perché questa situazione mi sembra così difficile da accettare? Perché mi sembra, quasi di essere gelosa dalla sua ex morta e poi, ritornata in vita? Per quale motivo mi pervade un vuoto dentro lo stomaco?".

<<Bene... quindi sono l'unica a non fidarmi>>. Dico, distogliendo i miei pensieri.

<<Perché sei una donna e la vedi come una minaccia>>. Si passa una mano nei capelli.

<<Che cosa vuoi dire? Io non so' nulla di lei è logico non fidarsi>>. Rispondo accigliata.

<<Tu hai paura che io possa innamorarmi di lei>>. La sua voce diventa un mormorio ma il suo sguardo quando m'incontra sembra leggere nel profondo del mio cuore.

"È davvero questo che mi rende così debole nell'accettarla? Continuo a guardare le sue iridi azzurre ma la mia mente vaga alla ricerca di una risposta sensata a questa frase. Più ci penso, più mi rendo conto che la realtà è proprio questa. Io ho paura che Allison possa ammaliarlo e che lei possa essere esattamente tutto ciò di cui Alexander ha bisogno. Mio Dio, mio Dio... lo sto davvero ammettendo? E se accadesse sul serio? In fondo lei è perfetta, lui ne ha sempre parlato in questa maniera... come la vampira più dolce e vera che esistesse sulla terra finché non era morta e per lui era diventata il simbolo della lotta contro il vampirismo e la forza per non perdere mai l'umanità che possiamo ancora possedere".

<<No>>.

<<È esattamente questo il motivo per cui non ti fidi di lei>>. Continua con voce profonda avvicinandosi di poco a me.

<<Non accadrà mai Katherine>>. Sussurra con fascino, inumidendo di poco le labbra con la lingua.

"Il suo sguardo continua a studiarmi ma la sicurezza con cui ha ammesso questa rivelazione, per un momento, mi ha fatto sentire tranquilla. Il suo silenzio mi permette di riflettere ma sono più che sicura che non sarebbe capace di aggiungere altro. In quelle parole mi ha forse detto che sono l'unica che amerà per sempre? E questa domanda, inevitabilmente, comincia a far esplodere dentro di me emozioni contrastanti pronte di nuovo, a far vacillare la distanza che avevo posto tra di noi, poco fa".

<<Ne sei sicuro?>>. Domanda con un filo di voce.

<<Allison è come una sorella per me, fidarmi significa avere un nuovo alleato>>. Dice con tono austero, ritornando con le mani nelle tasche.

<<Sono felice per te allora... ma io non la penso allo stesso modo>>. Gli rispondo.

<<E poi perché siamo qui?>>. Mi volto nervosamente.

<<Qui nessuno può ascoltarci o spiarci senza accorgercene>>. Dice, quasi come se fosse ovvio.

<<Tu mi hai spiata e seguita fino a Camden>>.

<<Non è importante ciò che ho dovuto fare per sapere dove fossi. Sei sparita non appena hai saputo che lei sarebbe rimasta a casa mia, credi che sia normale comportarsi come un'adolescente per te?>>. S'innervosisce cambiando radicalmente tono della voce.

<<Tu non capisci quanto sia pericoloso questo gioco!>>. Continua.

<<Tu non ti rendi conto che a me non interessa nulla di tutto questo. Ho preso la mia decisione e adesso mi basta, non voglio niente né da lei né da te, lo capisci?>>. Getto fuori.

<<Lei vuole aiutarti Katherine, vuole darti la possibilità di sviluppare la forza che possiedi>>. Mi dice, all'improvviso.

<<No, stai scherzando vero?>>. Faccio un mezzo sorriso sarcastico.

<<No, Allison possiede molto controllo e conosce come si trattano vampiri forti come te>>. Spiega.

<<Io non ho problemi di autocontrollo e la mia forza è semplicemente una forza normale da vampira. Non ho bisogno di Allison, non m'interessa avere a che fare con lei>>. Stringo gli occhi a due fessure, marcando ogni parola con rabbia.

<<Perché sei così testarda? Cazzo, ascoltami una buona volta>>. Mi fulmina con lo sguardo.

<<A me non importa di vendicarmi di un vampiro che voleva solo fare del male a te per arrivare a lei... se fosse realmente vero. Non m'importa di accrescere la mia forza o di stare in contatto con lei. Io voglio solo essere me stessa e basta, essere felice Alexander... sto cercando questo nella mia vita, impara a trovarlo anche tu e lasciati tutto quest'odio alle spalle!>>. Dico voltandomi di scatto per andare via.

"Quanto ancora dovrò fargli capire che io non voglio tutto questo? Voglio semplicemente riuscire a sistemare i tasselli della mia vita, quella normale e da persona vera. Non voglio solo sentir parlare di vampiri, sangue e vendette. Mi sembra quasi che una volta entrata a far parte di questo modo dovrebbero essere queste le mie priorità ma non sarà così tanto meno per me stessa. Io ho una vita, un lavoro stabile, una famiglia e nonostante le difficoltà voglio impegnarmi per riprendere parte completamente di questo equilibrio sperando, con tutto il cuore, che Alexander un giorno deciderà di farne parte".

"Non posso più correre verso di lui ed accettare la sua vita, l'ho fatto e ne ho preso parte adesso tocca a lui mostrarmi quanto sia pronto a cambiare".

<<Katherine>>. Mi prende un polso, fermandomi.

<<Lasciami andare basta>>. Mi sciolgo dalla sua presa.

<<Perché fai in questo modo? Che cosa vuoi ottenere?>>. Sputa con rabbia mentre i suoi occhi mi fulminano.

<<La mia vita, la mia felicità>>. Gli rispondo prima di voltarmi definitivamente e di lasciare Hyde Park.

"Nonostante mi sforzi di soffocare le lacrime che sento pian piano, salire con forza e annebbiarmi la vista, sono consapevole che ciò è stata la cosa giusta da fare. Ho la necessità di sentirmi finalmente libera da queste oppressioni, dal suo modo di voler manovrare ogni decisione, anche la più insensata, e soprattutto di capire fino a che punto lui riesce ad amarmi".

"Non è semplicemente una questione di gelosia, non è un separarsi per indispettire le sue stesse decisioni ma è una vera e propria riflessione sui nostri sentimenti, su quello che siamo diventati da un po' di tempo. È decidere fin quanto l'amore può giustificare anche le peggiori azioni, per quanto io possa soffrire in silenzio lasciandogli completo arbitrio sui miei sentimenti e sul modo di trattarmi. È comprendere finalmente quali sono i motivi per cui nonostante ci cerchiamo continuiamo a distruggerci a vicenda come se fosse giusto e come se ogni ferita dell'anima possa sanarsi nello stesso modo con cui è capace di fare la nostra pelle".

"È soffrire, in questo momento, con il dubbio che forse non ci sarà mai un futuro per noi ma per una giusta causa, per credere, più di ogni altra cosa, che anche quando ci sembrerà che non ci sarà più speranza, qualcosa ci riporterà ciò che eravamo e quello per cui avevamo imparato a combattere da quel giorno, da quel dannatissimo, ineguagliabile, meraviglioso ed unico giorno in cui è arrivato in quell'ufficio, con i suoi bellissimi ed enigmatici occhi azzurri ed io ho capito...".

"Ho capito che non avrei mai voluto nessun altro uomo che non fosse lui".





Spazio autrice.

Ho poco tempo, quindi come sempre vi ringrazio del bellissimo traguardo delle 4,1K, vi aspetto con stelline e commenti ma soprattutto spero che la storia vi stia piacendo... fatemi sapere ogni vostra considerazione e intanto seguitemi sul mio profilo instagram: erreroberta per tantissimi importanti AGGIORNAMENTI!

Grazie di tutto,
Un bacio 

La vostra R. E. Meyers





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