45°capitolo

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Giustine prevedeva una notte tormentata. Come avrebbe potuto dormire? Come poteva spegnere i pensieri e riuscire a riposare, facendo passare le ore che ancora la dividevano da Bernard?
Si girava e rigirava continuamente. Per non svegliare il marito si era distesa sul bordo del letto in modo che lui le stesse lontano, molto lontano. Non voleva essere costretta a subire un'avance per lei in quel momento, inadeguata. Aveva gli occhi spalancati nel buio, nella sua mente vorticavano tanti pensieri e sperava che la stanchezza le concedesse di assopirsi.
Iniziò a pensare alla sua vita: che finzione era diventata! "Sembra la trama di un film d'amore drammatico." pensò. Era circondata da bugie: quelle di suo marito, di Bernard e dalle sue.
Ricordava di quando era ragazza e sognava il principe azzurro: s'immaginava felice con un marito e con almeno quattro figli.
Quando aveva conosciuto George, il suo coniuge, credeva di averlo trovato in lui, ma quel principe si era rivelato un rospo e la favola,  proprio nel momento in cui doveva iniziare, si spegneva.
Quando, rassegnata a quella vita spenta, era arrivato lui, Bernard,  il sorriso le era tornato sul viso però in un'epoca diversa, perché ora era donna, moglie e madre e lui non era un ragazzo.
Perché non l'aveva conosciuto prima? Perché il destino glielo avevo messo sulla strada quando tutto era così difficile? Riflettendo bene, Bernard non era poi così diverso da suo marito: tutt'e due donnaioli e traditori.
Povera Giustine attirava a sé solo quel tipo di uomo o era a lei che piacevano gli uomini stronzi?

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