Capitolo 12- Tu girasole impazzito

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"Tu, girasole impazzito di luce,

ogni volta che i tuoi occhi si sollevano

si accende il firmamento."

(La tigre e la neve)





Il sole questa mattina è già saldo nel cielo e la giornata si preannuncia essere frizzante e piacevolmente calda.

Kirishima ha lavorato duramente per riuscire a trovare non solo il posto, ma anche il contesto ideale dove portare Bakugo e farlo sentire, completamente a suo agio.

Sente che finalmente è arrivata la giornata giusta per dirgli quella cosa che reputa troppo importante per tenerla ancora nascosta.

Si accosta al tavolo della cucina finendo di sistemare dentro allo zaino termico tutte le pietanze che ha diligentemente preparato alzandosi almeno un'ora prima del solito orario.

Sbadiglia rumorosamente attirando l'attenzione del fratello verso di sè, mentre che è girato di spalle intento ad aprire la zip della borsa.

-Eijiro ultimamente sei molto piu' tranquillo e pacato.
Cosa ti e' successo?- Gli chiede quando si volta il consanguineo, osservando meglio lui e il contenitore del cibo che ha ancora stretto in mano.

-Cosa vuoi che sia successo? Mi sono innamorato!- Ribatte il rosso con un sorriso enorme a rischiaragli il volto.

Anche il fratello ricambia questa gioia, gli angoli delle labbra incurvati verso l'alto e un senso di appagamento nel cuore.

-E lui lo sa?- Gli domanda curioso.

-Non ancora. Ma conto proprio di dirglielo oggi!-  Risponde facendogli l'occhiolino e uscendo in fretta di casa.


Kirishima corre con la moto a prendere Bakugo all'ingresso della scuola.

Il biondo lo aspetta nel solito posto della scorsa volta.
Di diverso c'è che oltre alla paura di essere scoperto, sente anche affiorargli sotto pelle l'aspettativa di una giornata intera insieme a Kirishima.

Oggi i suoi genitori sono fuori per lavoro e lui non poteva proprio farsi sfuggire questa occasione.

Passeranno tutto il giorno insieme.

Quando Bakugo sale sul mezzo, il rosso gli fa solamente un cenno veloce di saluto: il posto dove vuole portarlo e' ad un ora di distanza ed e' già impaziente di arrivare.

Dentro alle loro iridi sfrecciano prima le immagini delle citta', poi delle periferie, fino a che le abitazioni lasciano totalmente il posto a distese di campi verdi, alberi e fitti boschi.

Kirishima si ferma parcheggiando la moto davanti ad un'ingresso di un cancello, senza porta ne sbarre.
Si ergono solo due piloni laterali, logorati dal tempo e dalle intemperie. Stanno li, soli e immobili come a fissare e a giudicare le persone che li oltrepassano.
Bakugo deglutisce nervoso.

-Siamo arrivati? -Chiede guardandosi attorno perplesso.

-Ancora no. Dobbiamo fare un pochino di strada a piedi. Ti sei messo solo cose comode come ti avevo chiesto? - Domanda Kirishima facendo scendere lo sguardo attento fino a soffermarsi ai mocassini di Prada che il biondo indossa.

-Cosa cazzo dovevo fare? – Sbotta subito Katsuki di fronte allo sguardo accusatorio che riceve dal rosso.

-Mi vesto sempre cosi per andare a scuola! Se mi fossi messo uno schifo di scarpe da ginnastica, mi sarei fatto beccare di sicuro!-  Sbuffa Bakugo togliendosi la giacca della divisa e aprendosi in un solo colpo i primi bottoni della camicia.

Kirishima si umetta le labbra osservandolo.

-Ok ok. Ma non spogliarti troppo altrimenti non ci arriviamo nel posto in cui ti voglio portare.-

Eijiro ride dall'espressione sorpresa e dall'imporporarsi delle guance del biondo.

Lo prende per mano e lo guida in mezzo agli sconfinati fili d'erba verdissimi , parlando e ridendo sereni, mentre che il sole si alza nel cielo sempre piu'in alto.

Ogni tanto Kirishima si sofferma estasiato ad osservare Bakugo. Lo guarda smanioso, una stretta che gli stringe lo stomaco.

-Ho fame.- Borbotta il biondo.

-Siamo quasi arrivati, te lo giuro! Poi facciamo merenda. Ti ho preparato un mucchio di cose. Con queste meravigliose manine che mi ritrovo- Risponde Eijiro sghignazzando e dandogli una sculacciata sul sedere.

Katsuki si volta con un espressione furiosa sul volto.

-Tieni quelle manacce lontane dal mio culo.- Sibila per poi rigirarsi irritato e fare alcuni passi . D'improvviso si ferma di botto.

-Ma cosa... -

Il biondo fa' ancora qualche passo cercando di avvicinarsi maggiormente al manto giallo che intravede di fronte a lui. Milioni di girasoli padroneggiano l'ambiente mentre si ergono alti e fieri. Sono bellissimi nel loro color oro, e alteri con i fusti rugosi rivolti verso il sole.

Sopra a questo tappeto giallo si erpica una piccola casina di legno. Katsuki non riesce a chiudere la bocca dalla meraviglia che vede.

-Come conosci questo posto?-Domanda incredulo.

-Che tu possa crederci o meno, anche io una volta ero un bravo ragazzo come te. Ligio alle regole e amato dalla mia famiglia. I miei genitori mi portavano spesso in questo posto. Io lo amavo.
Lo chiamavamo : il mondo dimenticato.-

Per un attimo Eijiro china la testa triste.

-Cercavo un posto isolato dove passare una bella giornata da soli. E visto che adoro questo rudere, e non ci venivo da moltissimo tempo, ci sono tornato nei giorni indietro per vedere se ci fosse ancora.

E visto che era ancora in piedi, sono ritornato varie volte per renderlo decente.

Ho cercato di fare del mio meglio visto che mi sono trovato un ragazzo dai gusti raffinati – Risponde Eijiro dandogli un buffetto sul naso.

Bakugo sorride come un ebete e cammina nascondendosi dentro al manto color oro.

-Io entro subito! – Dice solamente ridendo ed incapace di fermarsi.

Quanto entra il biondo si rende subito conto del lavoro che ha fatto Kirishima per lui :  ha tolto la polvere, eliminato qualsiasi insetto e pulito perfettamente ogni parte.

Nella casina e' presente un futon nuovo, dei cuscini colorati e una morbida coperta a ricoprirlo.

Kirishima apre la borsa termica ed inizia a disporre sul piccolo tavolino del succo d'arancia fresco, della marmellata, del burro, alcuni panini e molto altro.

-Avevi fame no? – Dice notando lo sguardo fisso di Bakugo su di lui.

Katsuki e' affamato ma in questo momento pensa ad altro. Si avvicina e buttandogli le braccia al collo lo bacia con trasporto.

E' ovviamente la miccia che provoca il divampare dell'incendio.

Kirishima stringe maggiormente il biondo vicino a lui.

Non gli basta sentire le bocche vicine, pelle contro pelle, ma con un morsino sul labbro inferiore chiede al biondo l'accesso con  la lingua nella cavita' orale.

Non si accontenta dello scambio di fiati, lui vuole sentire gli ansimi, il respiro affettato, la voce infranta. La lingua del rosso e' vorace, non lascia un attimo di tregua al biondo che si trova a corto d'aria dopo nemmeno pochi minuti.

Il corpo dalla pelle olivastra di Eijiro si accende, il sangue ribolle nelle vene, aumentando metaforicamente anche la temperatura nella stanza. Sembra lava bollente, in procinto di erompere dal vulcano e bruciare tutto quello che trova sulla sua strada.

Bakugo non sente piu' i morsi della fame, ma solo una tachicardia che rende i battiti del suo cuore, prepotenti ed alterati.

Addirittura gli sembra che siano anche amplificati: strombazzano e si muovono talmente forte che non riesce a percepire nient'altro.

Nessun suono, nessun rumore, le orecchie sono ovattate.

-Com'e' possibile che mi rendi in questo modo?- Sussurra Eijiro staccandosi e mordicchiandogli il lobo dell'orecchio.

La lingua percorre lentamente il padiglione, assaggiandone ancora quel sapore cosi' particolare che lo manda giu' di testa.

Katsuki sembra che abbia la pelle mescolata con del miele. Ma non una varietà qualsiasi. Una volta Kirishima ha assaggiato insieme alla sua famiglia, il miele di Stregonia. E' una varieta' rara e dal colore chiaro. In bocca le note floreali si mescolano con quelle speziate, ricordandogli e riconducendolo ad adesso, alla pelle del biondo.

Succhia alcune zone del collo, assaporandone ingordo il gusto rotondo e  spostando la camicia per poterlo fare maggiormente.

Kirishima vuole sentirlo di più, non gli basta, non ne ha abbastanza: gli strattona l' indumento, nervoso.

-Spogliati- Gli dice mentre che si prende i lembi della sua maglietta e se la toglie veloce.

Appena esegue il movimento pero' vede che Katsuki non lo ha seguito nella manovra. E' rimasto immobile a testa bassa.

-Biondino.?
Suki...
Ehy?- Prova a richiamarlo Kirishima confuso. Tenta di avvicinarsi ma Bakugo indietreggia spaventato. Alcuni secondi di silenzio rendono il momento estremamente imbarazzante.

-Io non so cosa devo fare - Mormora Katsuki alzando piano la testa e rompendone il silenzio. Le iridi rosse sono sgranate, come se fosse terrorizzato da qualcosa.

Il rosso aggrotta le sopracciglia.
Forse ha forzato le cose.

-Non sei obbligato a farlo. Mi sembrava di avertelo gia' detto. Se non vuoi o se vuoi aspettare, non c'e' problema. Possiamo anche solo coccolarci un po'. Ma solo non tenermi lontano da te.
Per favore.-

Il biondo scuote velocemente la testa.

-Eijiro non hai capito. Io non so cosa devo fare.

Adesso.

Oddio mi sento così idiota... Sono ancora vergine...- Borbotta rosso in viso riponendo nuovamente in basso il volto.

Eijiro rimane per alcuni minuti senza parole, incredulo da quello che ha appena udito.

Si avvicina piano a Katsuki, a passo lento. Sul viso un grande sorriso pieno di affetto.

-Che tu lo sia per me non e' un problema.
E' importante invece quello che ti sto per chiedere. –

Kirishima e' vicinissimo a lui. Con due dita gli alza il mento e gli mette il volto alla sua stessa altezza.

-Guardami negli occhi 'Suki.
Lo faresti con me? –

Kastuki annuisce piano, senza nemmeno pensarci. Le guance rosse e gli occhi che brillano. Ma non e' sicuro che il rosso abbia capito la sua risposta, forse non si e' fatto intendere abbastanza. Se lo chiede per alcuni istanti perche' Eijiro non sta facendo nulla, lo guarda ancora fisso solo con il sorriso sulle labbra.

Gli occhi pero' sono cambiati, adesso sono velati dalle lacrime. Sbatte le ciglia scure mentre che finalmente si smuove dal fermo che stava tenendo e lo abbraccia forte.

-Oh 'Suki. E' la cosa piu' bella che tu potessi dirmi!-

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