Cap61 Pensiamo al futuro...

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Alex ♥ ♥

Siamo tornati a casa e, anche se stanchi, abbiamo deciso di metterci un pò a lavoro per ristrutturare.

Nel tragitto Kev mi ha tenuto la mano così stretta quasi da farmi male e ha corso come un matto.

Gli ho fatto un sacco di domande e le sue uniche risposte sono state...

"Mh mh."

"Ah ah."

"Ok."

Mi sembra pensieroso e distratto.

"Aah...accidenti e ora che gli succede."

In questi giorni ho sistemata la carta sul pavimento di una piccola stanza al piano di sopra in modo da poterla ridipingere.

Prendo il secchio della pittura e lo porto nella stanza dove Kev sta preparando i pennelli e spostando l'ultimo mobile.

Entro dalla porta portando la vernice.

"Accidenti quanto pesa! "

<<Hey hey, dove vai? È troppo pesante per te.>> Afferma precipitandosi verso di me per prendermi l'oggetto dalle mani.

<<Pff, vedi che ce la faccio!>> Affermo mettendomi le mani ai finchi.

<<Lo so, lo so.>> Dice distratto.

"Mi prende in giro? Che diavolo gli succede?"

<<Tutto bene Kev? >> Gli domando mentre mi lego i capelli in una coda e prendo il pennello più grande che trovo.

Non ho mai tinteggiato una stanza ma l'idea mi piace, sembra divertente.

<<Mh mh.>> Dice immergendo un pennello nella vernice e passandola sulla parete bianca.

Abbiamo scelto l'azzurro, o meglio ho scelto, Kevin aveva intenzione di fare tutto di colore verde ma io gli ho fatto cambiare idea, anche se ho capito che lo aveva scelto per me.

"Cucciolo..."

Visto che per questa stanza abbiamo comprato dei mobili azzurri e blu gli ho proposta il colore della vernice e lui ha detto subito si con un sorrido.

Affondo il pennello nel liquido colorato e lo strofino lungo la parete, su e giù.

"Wow è stupendo..."

La poca luce pomeridiana che entra dalla finestra, che abbiamo deciso di ingrandire, illumina l'azzurro acceso.

Kev è molto concentrato a fissare la parete, anche troppo, ma il suo sguardo è assente.

<<Il nuovo cameriere alla pasticceria è molto carino...>> Dico per attirare la sua maledetta attenzione.

<<Già...>> Risponde.

"Ma che gli si è bruciato il cervello? "

<<Già...credo che ti lascerò per lui. >> Affermo alzando un pò la voce.

Mi fermo di pitturare e lo fisso aggrottando la fronte, lui non batte ciglio. Immergo il pennello nel colore e gli lascio una scia di pittura che va dalla base del collo fino alla pancia, o meglio agli addominali ben scolpiti, che si intravedono dalla maglietta grigia e maledettamente aderente.

"Cavoli quanto è sexy..."

Il suo sguardo è perplesso e non la smette di agitare la testa.

<<Perché? >> Mi domanda fissandomi incredulo.

<<Era la mia maglietta preferita.>> Afferma prendendo un lembo dell'indumento con due dita.

<<Bentornato sulla terra mr Anderson. >> Dico cercando di essere sarcastica.

<<Sei arrabbiata? >> Domanda teneramente.

"Maledetti occhioni da cucciolo indifeso. "

<<Oh, no amore...>> Gli dico più dolce delle caramelle. <<E solo che mi sembri così pensieroso. Ti ho anche detto che ho intenzione di lasciarti per il nuovo cameriere della pasticceria e tu non hai battuto ciglio. >> Gli dico tutto d'un fiato e abbassando lo sguardo.

Si avvicina a me con un solo passo felpato.

<<Tu cosa? >> Domanda  con gli occhi sgranati.

"Oh santo cielo!!!"

<<Kev, sai cosa...>> Butto via il pennello. <<Vado a farmi una doccia.>> Così dicendo faccio per uscire dalla stanza.

<<No, no aspetta...>> Mi prende tra le braccia stringendomi da dietro, mi spunta un sorriso che nascondo subito.

Ha le mani sporche di pittura e mi tinge la camicetta che indosso.

<<Scusa...>> Dice strofinando il naso contro il mio collo.

<<C'è qualcosa che non va? >> Domando dolcemente.

Esita per un momento e poi mi risponde.

<<No, va tutto bene.>> Dice soltanto.

<<Ti conosco fin troppo per capire che non va tutto bene.>> Gli dico girandomi tra le sue braccia e faccio per stampargli un bacio sulle labbra.

Ma quando lui si sporge per ricere il bacio mi scanso.

<<Metti a posto le idee e poi avrai un bacio...>> Gli dico e mi dirigo in camera da letto.

"Oddio...ma perché deve sempre accadere qualcosa."

Kevin ♡

Come fa a non rendersene conto? Eppure una donna dovrebbe sentirle queste cose.

Ho fatto un pò di ricerche su come crescere un bambino, su cosa è necessario comprare e sul comportamento da tenere in quanto genitore.

Ma soprattutto ho ricercato i cambiamenti che avverranno in Alex durante tutta la gravidanza, e ho trovato che gli ormoni causano continui cambiamenti di umore.

"E oggi ne ho avuto l'esempio. "

Vorrei parlare con lei, sapere che intezioni ha con il bambino.

"Beh è ovvio che lo terremo. "

E questo sarà il giusto motivo per cui dovra vivere qui, dovrò trovare un altro lavoro, perché quello al locale non basta.

Alex mi ha detto che sta cercando lavoro per la fine del corso in accademia, ma io non voglio che lei lavori.

"Dovrà essere solo una mamma e una bellissima moglie. "

Certo, perché le chiederò di sposarmi quando saremo pronti, e con un bambino in arrivo lo saremo molto presto.

"Pff, mi vedete...io, un papà..."

Non sarò certo come quel bastardo, lui o lei, sarà il mio chiodo fisso, ogni giorno mi sveglierò con la voglia di stringere il mio bambino tra le braccia e di amarlo ogni minuto.

Alex è il mio cuore, il piccolo che arriverà e lei saranno tutta la mia vita.

La nostra casa, la nostra vita, la nostra famiglia.

"La mia vera famiglia..."

Smetto di pitturare e mi dirigo in bagno dove Al sta facendo la doccia.

Il vapore ha appannato lo specchio e sento la mia ragazza canticchiare sotto l'acqua.

Mi sfilo i vestiti e e mi intrufolo sotto lo getto d'acqua, lei non si accorge della mia presenza.

Le accarezzo i fianchi con la punta delle dita e lei sussulta e si gira di scatto.

<<Ciao...>> Sussurro con le labbra incollate sulla pelle della sua spalla.

<<Nessuno ti ha dato il permesso di entrare sotto la mia doccia. >> Afferma scansandomi da lei con entrambe le mani e prendendo lo shampoo per lavarsi i capelli.

<<A essere sincero questa è la mia doccia...>> Dico con un mezzo sorriso.

Arrossisce e mi guarda un pò a disagio.

<<Oh...>> Sussurra.

"Merda...andiamo di male in peggio."

<< No, piccola...io...>> Cerco di dire qualcosa ma lei mi interrompe.

<<Kev, hai cambiato idea, non è così?>> Chiede timidamente, nel suo sguardo c'è un insieme di preoccupazione e timidezza.

<<Su cosa?>> Domando senza capire di cosa sta parlando.

Aggrotto la fronte e fisso quei bellissimi occhi verdi.

<<Sul fatto di venire a vivere con te.>> Dice arrossendo.

"Cazzo, ma come le salta in mente..."

Le prendo delicamente lo shampoo dalle mani, ne metto un pò sul palmo della mia e le accarezzo i capelli dolcemente.

Al continua a fissarmi e a mordersi il labbro nervosamente.

<<Sei una stupidina. La mia piccola stupidina.>> Le sussurro all'orecchio.

<<Alex ti amo...>> Cerco di parlare di quello che sta succedendo, del bambino, del nostro futuro.

"Ma cavolo non mi escono le parole di bocca."

Non è possibile che Alex sia così ingenua da non capire che quello che è successo l'altra mattina può cambiare completamente la nostra vita.

<<Anche io ti amo.>> Dice quasi con il broncio, con la punta delle dita mi accarezza dolcemente il petto, poi avvicina le labbra e mi bacia delicamente.

Lascia una scia di baci sul petto salendo lentamente su fino al collo, raggiunge le labbra e con le sue accarezza le mie.

Il bacio si fa più intenso e passionale, la sua lingua esplora la mia come se non mi avesse mai baciato, assaporo il dolce della sua bocca, la stringo più forte a me e lei a sua volta mi attira contro il suo corpo appoggiandosi alla parete della doccia.

<<Mmh, ma ciao...>> Sussurra tra le mie labbra, immerge le mani nei miei capelli e mi mordicchia il collo aggressivamente.

<<Hey micetta, piano.>> Dico accarezzandole il sedere con entrambe le mani.

La mia cazzo di erezione mi fa un male cane.

Dal collo passa alle labbra, morde, tira e lecca con foga.

"Non credo di averla mai vista così...così aggressiva. "

<<Ti amo, ti amo, Kev...io muoio senza te. Io muoio...>> La sua bocca incollata alla mia, le mie mani perlustrano ogni centimetro della sua pelle, ad ogni carezza lei sospira forte.

<<Ti piace Al? Non è così? Ti piace essere toccata, sentire la mia bocca sulla tua pelle...>> Le dico accarezzando la base del suo collo, infiammo la sua pelle con la punta delle dita fino a stringere entrambi i seni.

Tira la testa all'indietro e geme di piacere.

Le prendo uno dei seni tra le labbra e lei si sporge in avanti per facilitarmi nell'intento.

<<Kev ti prego...>> Supplica in un sospiro.

<<Cosa vuoi Alexandria? >> Le chiedo dolcemente dopo essermi staccato da lei.

Tenedo le mani sulle mie spalle si tiene per alzare le cosce e intrecciarle intorno ai miei fianchi.

<<Sai che cosa voglio Kev. Lo sai...>> Sussurra dolcemente tirandomi il lobo dell'orecchio con i denti.

Poi all'improvviso mi irrigidisco.

"Cazzo...non ho ricercato se si può fare o meno l'amore in gravidanza."

<<Al aspetta, noi non...>> Cerco di parlare ma Alex continua a baciare e mordicchiare, si muove sue e giù e si avvicina sempre di più a me in modo da semtire la punta del mio membro strofinare contro il suo intimo.

<<No, Alex. Aspetta...dobbiamo parlare.>>Affermo d'un tratto.

Alex alza la testa di scatto e mi fissa preoccupata, poggia i piedi a terra e chiude l'acqua.

<<Che succede Kev? E da quando siamo tornati che sei strano. Mi stai spaventando.>> L'ultima frase le sfiora le labbra quasi in un sospiro.

Il cuore mi martella nel petto così forte che riesco a sentire il forte palpitare nelle orecchie e sono certo che anche Al lo sente.

<<Ho già pensato a tutto, a come sistemare la casa, come dobbiamo comportarci, le cose da comprare e ciò che può essere pericoloso....>> Inizio a parlare senza neanche respirare.

Alex agita la testa mi fissa perplessa mentre io continuo a parlare e a spiegare le cosa che ho ricercato  e che potremmo comprare.

<<Aspetta, aspetta, amore ma di che stai parlando? >> Domanda sistemandosi l'asciugamano intorno al corpo, lo stesso faccio io legandolo intorno alla vita.

<<Piccola...la mattina che abbiamo fatto l'amore sotto la doccia. Io...io ho dimenticato il preservativo. Al, amore, c'è la possibilità che tu sia incinta...>> Dico senza guardare i suoi occhi.

Siamo usciti dalla doccia ma siamo ancora in bagno.

Sento le mani che mi tremano, questa può essere un enorme passo per noi, per la nostra vita insime.

Ma di certo non è un ostacolo impossibile da superare.

<<Kevin io...>>La interrompo prima che possa dire qualcosa.

<<Ascoltami amore mio...>> Le prendo il viso tra le mani e poggio la fronte sulla sua.

<<Voglio questo bambino, voglio poterlo crescere con te, voglio...>> Si scansa da me.

<<Non sono incinta. Kev io non aspetto un bambino.>> Afferma guardandomi negli occhi, le sue guance sono rosee e si morde il labbro nervosamente.

<<Ma come...Hai fatto il test?>> Le domando aggrottando la fronte.

<<No Kev...>> Sussurra in imbarazzo.

Si tormenta le dita stringendole in grembo, siamo ancora completamente bagnati e noto che sta tremando.

<<Alexandria, non capisco...>> Sono maledettamente confuso.

Se non ha fatto il test, come fa a ad essere certa di non aspettare un bambino?

<<Prendo la pillola...>> Dice soltanto abbassando lo sguardo, le sue guance diventano ancora più rosse.

<<Oh...>> Mi esce solo questo dalle labbra.

"Perché?"

Perché mi sento come se mi fosse caduto il mondo addosso? Perché mi sento così strano? Perché desidedavo così tanto avere quel bambino?

<<Sei arrabbiato?>> Domanda timidamente.

<<No, non sono arrabbiato. E solo...perché non me lo hai detto?>> Le chiedo prendole la mano e conducendola nella stanza da letto.

<<Mi dispiace, e che con tutto ciò che è successo ho dimenticato di dirtelo. >> Risponde quasi dispiaciuta, come se avesse fatto qualcosa di male.

<<Da quando hai iniziato a prenderla?>> Domando mentre tampono prima i suoi e poi i miei capelli.

<<Dalla seconda volta che abbiamo fatto l'amore. >> Afferma tormentando il labbro inferiore con i denti.

<<Avrei preferito che me lo avessi detto.>> Dico soltanto.

"E ora mi sento fottutamente vuoto...come se fossi tornato di nuovo al punto di partenza. A chiedermi se mai lei verrà a vivere con me!"

Alex ♥

Pensava fossi incinta. Ha avuto questo atteggiamento così pensieroso perché Kev credeva che io stessi aspettando un bambino.

Mi sento così strana, quando ho sentito quelle parole uscirgli di bocca sono rismasta di stucco.

"Eppure...qualcosa ancora non va."

Non sembra arrabbiato per il fatto della pillola.

Dopo tutto quello che è successo ho dimenticato di dirglielo, sono successe così tante cose che mi è pasato di mente.

La cosa che più mi ha colpito sono state le sue parole, il modo in cui mi stava rassicurando, nei suoi occhi ho visto una luce he non vedevo da tanto.

"Ma perché? "

Eppure credevo che fosse felice, che stessimo bene così, noi due insime, il nostro amore.

"Che cosa è cambiato?"

Dopo esserci sistemati e aver indossato io il mio pigiama con le scimmiette, che a Kevin piace tanto, e lui solo un paio di pantaloni di tuta, mi metto a preparare qualcosa per la cena mentre Kev apparecchia la tavola in salotto così da mangiare seduti sul divano.

Ma c'è un problema...

Ha cominciato di nuovo a non dire una parola e mi sento così tremendamente a disagio che vorrei scappare.

Prendo i piatti che ho riempito e li porto nel piccolo salottino,  li poggio sul tavolo davanti alla televisone.

Kevin già è seduto sul divano e fissa lo schermo senza prestare attenzione.

Di soppiatto mi siedo a cavalcioni su di lui e lo fisso senza dire niente, lui mi guarda per un pò e poi tira la testa indietro pogiandola sul pogiatesta.

<<Per quanto tempo continuerai a fare il gioco del silenzio? >> Gli chiedo sorridendo.

Kevin alza la testa e mi guarda prima seriamente poi sul suo viso si stampa un mezzo sorriso.

<<Sei arrabbiato perché non sono incinta? >> Domando nervosamente.

Lui agita la testa in un frenetico no, sospira forte e poggia di nuovo la testa sul divano.

<<Kev...>> Dico accarezzandogli il petto con una mano.

<<Dì qualcosa...>> Affermo con un tono un pò troppo alto.

Visto che non mi rivolge la parola deduco che non ha la minima intenzione di parlare con me.

Faccio per scendere dalle sue gambe ma lui mi stringe le cosce con entrambe le mani, alza la testa per guardarmi dritto negli occhi.

<<Mi sono illuso che sarebbe stato sicuro che saresti venuta a vivere con me se aspettassimo un figlio, senza dover affrontare la tua famiglia senza doverci pensare un milione di volte per poi non prendere mai una decisione concreta . Alex io voglio la mia famiglia, voglio che tu venga a vivere qui e che mi sposi. Noi due e basta.>> Butta fuori ogni singola parola tutto d'un fiato e mi fissa come se volesse una risposta da parte mia.

"Il mio cioccolatino..."

Kev dice che quella che parla poco sono io, che non dico ciò che voglio o ciò che non mi piace, ma lui è peggio di me.

Perché non mi ha parlato di tutto questo prima?

<<Cucciolo...ti amo. E sai perché? >> Gli dico prendendo delicatamente i suoi capelli tra le dita.

<<Perché sono tremendamente sexy?>> Afferma sorridendo.

<<Mmh forse. Ma soprattutto per come sei, così dolce e premuroso, che anche se non vuoi darlo a vedere pensi costantemente al nostro futuro a quello che sia meglio per noi. Ma Kev noi siamo così giovani, abbiamo tanto tempo per stare insime, sposarci o avere bambini. So che se fossi stata incinta saresti stato un bravo padre, so che avresti fatto di tutto per rendere felice me e lui, ma non è il momento giusto. Ci sono ancora tante cose in sospeso, tante cose da risolvere. E forse dobbiamo solo aspettare. >> Poggio delicatamente le mie labbra sulle sue e lui mi accarezza la schiena, da sotto la maglietta, con la punta delle dita.

Lentamente mi sposto sull'altro lato e mi siedo di fianco a lui, Kev mi cinge le spalle con un braccio e mi stampa un tenero bacio sulla guancia.

<<Ti amo anche io. Me questa è la nostra casa e ti voglio qui.>> Afferma prendo il piatto che gli porgo.

<<Lo so. Ma devo parlare con la mia famiglia. Ho bisogno di tempo.>> Gli dico fissando i suoi occhi, prendo un pò di pasta e me la infilo in bocca, lui fa lo stesso gitarando la testa per guardare la televisione.

<<Lo so. Ma non sopporto più di dover aspettare, Alex perché ancora non lo hai detto ai tuoi genitori? Che cos'è che ti preoccupa? >> Domanda con voce roca con tono alto posando di nuovo il piatto sul piccolo tavolino e io faccio lo stesso.

"Maledizione...questa giornata fa schifo."

<<Stai cercando di trovare un argomento su cui litigare. Perché, Kevin, oggi non ti capisco proprio. Prima mi dici che vuoi passare la vita con me e poi ti incazzi e mi urli contro. Ti ho già detto che ho bisogno di tempo, già è tanto che  mio padre mi abbia lasciato dormire qui con te dopo tutto quello che e stato solo per prendermi cura di te.>> Dico in tono accigliato.

<<Beh, non ti ho certo costretta.>> Afferma alzandosi e iniziando a camminare avanti e indietro.

"Cavolo quanto mi fa arrabbiare..."

<<No, non mi hai cotretta, ma io sono qui perché ti amo. Per la mia famiglia non è semplice vedermi andare via. Teddy ha bisogno di me. Ti ho detto che parlerò con loro ma non adesso. Quando mi sentirò pronta. Quante volte io ti ho chiesto di parlare con tuo padre ma la tua risposta è sempre stata negativa?>> Chiedo alzandomi e mettendomi di fronte a lui.

<<È diverso...>> Afferma guardandomi dritto negli occhi.

<<No non è diverso. Tuo padre ha sbagliato e merita perdono. Perché non dovremmo parlare con lui? >> Gli domando portandomi le mani ai fianchi.

<<Come scusa? Dovremmo? Tu non centri niente.>> Dice con voce roca.

"Anderson sei nei guai?"

<<Bene,  allora se non centro niente, non c'è neanche bisogno che parli con i miei.>> Dico prendendo i piatti e dirigendomi in cucina.

Da come sta andando la serata non credo proprio che finiremo di mangiare.

<<Che vuoi dire?>> Domanda seguendomi in cucina.

Poso i piatti nel lavello e apro l'acqua, mi metto a lavare le posate e tutto il resto a finché possa cancellare questa maledetta giornata.

<<Alex,  sto parlando con te. Per favore rispondimi.>> Dice togliendomi la spugna dalle mani e costringendomi a girarmi per guardarlo in faccia.

Ma i miei occhi restano bassi, lui è di fronte a me e tiene le mani ai lati del mio corpo pogiate sul bancone della cucina.

<<Voglio che prima parliamo con tuo padre, voglio sentire che cosa ha dire...>> Mi costringe ad alzare gli occhi quando sento un verso roco uscirgli dalle labbra.

<<Tua madre ha detto che vuole chiederci scusa e io voglio ascoltarlo.>> Affermo alzando il mento.

<<No.>> Dice.

<<Allora ci andrò da sola! >> Dico mettendomi di nuovo a lavare le posate.

<<Se andrai da quel bastardo perderai me.>> Dice senza guardarmi.

<<È una minaccia Kev? >> Domando quasi in un sussurro.

<<Chiamala come vuoi. Per me è solo un modo per non farti avvicinare a lui. Quindi, Alex se vai da lui allora perderai me.>> Dice con calma, il suo sguardo e serio e sembra quasi arrabbiato.

I lineamenti del suo viso sono tesi e la mascella e serrata con forza, i pugni chiusi e le spalle dritte.

Se non lo conoscessi per capire che il suo atteggiamento rispecchia solo preoccupazione penserei che è tremendamente arrabbiato.

Butto via lo strofinaccio con un gesto secco, quasi con rabbia, dopo aver pulito per bene e asciugato il lavello.

<<Sai che ti dico, sono le dieci di sera ed è da stamattina che ti comporti in modo strano. Ho cercato di parlare con te ma tu sembri riluttante a dirmi che cavolo ti passa per quella maledettissima testa. In più ti sei permesso di dirmi una cosa del genere. Ora sono stanca e ho sonno, spero che stanotte penserai a quello che mi ha detto e che domattina quando aprirai gli occhi mi dirai le parole che voglio sentire. Buonanotte Kevin. >> Senza dargli un bacio, senza guardarlo, senza sentire una cavolo di risposta mi metto sotto le coperte e cerco di dormire.

Quando sto per addormentarmi sento il cellulare vibrare, è mio padre.

"Cavolo...!!! Maledetta giornata del cavolo..."

Kevin ♡

"Cazzo...cazzo, cazzo..."

Oggi è una giornata di merda.

Alex non è incinata ma prende la pillola, senza essersi consultata con me, non ha parlato con i suoi genitori, in più vuole che parliamo con il bastardo.

"Perché? Non lo so, non riesco a spiegarmelo. "

Dopo tutto quello che è successo dopo tutto il male che ci ha fatto non vedo il motivo per cui dovrebbe ricere il nostro perdono.

Giro e rigiro i canali in televisione,  ma non trovo niente di minimamente interessante in modo da distrarmi un pò, ma niente.

"Maledizione ma come è possibile che nella mia testa c'è costantemente lei?!?!?!"

Non cambio idea, non voglio vedere mio padre, ma voglio Alex qui, nella mia casa, nella mia maledetta vita.

E mi sento così fottutamente stupido per quello ho detto, è ovvio che non la lascerò mai.

"Ma come mi è saltato in mente!"

Mi alzo di scatto dal divano dopo aver spento la televisione,mi dirigo in camera da letto e mi intrufolo sotto le coperte vicino ad Al.

Con un braccio la trascino sul letto in modo da abbracciarla da dietro.

<<Mi ha chiamato mio padre. Passerò il fine settimana a casa.>> Dice cercando di sciogliersi dal mio abbraccio.

Uno o forse due battiti del mio cuore saltano lasciandomi senza respiro.

"No, no, no, un fine settimana senza lei."

Poggio le labbra sulla sua spalla e la stringo più forte.

<<Non mi respingere. Ti prego.>> Le dico in un sussurro.

Dopo qualche secondo mi prende la mano nella sua e si accoccola stringendosi a me.

<<Odio litigare.>> Le dico baciandole dietro l'orecchio.

Alex non dice niente.

<<Ti amo...>> Le sussurro quasi in tono disperato.

"Può sembrare patetico ma sono innamorato di lei e non posso fare a meno della mia piccolina."

<<Come farò senza di te per tre giorni?>> Le chiedo con tono un pò triste.

Lei stringe di più la presa sulla mia mano anche se è arrabbiata con me, gira leggermente la testa e mi guarda.

<<Vieni anche tu.>> Sussurra mordendosi il labbro.

"Cazzo si...se potessi verrei con te."

<<Non posso, devo lavorare.>> Le dico.

Per fortuna il lavoro sta andando abbastanza bene, ho ricevuto delle chiamate anche dal professor Miller per alcuni servizi fotografici per la fine del mese che includono anche Alex.

<<Forse anche io ho trovato lavoro come cameriera in quel ristorante che ti ho detto. Così posso contribuire con per sistemare la casa.>> Dice con un filo di voce.

<<Ho detto che non è necessario. Ho abbastanza soldi per...>> Cerco di dire ma lei mi interrompe.

<<Kev non stasera.>> Sussurra.

Si accoccola di nuovo tra le mie braccia e sospira forte.

<<Sei ancora arrabbiata?>> Le domando dolcemente.

<<Non lo so. Abbiamo ancora tante cose di cui parlare.>> Dice già quasi nel sonno.

<<Ti amo. >> Le sussurro ancora.

<<Ti amo anche io.>> Dice in un sospiro e poi si addormenta.

"Tre giorni, solo tre giorni senza di lei."

E poi devo darmi una mossa per convincere la sua famiglia, o meglio suo padre, a lasciare che Alex venga a vivere con me, a riconquistare la sua fiducia, a pensare cosa fare con mio padre e a sistemare gran parte della casa prima che ritorni.

"Cavoli...ho bisogno di un miracolo."

Salve a tutte...
Scusate se ci ho messo più del solito e che ho avuto bisogno di più tempo.
Vi ringrazio per i voti e per i commenti...
Ma volevo dirvi una cosa...
Se ci metto più tempo per pubblicare il capitolo significo che ho bisogno di quel tempo o che ho avuto da fare...
Io scrivo per piacere, perché amo scrivere, il mio non deve essere un obbligo.
Comunque sia cercherò di pubblicare il più presto possibile perché capisco che è una rottura aspettare.
Spero he vi sia piaciuto...ditemi quello che pensare...
Baci Lina. ♥



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