16° capitolo

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Giustine, non riusciva ancora a credere di aver visto Bernard. Era felice e nello stesso tempo impaurita.

Arrivata a casa, le faccende domestiche e i bambini con le loro grida, l'avevano fatta tornare alla realtà; per qualche ora era riuscita a distrarsi dimenticando Bernard ma con il sopraggiungere della notte, il silenzio le parve assordante, non riusciva a prendere sonno.

I pensieri iniziarono a volteggiare nella mente come foglie sospinte dal vento: alla rinfusa senza una meta.

Come sarebbe riuscita ad essere di nuovo se stessa e lasciarsi andare all'amore senza avere il timore di essere nuovamente delusa? E quali difficoltà avrebbe dovuto affrontare prima che fosse arrivata la tanto agognata felicità?

Come avrebbe reagito il marito quando gli avrebbe annunciato che era innamorata di un altro uomo? Ripensandoci, dal giorno in cui si erano sposati non gli aveva mai fatto scenate di gelosia. E se all'improvviso lui si fosse destato dalla sua indifferenza nei confronti di lei, ritrovandosi all'improvviso perso, pregandola di restare, promettendole che sarebbe cambiato? No, non sarebbe cambiato, glielo aveva promesso troppe volte, ormai non gli credeva, più.

Bernard, le aveva detto che aveva bisogno di tempo...avrebbe mai realmente, avuto il coraggio  di chiedere alla moglie la separazione? L'avrebbe guardata negli occhi per dirle che era innamorato di un'altra? Quale reazione, lei, avrebbe avuto? E se fosse stata una di quelle donne che, piangendo, supplicava il marito di non lasciarla? E se lo avesse minacciato di farsi del male e che l'avrebbe avuta sulla coscienza per tutto il resto della sua vita se l'avesse abbandonata? E se Bernard le avesse creduto? Si sarebbe impietosito? Se, sì, che cosa le avrebbe risposto? Di star tranquilla e che non l'avrebbe lasciata, mai? Ricordandole che avevano rinnovato le promesse e che quello che aveva dichiarato non erano altro che parole dettate dalla stupidità di un uomo e che amava solo lei.

E se la moglie fosse venuta a scoprire dove lei lavorava e per orgoglio di donna ferita fosse venuta a fare la scenata davanti ai clienti del bar, con soddisfazione di Stephanie, costretta poi dalla vergogna a licenziarsi? Come avrebbe fatto a vivere senza quel lavoro se si ritrovava con un marito che non le avrebbe dato nemmeno un soldo per il mantenimento nè per lei e nè per i bambini?

Troppe erano le paure e troppe le domande.

Rammentava le parole che l'ex amante le aveva detto: di amarla ma anche di essere felice con la moglie.

E se il suo sogno fosse svanito sarebbe ritornata a rivivere il dolore di un anno fa. Cosa sarebbe stato di lei? E come poteva ancora fidarsi di lui?

L'abbandono di Bernard l'aveva profondamente ferita tanto da rinchiudersi in un mondo fatto di diffidenza.

Non riusciva più a credere in nessuno. Si era costruita una barriera di sfiducia guardando il prossimo con scetticismo e pessimismo, preferendo la solitudine; dedicandosi esclusivamente ai veri amori della sua vita, quelli che non l'avrebbero delusa e abbandonata mai... i suoi figli e sua madre, un legame di sangue che non avrebbe mai potuto sciogliersi.

Quante volte nei suoi pensieri rivolgeva domande al destino; gli chiedeva
cos'avesse fatto di male. In fondo non pretendeva molto: se non un po' di pace e qualcuno che l'amasse.

L'orologio sul comodino, quella notte le stava facendo compagnia. Tutti quei pensieri la tenevano sveglia pregandolo quasi di far passare le ore velocemente.

La luce che si accendeva sullo schermo quando Giustine cliccava non stava disturbando il marito che al suo fianco nel letto dormiva beato.

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