Erano giorni difficili quelli che stavano passando Giustine e Bernard.
Mascherare i loro tormenti davanti ai rispettivi familiari con un forzato sorriso, non era per niente facile.
E pensare che solo qualche giorno prima la loro relazione era felice, nonostante le paure ed i sensi di colpa; a loro bastava  stare insieme anche solo per un'ora, per essere contenti!
Giustine era combattuta tra il desiderio di vederlo e il volerlo punire; il male che gli aveva fatto l'aveva ferita profondamente.
In quei giorni d'attesa aveva avuto modo di pensare. Con i ricordi era tornata indietro nel tempo: al giorno del matrimonio.
Non si dimentica la felicità di quel giorno; il suo sogno si era avverato ed in quello stesso giorno era svanito.
Com'era possibile che un uomo cambiasse così all'improvviso? Perché l'aveva sposata?
In quegli istanti, la sua mente tornava a Bernard e faceva il confronto (per lui provava gelosia, passione, voglia di stare insieme... felicità) ; si rese conto che ciò che provava per suo marito non era vero amore e allora perché gli aveva detto di sì?
Doveva andare così, il fato non c'entra; siamo noi che decidiamo il nostro destino! Ma ora era tardi, pensava ai suoi adorati figli; se non si fosse sposata, ora loro non ci sarebbero stati e non poteva pensare ad una vita senza di essi. I suoi bambini non c'entravano con gli errori dei genitori.
Intanto come tutte le mattine, Bernard, la chiamava per il suo saluto. Giustine quando sentiva la sua voce le si stringeva il cuore, avrebbe voluto correre da lui. Il solo pensarlo la nostalgia la assaliva; le mancavano i suoi baci, quegli abbracci che la facevano sentire amata e quel profumo (le bastava chiudere gli occhi per sentirlo) della sua pelle così liscia e morbida.
No...doveva tenere duro! Nello stesso tempo aveva paura di perderlo perché poteva anche decidere che forse era meglio chiudere la relazione.
Era sabato mattina mentre faceva le faccende domestiche, Giustine trovò sotto il comodino  una lettera chiusa indirizzata a lei con la scrittura del marito. La aprì... chissà cosa c'era scritto?