Capitolo 18- Ho perso me stesso

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Quando stiamo molto bene in compagnia di una persona, il tempo sembra volare.

In verità non si libra in aria seriamente, ma accade invece un'accelerazione nella percezione temporale che risulta sembrare, a chi lo stia vivendo, piuttosto marcata.

Bakugo lo ha studiato, in una delle infinite ore di scienze trascorse a scuola che non gli hanno lasciato nulla se non moltissima noia e sterili parole senza senso.

Solo quando ha conosciuto Kirishima ha imparato concretamente a vivere le situazioni, e ha appreso velocemente che il tempo, in alcuni casi, passa seriamente fin troppo in fretta.
Ogni attimo vissuto è misurato in base agli eventi memorabili della propria vita.

E Bakugo con Eijiro ne sta vivendo parecchi.
Il primo vero bacio, la prima volta, il primo vero amore.
Praticamente tutte le sue prime volte.

Come quella che si sta accingendo a compiere oggi.

Si osserva nuovamente allo specchio, rigirandosi tra le mani tremanti la cravatta di seta scura che si è diligentemente messo al collo.
Lui odia questi inutili accessori, tanto è vero che si rifiuta di usarli anche a scuola. Ma non stavolta, non oggi che deve sembrare tutto perfetto.

I mesi sono passati, le stagioni pure e non solo tra alcune settimane Katsuki avrà terminato la scuola, ma ancora prima, precisamente adesso, ci sarà il tanto atteso processo di Eijiro.
Si svolgerà a porte chiuse: Katsuki sarà uno dei testimoni principali dell'accusa.

Kirishima e' già stato ascoltato, come pensa anche le altre persone che sono state chiamate.
In realtà Bakugo non lo sa ...
In un tacito accordo con il rosso, hanno deciso in questi mesi di non parlare di questo argomento.
Mai.

A Katsuki tremano ancora le mani. Si appresta a fare una cosa che proprio non avrebbe voluto fare.
Deglutisce a fatica il groppo che si è formato in gola. Il suo corpo sta rispondendo agli impulsi nervosi in maniera totalmente propria: lo stomaco è scombussolato, il cuore ogni tanto manca un battito e la gola è completamente secca .

Si sente come se fosse diventato un paracadutista, aggrappato alle estremità del portellone, un'istante prima di prender la rincorsa e buttarsi giù dall'aereo.
Dopotutto se trovi il coraggio di lanciarti nel vuoto, allora puoi praticamente fare tutto quello che vuoi.
E oggi nella sua vita perfetta tutto cambierà.

Bakugo deglutisce a vuoto mentre dei brividi gli percorrono il corpo.
E se nel momento in cui saltasse e si trovasse sospeso nell'aria, il suo paracadute decidesse di non aprirsi?

Esce da casa velocemente, con la mente nel pallone, per poi salire in macchina in silenzio dove lo attende suo padre.
Si è proposto di accompagnarlo in tribunale; sua madre ovviamente ha evitato accuratamente anche di salutarlo stamattina.
La solita stronza.

Quando arrivano davanti al tribunale, poco prima di scendere dal mezzo, il trillo del telefono lo fa sobbalzare, notificandogli l'arrivo di un messaggio.

Non pensare a me. Qualsiasi cosa tu decida di fare, non cambierà nulla tra di noi.

Bakugo stringe il cellulare stretto tra le dita. Una gran voglia di lanciarlo via, abbandonare la maschera distaccata che ha dovuto indossare oggi, correre indietro e rintanarsi nelle calde coperte che ha abbandonato questa mattina.

Maledetto Eijiro! Maledetto lui e le sue parole, sempre perfette e al momento giusto .

Per un secondo si prende del tempo per rimanere in macchina, appoggiato con la testa all'indietro, a pensare, mentre una lacrima solitaria gli solca il viso.
Oramai è tardi.
La decisione è già stata presa.
Bakugo aveva già deciso da tempo cosa fare .
E non ha mai avuto nessuna intenzione di modificarla.

Quando entra nell'aula la sua determinazione si è tramutata quasi in rabbia .
Lui non doveva nemmeno trovarsi lì.
Ma visto che il mondo fa schifo e si è trovato immischiato in questo ballo, gli toccherà ballare e dire niente altro che la verità di quello che è successo.

Quando le domande, l'interrogatorio ed il procedimento finalmente finisce, Katsuki si sente sfinito. Esce dall'aula guardando verso il vuoto, con uno sguardo perso.
Si sente distrutto, come se avesse perduto molto di più di quello che aveva creduto .
Ad attenderlo fuori, fermo in moto con due caschi stretti sotto al braccio, c'è Kirishima.
In volto il solito sorriso rassicurante.

-Sali che ti porto a mangiare. Ti fermi da me anche stasera, vero ?-
Bakugo annuisce solamente. È oramai un mese che dorme da lui tutti i fine settimana e sicuramente oggi non vuole negarsi.
Ne sente il bisogno fisico, come se fosse una necessità. Nelle membra si snoda l'urgenza di farsi coccolare, da chi invece, avrebbe bisogno di esserlo a sua volta.

Kirishima si prende alcuni istanti per osservare in viso il biondo.
Lo scruta pensieroso. Riesce a comprenderlo meglio di chiunque altro, riesce a mettere a nudo tutta quella fragilità che Bakugo si porta dietro con se'.

Si dirigono senza ulteriori giri, a casa del rosso. Quest'ultimo apre la porta dell'abitazione seriamente preoccupato dal continuo silenzio del biondo, rimasto per tutto il tempo a testa china. Appena varcano la soglia di casa, il fratello li assale.

-Allora cos'hai detto? -
Katsuki si decide ad alzare le iridi cremisi e a guardare l'uomo per alcuni secondi, prima di distogliere lo sguardo da lui in maniera colpevole .

-Kiri, perché non risponde ? Cos'ha detto il tuo ragazzo al processo?-

-Non lo so e non mi interessa - La voce di Eijiro è secca, sembra essere addirittura indispettita.
Il rosso guarda il fratello irritato, mentre che agguanta per il braccio Katsuki e se lo avvicina stretto al petto.

Bakugo si sente un vero idiota. Kirishima dovrebbe essere rassicurato da lui ed invece si trova lui stesso a doverlo confortare.

-Potresti stare fuori casa oggi che vorrei rimanere da solo con Katsuki?- Domanda Eijiro freddo.

Il fratello guarda entrambi i ragazzi allibito, prima di sospirare e uscire sbattendosi dietro la porta violentemente.

Kirishima continua a tenere stretto al suo corpo il biondo.
Appena rimasti soli, lo guida in cucina ed inizia a prepare da mangiare.
Mette l'acqua nella pentola prima di appoggiarla sul fuoco e cercare un tagliere per affettare le verdure .

In questo ultimo mese i due ragazzi hanno cucinato spesso insieme, ma oggi il biondo non è mentalmente presente, si sta totalmente estraniando da tutto quello che lo circonda.
A tratti il rosso lo sbircia: è nuovamente a testa bassa appoggiato con il bacino al tavolo della cucina.

Kirishima sospira piano, non vuole che cambi qualcosa tra di loro. 

-Non sono arrabbiato con te.-
Pronuncia il rosso a voce chiara rimanendo girato di spalle.

-In questi mesi non ti ho chiesto nulla e non abbiamo mai parlato dell'argomento, perché in realtà a me non è mai interessato.
A me importa di tutt'altro.
E voglio ripetertelo perché mi sembra che tu oggi te lo sia dimenticato.
Io chiedo solo di stare con te.

Ovviamente se avessi potuto scegliere avrei preferito che tu mi parassi il culo.
Ma preferisco che tu sia te stesso, che tu abbia fatto quello ti sentivi di fare.
Dopotutto il biondino perfetto di cui mi sono perdutamente innamorato non mentirebbe mai...
E questo lo comprendo e lo accetto, per cui va bene lo stesso .-

- Gli ho detto che ti sei solamente difeso.-

-Cosa? - Kirishima si gira di scatto facendo cadere tagliere e verdure sul pavimento.
Bakugo ha parlato con un filo di voce o forse lui ha soltanto avuto un allucinazione auditiva.
Katsuki è ancora a testa bassa, immerso in quali pensieri. Poi all'improvviso si riscuote e alza lo sguardo deciso sul volto del rosso.

-Gli ho detto che quell'uomo si è intromesso in una nostra discussione. Tu gli hai chiesto gentilmente di andarsene ma lui non ha voluto farlo.

Gli ho raccontato che preso dalla rabbia mi ha messo le mani addosso e tu hai solo cercato di proteggermi.
Ho dichiarato che lui ti ha aggredito, ti ha spinto violentemente da parte e che tu ti sei soltanto difeso.

Ho fatto leva sui miei voti, le mie origini e i miei trascorsi. 
Per farmi credere.

Ho mentito Eijiro.
Ho mentito solamente per te .-

Kirishima abbandona veloce tutto quello che stava facendo per avvicinarsi di fretta a Bakugo.
Il tono fermo con cui ha parlato non ha nascosto l'incresparsi in alcuni toni, come se Katsuki fosse prossimo al pianto da un momento all'altro.

Il rosso si sistema di fronte a lui e se lo ancora stretto.
- Oh mi dispiace.. mi dispiace tantissimo.- Gli sussurra teneramente tra i capelli.
Bakugo si rilassa tra le sue braccia.

- Sinceramente a me no.
Lo avevo capito subito dalla prima volta che ci siamo baciati.
Sai cosa?

Che perdere te era peggio che perdere me stesso.

Ergo per cui non avrei potuto fare altrimenti.
Io ti amo troppo Eijiro-
Risponde il biondo con un leggero sorriso sulle labbra.

Il rosso sente rumoreggiare nelle orecchie come un boato, un fuoco d'artificio che sistemato dentro ai tubi, si appresta a partire fino a brillare splendente nel cielo.

Kirishima si toglie dall'abbraccio per guardare il biondo in volto. Con una mano gli sposta quelle bellissime ciocche ribelli che gli ricadono impudenti sul viso.
Con un polpastrello segue i contorni del mento fino a soffermarsi sulle labbra. Lo insinua dentro per aprirgliele leggermente e poi si avvicina per baciarlo, inserendo subito la lingua.

È un bacio dolce, paziente ma talmente pieno di affetto e di cose dette e non dette, da sciogliere letteralmente il cuore.
È una dichiarazione d'amore talmente forte da far vibrare tutte le corde dell'anima.

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