Cap XXIII - Volpe contro Procione

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La maledetta prociona era brava.
Ren se ne accorse in ritardo, anche perché la sua mente era distratta.
Ancora sconvolta dall'eccitazione, tutta assorbita dal torturare Katsumi, si era resa conto a malapena della tanuki. Anche quando l'altra si era rivelata, Ren aveva reagito tardi.
Lance di pietra si erano abbattute su di lei, e solo per immensa fortuna non era rimasta trafitta.
Rotolando, la kitsune si era allontanata dal letto.
«Non sapevo ci fosse una cagna da guardia» disse, quando fu a distanza di sicurezza
«L'ignoranza è l'ultimo dei tuoi problemi» fece la tanuki, mettendosi in una posizione da combattimento, tra lei e il letto.
Ren si prese qualche momento per osservarla.
Era bassa, più bassa di lei di tutta la testa almeno. Le orecchie e la coda da procione erano di un caldo color legno.
Indossava gli abiti di una monaca, una lunga tunica arancione stretta in vita da una corda, piena di amuleti
«Inutile perdere tempo a presentarsi, giusto?» chiese Ren, muovendo lesta le mani nell'aria.
La tanuki non si fece sorprendere.
Due pilastri di terra bloccarono le sue lame di fiamme, mentre una lancia di pietra guizzò contro di lei. Ren si gettò a terra all'ultimo, e la punta le passò vicinissima alle orecchie
«Non c'è bisogno di tutta questa violenza, sai?» fece ancora la kitsune.
Aveva iniziato a camminare in circolo, con passi lenti e misurati. Se avesse raggiunto la porta, sarebbe potuta scappare.
Una lastra di pietra sbarrò l'entrata.
«Troppo ovvia» disse la tanuki, sorridendo e incrociando le mani davanti al volto.
Altre lance di pietra apparvero attorno a lei, ma Ren era pronta.
Una sfera di fuoco, grande come un pugno, esplose nella stanza. Fiamme balzarono su qualsiasi cosa potessero bruciare, mentre la kitsune saltava oltre la finestra.
Aveva sperato che la tanuki la lasciasse stare, ma quella balzò dietro di lei.
Entrambe atterrarono sul tetto di un magazzino
«Forse potrei presentarmi» disse la tanuki, con un sorrisetto compiaciuto «non temere, so già chi sei tu»
«Davvero? Ne sei del tutto sicura?» chiese Ren. Doveva guadagnare tempo per pensare; quella yokai era più esperta del dovuto, riusciva a prevedere cosa avrebbe fatto con troppa abilità.
«Chi mai sospetterebbe di una povera, indifesa kitsune di Inari?» proseguì la tanuki «ma chi perde tempo a analizzare il tuo ki, nota subito che vieni dallo Yomi»
Ren rimase paralizzata per un secondo, sorpresa che l'altra avesse davvero ragione.
«Ah beh, quand'è così non perderò tempo a presentarmi davvero»
«Quando torni a casa» disse la tanuki «puoi dire che a ammazzarti è stata Chiharu»
Un pilastro di terra emerse dal tetto, mirando a Ren.
Balzò in aria, fendendo con gli artigli e lasciandosi dietro una scia di fuoco. La tanuki venne avvolta nelle fiamme, ma a parte poche fiammelle non sembrò subire danni.
Andò avanti in quel modo per un poco, con Ren che rotolava e scagliava fruste infuocate, e Chiharu che si difendeva con lastre di pietra, lanciandole contro sassi a velocità folle.
Lentamente, però, la kitsune iniziò a guadagnare terreno.
Il fuoco era più malleabile della terra, e la tanuki faceva sempre più fatica a difendersi.
Ancora un poco, e Ren si sarebbe trovata a pochi passi da lei, abbastanza vicina da poter toccare, e dar fuoco, alla maledetta.
Era una trappola ovvia.
Ren sorrise, scattando in avanti senza preavviso.
Vide Chiharu sobbalzare, mentre serrava le mani a pugno e le sbatteva insieme.
Due pugni di roccia si materializzarono accanto a lei. Ren lasciò che sbattessero insieme, mutandosi in una cucciola di volpe, troppo piccola per essere raggiunta
«Bastarda!» urlò la tanuki, sconvolta. Ren sorrise, soffiando una lancia di fiamme dritta sulla sua faccia.
Una bolla d'acqua avvolse la tanuki, vanificando il suo attacco.
La kitsune saltò nel cortile, fissando il maledetto incantatore che si era impicciato nello scontro

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