Cap11 Giusto in tempo

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Alex

Cerco di cancellare le occhiaie nere lavandole via con l'acqua gelida.
Ho passato una nottataccia e l'unica cosa che vorrei è restare a letto tutta la giornata.
Sono le sei di mattina e ancora non ho chiamato Kevin. Non so se farlo o meno.
Non so se dirgli la verità.
Mi dirigono in camera e prendo le prime cose che trovo nell'armadio me le infilò velocemente e vado a lavoro.
"Maledizione."
Avevo dimenticato che oggi rivedrò quel maledetto idiota di Eddy...
Eddy...
È solo colpa sua se ieri ho litigato con Phil.
Senza pensarci due volte prendo il cellulare dalla tasca e digito velocemente un messaggio.
~ Dobbiamo parlare...siamo ancora amici? ~
Arrivata al ristorante mi preparo per il lavoro, Phil non mi ha risposto e quindi deduco che sia ancora arrabbiato con me.
Entro un cucina.
Preparare dolci è diventato non solo un semplice lavoro ma ho scoperto che mi fa sentire meglio, è un modo per mettere in pratica le cose che so fare.
Mi metto all'opera per prapare la mia crostata di mele alla cannella, prendo tutti gli ingredienti e li preparo sul banco.
<< Oh...sei bellissima quando ti metti a lavoro. >>
Delle mani forti mi stringono la vita e sento qualcosa avvicinarsi al mio fondoschiena.
Mi giro di scatto e mi ritrovo il viso di Eddy a due centimetri dal mio.
Vorrei spingerlo via ma lui mi tiene stretta con il suo corpo spingendomi contro il bancone della cucina.
<< Smettila di giocare con me. Sai che sto con... >> Faccio per dire ma lui mi interrompe emettendo una risata sonora.
<< Aah...piccola, piccola Alexandria. Tu sei mia lo sai solo mia. >> Afferma.
La sua mano risale fino alla mia guancia, inizia a disegnarmi dei piccoli cerchietti sulle labbra con il pollice.
<< Smettila. >> Quasi urlo. Faccio per allontanare la sua mano ma lui mi afferra il polso stringendolo forte.
<< Il tuo amico oggi non viene a lavoro. Ha telefonato e si è dato malato. >>
Afferma Eddy con un sorriso stampato in faccia.
<< Lasciami... >> Dico con tutta la rabbia che ho dentro e strattonando la mano per liberarmi dalla sua stretta.
<< Credo proprio che dovresti stare lontano da lei. >>
La voce di Kevin arriva forte e chiara.
Il mio cuore salta un battito.

Kevin

Stringo le mani a pugno, poteri ucciderlo, dovrei ucciderlo.
Dopo la telefonata di Phil ho preso il primo aereo e sono tornato a casa.
Quando ho aperto la porta ed Alex non c'era sono corso direttamente al ristorante dove lavora.
Eddy la tiene stretta contro al bancone della cucina. La rabbia mi rimbomba nelle orecchie. Cerco di mantenete la calma.
Alex spinge via Eddy e lui, grazie alla mia presenza, la lascia andare.
La mia ragazza si dirige verso di me.
<< Aspettami fuori Al, ho chiesto al tuo capo se potevi prenderti la giornata libera. >> Le dico senza neanche guardarla in faccia.
So che è sconvolta ma i miei occhi sono puntati solo su quel fottuto bastardo.
<< Io...Kevin...ti prego... >> Fa per dire qualcosa ma io la interrompo.
<< Adesso... >> Sposto lo sguardo su di lei e Al annuisce.
Quando la mia piccola è uscita dalla stanza mi precipito verso Eddy, lo afferrò per la camicia e lo fisso negli occhi.
Le sue pupille si dilatano per lo spavento e quando gli stringo il colletto lo sento sussultare. Gli romperei volentieri la faccia a sin di pugni.
<< Stammi bene a sentire se solo osi toccarla di nuovo giuro sulla mia stessa vita che sei morto. Morto! Chiaro. >> Le ultime parole mi escono quasi come un urlo rabbioso.
Non gli do il tempo di risponde che lo strattoni facendolo sbattere al muro.
<< Stalle alla larga. >> Così dicendo esco dalla cucina .
Prendo Alex per mano e la riporto a casa, senza dire una parola durante tutto il tragitto.

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