32° capitolo

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Giustine non riusciva a togliersi dalla mente quell'immagine e più pensava e più si arrabbiava.
Non era chiaro quello che aveva visto ma il suo intuito femminile "si", anche se sperava con tutto il cuore che si stava sbagliando.
Aveva fatto in modo che i bambini li andasse a prendere sua madre dicendole che doveva di nuovo far straordinario quel venerdì, per attuare il suo piano.
Con tutta la sua calma attese la telefonata del fine settimana poi aspettò una mezz'ora per mandargli un messaggio dicendogli che si era liberata e se potevano risentirsi ancora perché già gli mancava! Mentre aspettava la risposta si avviò verso l'azienda di Bernard.
Era arrivata in tempo per vedere uscire i colleghi di lavoro dell'uomo; come la settimana precedente, rimase parcheggiata solo la macchina dell'uomo e l'auto di quella donna! Giustine continuava a pensare a "quella donna" non era di certo la bell'impiegata che si vede nei film: alta molto più lui, fisicamente ben formosa diciamo "grassa", per non parlare dei capelli, erano spettinati come quando ci si sveglia al mattino dopo una notte di sonno.
Era lontana quando il venerdi' precedente la vide, ma, una persona così non passava inosservata!
Non sapeva com'era sua moglie ma detto da lui era una bella donna e lei a sentire tutti quei complimenti, si sentiva bella.
Bernard non aveva ancora risposto, così lo chiamò; stavolta rispose. Sullo schermo Bernard lesse chiaramente "Giustine".
Disse: "Pronto?", con la voce tremolante di un uomo colpevole e intrappolato. Non le disse né ciao e né come mai di questa sorpresa. Le parlava come se stesse parlando ad un cliente; una scusa dietro l'altra, poi chiuse la telefonata con "... tra una mezz'oretta ho finito se posso la richiamo!".
Certo che poteva!
Bernard non sapeva che Giustine era sotto l'azienda. Quel venerdì pioveva; per vedere meglio la donna scese dalla macchina  e con l'ombrello si avvicinò alla porta d'uscita. La mezz'ora stava finalmente passando quando la porta si spalancò. Bernard e la donna stavano a braccetto sotto un unico ombrello avviandosi insieme verso la macchina della donna.
Giustine si ricordò della scena; la stessa della volta prima. Sotto l'ombrello poteva essere scambiata con qualsiasi persona di passaggio; appena vide che lui si piegò, Giustine si avvicinò ancor più alla macchina per osservare meglio: dal parabrezza tra una goccia di pioggia e l'altra, vide la sagoma dei loro visi che si stavano scambiando un bacio e non sulla guancia!
La rabbia di Giustine salì e d'istinto passando dietro a Bernard, lo strattonò. L'uomo si voltò di scatto come per chiedersi "Ma... chi mi sta...?" e vide lei!

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