15° capitolo

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Bernard la guardava allontanarsi assaporando il fresco aroma che nell'auto, Giustine gli aveva lasciato; profumo che poi lo aveva accompagnato, distraendolo, scordandonsi che quella sera non avrebbe dovuto far rientro a casa ma raggiungere i figli dalla nonna paterna che li stavano aspettando per cena.

Bernard e Giustine, avevano sei anni di differenza: non erano tanti ma bastava all'uomo per avvertirne la sua vivacità e questo lo contagiava, rendendolo anche lui tale.

Quanti ricordi gli balzavano alla mente. L'ex amante era come un fuoco d'artificio, dopo il botto un miscuglio colorato di emozioni: di amore, di gelosia, di rabbia e passione. Nel solo pensarlo all'uomo gli si era acceso il fuoco assopito dalla routine degli ultimi mesi con la moglie, aumentando il desiderio di averla sempre più al suo fianco.

Il tragitto verso casa non era mai stato così breve; non aveva avuto il tempo di togliere dal volto le evidenti linee di turbamento per poterlo nascondere con quello che quotidianamente indossava dopo una giornata di lavoro.

Parcheggiato la macchina in garage come d'abitudine e immerso nei pensieri che continuavano ad accompagnarlo, raggiunse la porta di casa e la aprì. I bambini stranamente non gli erano venuti incontro.

Mentre entrava, dalla camera da letto aveva visto uscire una Vivienne vestita con abitino nero attillato (mettendo in risalto le delicate onde del tempo) e un paio di scarpe di vernice nera con tacchi alti a spillo. L'ultima volta che l'aveva vista così, era stato dieci mesi orsono.

Alla moglie, quando sulla soglia aveva visto Bernard, le era venuto il batticuore. Uno spavento, non di quelli di chi si vedeva arrivare improvvisamente alle spalle qualcuno perché assorti dal lavoro che si stava svolgendo ma uno di quelli colpevoli perché colti sul fatto, come di un bambino che di nascosto si metteva a mangiare un cioccolatino quando sapeva che sua madre gli aveva detto, no.

Ripresa dallo stupore, gli disse:

- Che fai qui? Ti sei dimenticato che stasera esco con i miei colleghi e che avrei lasciato i bambini da tua madre? Ti ho anche mandato un messaggio che non hai letto, ovviamente.

Sì, se n'era dimenticato e non aveva nemmeno letto il messaggio come aveva detto, bene, Vivienne. Ma lei che ci faceva vestita, così?

Non era la prima volta che usciva per una serata in compagnia di amici ma era la prima volta che usciva così agghindata.

Bernard non aveva provato gelosia, anzi tirò un sospiro di sollievo quasi liberatorio. Si sentiva in colpa e nella sua mente aveva immaginato una Vivienne al fianco di un altro uomo e questo lo avrebbe fatto sentire meno colpevole.

La donna, avvertendo lo sguardo meravigliato del marito gli disse:

- Bernard, sembra quasi che tu non mi abbia mai vista vestita così. Stasera è una cena importante. Arrivano dei direttori di altre sedi e non volevo fare brutta figura. Con le mie colleghe più intime ne abbiamo parlato e ci siamo messe d'accordo di vestirci elegantemente. Finiscila di guardarmi così e avvisa piuttosto tua madre che ritardi.

Bernard, disse tra sé e sé: " Era solo per fare bella figura! Quanto avrei sperato che anche Vivienne potesse avere qualcuno, sarebbe stato tutto più semplice. Ma che sto dicendo. Sono io lo stronzo e sto sognando come un'adolescente al primo amore e non so nemmeno se Giustine mi...".

Vivienne, presa com'era dalla sua preparazione, non si accorse del viso pensieroso del marito.

L'uomo uscendo disse:

- Vado, ciao, buona cena.

Quando Bernard rientrò nella sua auto, il profumo lo riaccolse come un abbraccio consolatorio, dimenticando l'accaduto con Vivienne e con lo sguardo rivolto al cielo pregava nella speranza che la notte passasse velocemente.

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