46° capitolo

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Il trillo dell'orologio, sveglia, di soprassalto, Giustine: le 7.00. L'ultima volta che aveva guardato l'ora, erano le 5.00; era riuscita a dormire solamente due ore quella notte.
La donna si alzò ancora in preda al sonno e nel buio dell'appartamento, come una sonnambula, andò in cucina a preparare la colazione.
George dietro di lei, prese il telecomando, accese il televisore, come tutte le mattine, e mentre era seduto comodamente ad ascoltare le notizie del telegiornale, restò in attesa che Giustine le servisse il caffè. Quando la donna gli diede la tazzina, George rimase a fissarla. Notò che il viso di lei era stanco, così le chiese se stesse male. Giustine sentendo quelle parole e stupita, si girò di scatto dandogli le spalle. Con la testa china verso il lavandino iniziò a lavare le stoviglie lasciate la sera precedente, rispondendogli:
" Oggi al lavoro fanno una conferenza. Il mio capo mi ha detto che affidava a me il compito e sono molto preoccupata, non vorrei fargli fare brutta figura." Ovviamente era una bugia: la prima che le era venuta per la mente. Lui non le rispose perché in realtà non gli era mai interessato cosa lei facesse; secondo il suo giudizio, il lavoro che lei svolgeva non era cosi stressante come la sua mansione di capo squadra.
Invece no, non era così, come pensava lui!
Non era facile stare a contatto con la gente che entrava nel bar e poi tenere testa a quegli uomini sempre pronti a farle le battutine (quante volte avrebbe voluto mandarli a quel paese ma era sempre stata costretta ad ingoiare le parole per non essere maleducata, col rischio di essere rimproverata davanti a loro o addirittura licenziata: il cliente aveva sempre ragione, anche quando aveva torto).
Quante volte Giustine avrebbe avuto voglia di sfogarsi con il marito quando alla sera arrivava a casa nervosa per colpa di una sua collega, invidiosa e ruffiana. Le stava perennemente addosso, aspettando il momento che lei commettesse un errore per poter fare bella figura davanti al capo. L'uomo si faceva una risata senza mai prenderla sul serio, ai clienti Giustine piaceva e a lui andava bene così; questo atteggiamento rendeva la donna ancora più acida. Si vendicava facendole fare brutte figure davanti ai clienti. Eppure lei con la collega era sempre molto gentile e disponibile...e allora, perché?
Erano le 8:00 quando Giustine uscì per portare i figli a scuola. Durante il tragitto udì un bip, un messaggio dal cellulare: Bernard, il cuore di Giustine cominciò a battere all'impazzata.

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