50°capitolo

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Bernard, per primo, ruppe il silenzio imbarazzante che si era creato nell'abitacolo dell'auto:
"Dove vogliamo andare? Che ne pensi di ritornare al locale, della nostra prima uscita? Il posto mi era sembrato discretamente appartato e tranquillo."
Un po' come i soldati in guerra, per far pace, si dovevano incontrare su di un campo neutrale.
" No... non mi va. Non sarebbe più la stessa cosa. Quella volta siamo usciti come amici e non mi sentivo a disagio, ora siamo...Già cosa siamo ora? Cosa sono io per te? E soprattutto cos'è quella donna per te?"
"Giustine, mi spiace. Vedo che sei andata subito al dunque senza troppi giri di parole."
"Non era questo il motivo per cui dovevamo vederci? Speravi che cascassi ai tuoi piedi appena ti avessi rivisto, dimenticando l'accaduto? E magari con un abbraccio con tanto di lacrime pregandoti di non lasciarmi?"
"No... hai ragione a reagire così. Sono un'imprudente e stupido. Non avrei mai pensato che tu un giorno ti presentassi all'improvviso fuori dal lavoro. Voi donne avete un sesto senso che noi poveri uomini non abbiamo!"
"Poveri?! Ma che stai dicendo? A voi uomini piace giocare per il solo piacere di sentirvi dei grandi conquistatori e noi donne, che ci caschiamo perché vi crediamo!"
Mentre Giustine urlava dalla rabbia, Bernard con calma cercava di trovare nella sua mente le parole per poter spiegare chi era quella donna.
Bernard, con tono colpevole, disse: "Parcheggio la macchina nella prima area riservata e ti spiego, ma tu, per favore, non interrompermi."
Quel pomeriggio il sole era ancora alto; i raggi filtravano dal finestrino obbligando i due amanti a proteggersi con gli occhiali da sole e anche dagli sguardi, attirati dalla berlina rossa, col rischio che Giustine fosse riconosciuta da qualcuno.
Lungo il tragitto, Bernard, vide una piazzola di sosta e si fermò.
" Giustine non so da dove iniziare, non è semplice per me spiegarti. Quanto vorrei dirti che hai frainteso quei gesti d'affetto. Negare con una scusa plausibile sarebbe stato tutto così semplice ma ho capito che con te non posso farlo" prese fiato e continuò:
"Come ti avevo detto sono un rappresentante autonomo e Marylin, così si chiama la donna, è un'impiegata, dipendente della ditta. Dal primo giorno in cui sono entrato a collaborare con l'azienda lei era stata l'unica a venirmi in aiuto, così abbiamo iniziato a vederci il venerdì dopo l'orario di ufficio e ..."
Le raccontò che si erano trovati subito in sintonia professionalmente e di lei si fidava molto, tanto che avevano iniziato a confidare i propri problemi e desideri. Marylin, gli aveva raccontato che avrebbe desiderato avere una famiglia ma gli uomini che aveva incontrato la vedevano solo come amica e non come fidanzata, per colpa del suo aspetto fisico per niente piacente.
Bernard concludendo le disse:
"Mi faceva pena, non voglio giustificarmi, ho visto che aveva bisogno di affetto e un venerdì ci siamo trovati uno nelle braccia dell'altro; tra noi c'è solo sfogo fisico. Quante volte avrei voluto chiudere e quante volte ho saltato il venerdì; le dicevo che avevo degli impegni con mia moglie."
Ma lei era molto brava: le telefonava per chiedergli incontrarlo con la scusa del lavoro e curioso com'era, Bernard la raggiungeva ogni volta.
Giustine ascoltò in silenzio e disse:
" Quindi la tua é solo generosità. E per questa donna, tu cosa sei? Sei sicuro che non sia innamorata di te? Cerca di tenerti legato a se con la scusa del lavoro. Comunque dovrai decidere: o chiudi con lei o chiudi con me! E poi tua moglie... come fa a non essersi mai accorta di cosa fa suo marito? È così maledettamente ingenua o ha paura di perdere la comodità della vita che le offri? Io innamorata come lo sono di te, oggi, se fossi stata tua moglie e sapendo del tuo debole per le altre donne avrei fatto in modo di ingelosirti,  per tenerti a me. Comunque la verità, prima o poi salterà fuori come, io, ho scoperto la verità su mio marito!"

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