40°capitolo

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Bernard fremeva, non era ancora salito in macchina che le aveva mandato un messaggio. Le diceva di chiamarlo appena avesse potuto.
Giustine aveva capito da subito che era lui. Quando quel messaggio le era arrivato era con i bambini in auto, li stava portando a scuola come tutti i giorni prima di andare al lavoro; così fece finta di niente anche se il pensiero era sempre là.
Doveva ancora percorrere altri dieci minuti per arrivare all'edificio scolastico; il tempo di poter pensare.
Tratteneva il respiro per non piangere, non voleva farsi vedere dai suoi figli; voleva evitare domande per non dover raccontare altre bugie.
Era delusa e amareggiata. Cosa avrebbe dovuto fare? La ragione le diceva: "Basta! È meglio chiudere, tanto non sarebbe mai stato tuo!", il cuore le suggeriva: "Quanto mi manca, non posso stare senza di lui!".
La scuola era ormai vicina e le mancava poco tempo; il suo cuore aveva già deciso quello che la ragione non riusciva a decretare, dal momento in cui era arrivato il bip di avviso del messaggio.
I figli scesero dall'auto e si avviarono al portone d'ingresso. Nel momento in cui Giustine vide sparire oltre, prese il telefono e guardo' subito cosa Bernard gli aveva scritto.
Il suo cuore palpitava così tanto che poteva anche sentirlo. Istintivamente chiamò Bernard.
Dall'altra parte non fece fare il secondo squillo, che nell'immediato rispose:
" Giustine, grazie, temevo che non mi chiamassi".
Giustine era rimasta in silenzio per un minuto, il tempo di prendere fiato e senza rendersene conto aveva iniziato a parlare:
" Ti odio, come hai potuto? Mi hai presa in giro per tutto questo tempo. Hai detto di amarmi. Ma, sai cosa significa amare? È vero, non mi hai mai illusa ed io non ti ho mai chiesto niente; mi sono sempre accontentata. Si, sognavo... e chi non sogna quando si ama veramente? Anche tu l'hai fatto insieme a me!"
Bernard ascoltava in silenzio.
Capiva quanto stesse soffrendo per causa sua e sentiva ancora più quanto l'amava.
Le parole di Giustine erano frecce in pieno petto; ogni sua parola un taglio sempre più, nel profondo. Aveva ragione e non c'erano soluzioni.
Giustine sfogò tutta la sua rabbia piangendo. Ma quelle erano solo parole che in realtà non pensava perché concluse, dicendogli:
" Bernard, dovrei chiudere ma non trovo la forza per farlo, ti amo!".
Troncare la relazione sarebbe stata cosa migliore per entrambi, ma nessuno dei due ne aveva il coraggio. Il loro rapporto era un miscuglio di emozioni che aveva dato alle loro vite un raggio di sole.
Bernard, prima di riagganciare le disse:
" Dobbiamo vederci e chiarire, se ti va!".
Giustine rispose :
"Si, ma non oggi, ti dico io, quando"
"Come vuoi tu. Ti posso chiamare finito il turno? ". Bernard non aveva avuto bisogno di chiedere a che ora perché già sapeva.
Mentre chiudeva la comunicazione, Giustine rispose:
"Si".

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