Cap XXIV - Salvataggi

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Voltò il cavallo in modo da non ritrovarsi in mezzo alla mischia.
Yoichi si era raccomandato, fino allo sfinimento, che se fossero apparsi altri incantatori lei si sarebbe dovuta allontanare. I due puntini neri si erano rivelati Ren e una tanuki, che adesso si affrontavano sul tetto di una casa lì vicino.
La voglia di lasciar la kitsune a sbrigarsela da sola era tanta, ma in fondo, Ayako non si sarebbe sentita bene a lasciarla sola.
Incoccò una freccia, mentre la kitsune rischiava di essere schiacciata da due magli di pietra.
Poi, avvenne tutto così in fretta che lei stessa non seppe cosa successe.
I magli di pietra si schiantarono.
Una fiammata eruttò di colpo, subito intercettata da una massa d'acqua.
Ayako agì d'istinto.
Le sue mani cercarono l'incantatore prima ancora dei suoi occhi. E quando si rese conto di aver mirato, aveva già lasciato andare la corda.
Un urlo di dolore le segnalò che aveva colpito nel segno, poi due mani la afferrarono, tirandola via.
Il nitrito disperato del suo cavallo le segnalò che qualcosa lo aveva abbattuto
«Gran bel tiro!» fece Ren, vicino a lei. Ayako si tirò in piedi, annuendo
«Che... che è successo?» disse, le mani che tremavano di colpo.
Aveva rischiato la vita. Era stata a un passo dalla morte. Se la kitsune fosse arrivata solo un attimo più tardi, adesso lei sarebbe stata in pezzi, come il suo cavallo.
Ma tutti quei pensieri si affievolivano, man mano che l'orgoglio per quel tiro eccezionale le riempiva la mente
«Abbiamo una tanuki e due incantatori da affrontare» disse la kitsune, facendosi scrocchiare le dita «te la senti, sorellina?»
«No... ma devo» fece lei, incoccando un'altra freccia.
L'incantatore le aggredì scagliando dardi d'acqua, mentre dall'alto la tanuki faceva cadere blocchi di pietra.
Ayako rotolò via, rinunciando a scoccare. Riuscì a rifugiarsi dietro un pezzo di casa franato, appena in tempo perché dardi e rocce le strappassero appena le maniche della tunica, oltre che ammaccarle l'armatura.
Con la coda dell'occhio, vide Ren saltare e schivare, in forma di volpe, abbastanza piccola da essere un bersaglio difficile.
Ogni tanto la kitsune lanciava una fiammata o due dalla bocca, ma era troppo poco per impedire alla tanuki di continuare il suo bombardamento.
La mischia furibonda nel cortile, intanto, si era frantumata in una miriade di piccoli duelli. Vide il vecchio Yama abbattere un samurai, ma venire incalzato da due combattenti.
Senza perdere tempo, Ayako estrasse una freccia, tendendo e scoccando in un unico, fluido movimento, che mandò uno dei due elfi a terra, una freccia nella gola
«Un po' d'aiuto anche qui!» l'urlo di Ren al distolse dai suoi pensieri, e Ayako si mise a cercare un modo per aiutare l'altra.
Stava aspettando l'occasione giusta per tirare alla tanuki, quando sentì uno spostamento d'aria alla sua destra.
Si gettò di lato d'istinto, ma non abbastanza in fretta. La lama di ki le morse la spalla, e Ayako trattenne appena un urlo di dolore.
Il braccio le bruciava, e le lacrime le salirono agli occhi, mentre annaspava alla ricerca di una freccia.
Il secondo incantatore si era avvicinato, e abbassò le dita tracciando un incantesimo.
Ayako preparò i muscoli, pronta a schivare e tirar fuori il pugnale. Non ce l'avrebbe mai fatta, ne fu certa nel momento in cui vide l'altro finire l'incantesimo, ma doveva provarci.
La lama di ki dell'incantatore si scontrò con qualcosa a mezz'aria, mentre un muro di fiamme separava Ren dalla tanuki.
Socchiudendo gli occhi per la luce improvvisa, Ayako vide Yoichi avvicinarsi allo scontro.
Stava stringendo qualcosa in mano, un piccolo amuleto omamori.
«Non conosco nessuno di voi tre» disse il fratello, la voce di solito così calma e gentile di colpo fredda «ma se deponete i talismani vi lascerò andare»
I due parvero esitare, cosa che diede a Ayako il tempo di guardarli meglio.
Quello che l'aveva aggredita con il metallo era giovane, con i capelli biondi e un sorrisetto insolente in volto. L'altro, quello che usava l'acqua, era più vecchio, con corti capelli scuri; alle parole di Yoichi fece d'istinto un passo indietro.
Ayako non poteva credere che suo fratello potesse fare un simile effetto a qualcuno, non il mite, tranquillo Yoichi, che si imbarazzava a stare nella stessa stanza con delle ragazze, che non riusciva a guardare gli animali venir macellati.
Quell'elfo era l'ultima persona di cui un incantatore poteva aver paura
«Tu sei Zannatsu, giusto» fece l'elfo biondo «io sono Tentachi; io e mio fratello Tentaki abbiamo sempre sperato di incrociare i talismani con te»
Yoichi annuì, cosa che aumentò la confusione di Ayako. Non capiva per quale motivo lo stessero chiamando in quel modo, o di cosa diamine stessero parlando.
Stava per prendere una freccia, quando Ren la fermò
«Non pensarci nemmeno» disse la kitsune, e Ayako notò che, adesso, era davvero spaventata «questo è uno scontro tra incantatori templari, e non voglio averci a che fare»
«Ma io devo...»
Ma le parole le morirono in gola, quando Yoichi tirò fuori dal kimono un piccolo talismano omamori, stringendolo nel pugno.
Suo fratello mormorò qualcosa, e un attimo dopo stringeva in mano un corto wakizaki.
Perfino con la sua scarsa sensibilità, Ayaka si sentì i capelli drizzare per il ki nell'aria

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