Cap XII - Piani e Riflessioni

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Per un giorno intero, Yoichi e Ren viaggiarono verso nord, lui a cavallo e lei in forma di volpe.
Alla sera, l'incantatore decise di fermarsi in una piccola radura nel bosco
«Allora, vuoi spiegarmi qualcosa?» fece Ren, di nuovo in forma kitsune.
Yoichi non le prestò ascolto, troppo occupato a smuovere la legna nel piccolo fuoco da campo
«Ehi! Yoichi? Mi senti?» la voce della kitsune si fece sempre più insistente, ma lui continuò a ignorarla.
C'era un pensiero che lo tormentava, anche se dopo un intero giorno non era ancora riuscito a capire quale.
La sua mente era un turbinio di immagini e idee: Ayako e Shinji, sua madre e Ren, gli anni di studio al tempio, la pratica della magia. Non ricordava di aver mai parlato con Ayako in quel modo, o se lo aveva fatto era stato anni fa, moltissimi anni fa, quando entrambi erano abbastanza piccoli da andare oltre il suo essere figlio illegittimo.
Incurante dei suoi ragionamenti, Ren prese a punzecchiargli il fianco con un dito
«Che c'è?» disse Yoichi, la voce molto più infuriata di quanto volesse
«Hai i nervi a fior di pelle» disse la kitsune, sollevando un sopracciglio.
Yoichi sentì mille risposte venirgli alla bocca, una più indispettita dell'altra. Respirò piano, con calma, sforzandosi di liberare la mente
«Scusami, ho la mente in subbuglio» disse, sorridendo. Ren sbuffò, inclinando la testa di lato.
Di nuovo, Yoichi vide una strana espressione sul volto della yokai, diversa dalla solita luce di maligno sadismo
«Vuoi parlarne?» chiese Ren, sedendosi dall'altra parte del fuoco. Yoichi apprezzò che stesse mantenendo le distanze
«Soliti problemi familiari» l'elfo scrollò le spalle «essere il figlio illegittimo non è piacevole»
«Sbaglio, o non sei il figlio della matriarca?» domandò Ren. La kitsune usò un tono timido e rilassato, ma lo stesso Yoichi si sentì pungere in profondità dalla domanda
«No, mio padre era il precedente capoclan, mia madre un' incantatrice al servizio della famiglia»
Le orecchie di Ren vibravano, era palese che la kitsune si stesse godendo il pettegolezzo. Una strana smorfia le incurvò naso e bocca, e per un momento Yoichi non poté trattenere una risatina
«Che c'è?»
«La tua faccia... è buffa» disse l'elfo, provando a storcere anche lui il naso a sinistra e la bocca a destra.
Ren si morse il labbro, chiaramente nascondendo una risata
«E no, elfo insolente, adesso questa me la paghi!»
Yoichi già era pronto a balzare via, lottando per non finire legato da qualche parte mentre la kitsune lo solleticava, quando lei gli balzò in grembo, in forma di piccola volpe
«Grattini alle orecchie!» trillò la kitsune, adagiando la testa sulle sue gambe
«Cosa?» per qualche motivo, Yoichi non potè evitare di sorridere, mentre iniziava a passare le dita dietro le orecchie volpine di Ren.
La kitsune prese a mugolare soddisfatta, rilassandosi contro di lui
«Sai... credo che potrei tenerti come mastro grattatore per l'eternità...»
«Oh grazie, un sogno che si avvera» scherzò Yoichi, cambiando angolazione e facendo mugugnare più forte Ren. In ogni caso, mentre passava le unghie tra i peli sottili della kitsune, la mente dell'elfo si rassenerò un poco alla volta, fino a quando non riuscì a sospirare
«Bene, direi che ti sei ripreso» disse Ren, saltando giù dal suo grembo e riassumendo forma umana «problemi con tua sorella?»
«Non so come definirli» si arrese Yoichi, stiracchiando le spalle «diciamo che non ci siamo mai frequentati molto, ma prima della partenza, di colpo, ha voluto parlarmi...»
«Non devo ricordarti che l'incesto è peccato, vero?» chiese la kitsune, arricciando le labbra in un sorriso che faceva invece intendere l'esatto opposto
«Tranquilla, mai provato nulla del genere» rise Yoichi, anche se le orecchie arrossirono un poco «almeno, voglio dire, è una bella ragazza, ma so benissimo che è mia parente! E che non sarebbe né corretto, né giusto, né appropriato...»
«Guarda che non ho detto niente» gongolò la kitsune, ondeggiando la coda come se volesse sentire altri suoi ragionamenti.
Yoichi, al colmo dell'imbarazzo, decise di prendere in mano la situazione, tossicchiando e raddrizzandosi
«Allora, direi che è il momento di passare al piano vero e proprio»
«Per sedurre la tua sorellastra?»
«Per eliminare il nostro obiettivo!» urlò Yoichi, sopprimendo per fortuna il rossore alle orecchie «per farti infiltrare e fare in modo che ci siano meno guardie possibili»
Vide Ren inclinare la testa di lato
«Quindi... io mi infiltro nella sua fortezza? Non sospetterà di una kitsune che arriva così, all'improvviso?»
«Certo, ma tu sarai scampata alla distruzione di un villaggio nei pressi del confine»
Yoichi sorrise, e quasi rise di cuore quando, dopo lunghi minuti di silente riflessione, la kitsune si arrese, dicendo che non aveva idea di come avrebbe fatto a fingere di venire da un villaggio distrutto
«Chi ha detto che fingerai?» disse Yoichi, sorridendo soddisfatto.

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