23°capitolo

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Giustine, era girata di spalle intenta a chiudere la porta d'entrata del bar, quando il tocco di una mano l'aveva destata dai pensieri della giornata.

Si era voltata di scatto davanti a sé una donna che la immobilizzò. Era vestita in abiti sportivi, longilinea, di altezza media, capelli lisci, biondo scuro, con un taglio a carré che le incorniciava il viso su cui spiccava un trucco pesante quasi voler nascondere la sua età. A Giustine parve che avesse perlomeno cinque anni più di lei.

-Scusi, signora...lei è Giustine?- disse la donna sconosciuta.

-Si, sono io! Lei è una cliente del bar?... Il suo viso però non mi pare familiare-

" Non sono una cliente... è la prima volta che vengo in questa zona " si era fermata un secondo, poi riprese :" Mi chiamo Vivienne e sono..." si rifermò come se si stesse pentendo di ciò che le stava per rivelare, e per non pensarci ancora troppo su e ritrovarsi emozionata, glielo disse:"Sono...la moglie di Bernard!"

Giustine, impallidì, nel sentire il nome dell'uomo collegato alla donna; per lei, ora, non più sconosciuta. Dallo stupore non sapeva più nè cosa fare e nè che cosa dire. L'unica cosa che le venne in mente in quell'istante era di allontanarsi più velocemente possibile dalla vetrata; Stèphanie poteva leggerle sul volto l'imbarazzo e maligna com'era, avrebbe capito subito che c'era qualcosa che la stava preoccupando e impaurendo.

Si incamminò, mentre Vivienne la seguiva passo passo come un carabiniere che scorta un ladro perché era stato colto sul fatto.

Girato l'angolo, Giustine si era fermata dando uno sguardo attorno a sé per vedere che non ci fossero persone che potevano riconoscerla.

Col lavoro che svolgeva, aveva tante conoscenze molte di esse erano le classiche malelingue a cui piaceva sapere dei fatti altrui, per poi spettegolarci e in men che non si dica diventare l'argomento principale del momento. E poi voleva evitare domande imbarazzanti davanti a Vivienne .

La moglie di Bernard, nonostante la rabbia, era riuscita a contenersi. Saggezza di una donna a cui non piace fare le scenate in pubblico o una tattica per mascherare l'offesa di una moglie tradita, per non far svelare le sue debolezze?

Gli occhi di Giustine in quel momento erano un libro aperto, come tutto il resto del corpo, d'altronde.

Tremolante e balbettante, propose a Vivienne di andare in un luogo appartato; le fece vedere qual era la sua macchina e poi da lì, dopo aver preso anche la sua, le disse di seguirla che l'avrebbe scortata in un luogo isolato.

Vivienne acconsentì; poi ripensandoci su, le disse
- Giustine... posso darle del tu, vero?-

- Si, naturalmente! -

- La mia auto è parcheggiata di fronte al bar, perché non sali sulla mia e ci andiamo, insieme? Poi ti riporto a riprendere la tua -

Forse le aveva detto così per timore che lei fuggisse.

Giustine accettò, non aveva motivo per non affrontarla e poi era curiosa di sapere. Le indicò un parcheggio: lo stesso dove lei e Bernard si incontravano nei pochi e volanti momenti di intimità, se intimità si intendeva: qualche bacio passionale, veloce.

Distava solo due isolati da lì, quanto bastava per incupirla ancora di più.

Nell'auto si avvertivano solo i loro cuori che battevano dall'agitazione. Nonostante, Vivienne, cercasse di celare la sua tensione, i suoi battiti avevano un ritmo frenetico.

Una volta arrivate, la rivale sostò con l'auto tra altre perché non voleva attirare l'attenzione su di loro col rischio che qualcuno le vedesse; Vivienne anche se dalla parte della ragione, aveva cercato di essere comprensiva.

Cominciò lei a parlare, dicendole: "Ti starai chiedendo come sono giunta fino a te! e Giustine le aveva fatto un cenno di conferma, poi continuando:
" Mio marito, per lavoro, collabora con un'impiegata della stessa azienda. Questa signorina, non sto a dirle il nome, frequenta la nostra casa e presto, siamo diventate amiche..."

Giustine aveva riflettuto un po', poi tornando indietro nel tempo, si ricordò di quando aveva colto in atteggiamenti equivoci davanti alla ditta, ipotizzò che fosse quella stessa persona e la rabbia le salì... Marylin!

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