Cap 62 Già mi manchi :'(

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Alex ♥

La settimana è volata e stamattina mio padre viene a prendermi per restare a casa nel fine settimana, purtroppo senza Kev.

Anche se in questi giorni non abbiamo parlato molto già so che mi mancherà da morire e che io mancherò a lui.

Non abbiamo più discusso, ne di suo padre ne della mia famiglia, ne di venire a vivere qui.

Non so che fare, che dire, come comportarmi, se insistere sul discorso di suo padre o se lasciar perdere.

Eppure non voglio solo lasciarmi indietro quello che è successo, voglio in qualche modo dimostrare a Kevin che tutti possono cambiare e che anche suo padre è in grado di farlo.

Lizzy, la madre di Kevin, mi ha chiamata spesso in questi giorni pregandomi di convincerlo a cambiare idea, a provare in qualche modo a ricostruire quel rapporto scomparso anni prima.

"E ci sto provando, ma non voglio certo perdere il ragazzo che amo per questo."

Sistemo il borsone mentre lui mi guarda seduto dalla piccola poltroncina nella camera da letto.

Nascondo un sorriso guardando la sua espressione, i suoi occhioni seguono ogni mio movimento e si morde il labbro nervosamente.

Sento mio padre che suona il clacson, è già arrivato, Kev alza la testa che ha tenuto chinata per un pò di tempo senza neanche dire una parola.

Prendo il borsone ma Kevin si alza di scatto e me lo prende dalle mani.

Mi fa un sorriso timido e mi guarda per qualche secondo.

<<Ti accompagno.>> Dice in un sussurro.

Faccio un cenno di assenso con la testa mentre usciamo dalla camera da letto.

Apro la porta della casa e già sento la mancanza.

Mi mancherà tutto il cottage, la colazione, il letto in comune, i baci e le coccole, ma soprattuto il mio cucciolo.

"Kevin..."

Aah, quanto odio litigare, quanto odio lasciarci così in sospeso senza sapere cosa dire, senza aver parlato e chiarito.

<<Aspetta...>> Kevin mi afferra la mano e mi fa rientrare di un paio di passi dentro casa.

<<Kev che succ...>> Non riesco a finire la frase che mi ritrovo le sue labbra incollate alle mie.

Sento il borsone cadere, le sue mani si spostano frenetiche sul mio corpo per poi  posizionarsi sul mio sedere, Kevin stringe forte e mi attira sempre di più contro il suo corpo.

<<Sono un idiota...>> Mi spinge contro al muro e preme con forza la sua erezione contro il mio basso ventre, con le labbra lascia una scia di baci che parte dalla scollatura della canotta che indosso fino al mento.

<<Ti amo.>> Dice e si stacca da me catturando i miei occhi con i suoi.

<<Amore...>> Sussurro mordendomi il labbro.

"Non voglio tornare a casa. Voglio stare qui, con lui. "

<<Ascolta...>> Mi dice teneramente avvinando le labbra al mio orecchio, mi stampa un bacio.

<<Tu andrai a stare un pò dai tuoi, e solo quando sarai pronta parlerai con la tua famiglia. Non voglio metterti fretta. Ci sentiremo ogni secondo se non vuoi che io muoia. E poi...>> Dice con un altro bacio all'angolo della bocca.

<<Fai la brava, sta lontano da quel tuo vicino di casa. E pensami.>> Così dicendo riprede di nuovo il borsone e mi bacia sulle labbra.

Usciamo fuori, mio padre ci sta aspettando appoggiato all'auto con il cofano aperto, Kev non parla si avvicina a lui e gli porge la mano.

Mio padre lo fissa per un secondo e poi ricambia il gesto.

<<Kevin. >> Afferma.

<<Signor Smith. >> Dice il mio ragazzo.

<<Come sta la signora Smith? >> Domanda Kevin.

<<Bene, grazie per l'interessamento. >> Risponde mio padre con un'espressione neutrale.

"Perché sembra tutto così dannatamente forzato?"

<<Alex, andiamo?>> Domanda mio padre guardandomi serio.

<<Si papà, arrivo subito. >> Così dicendo lui sale in macchina salutando Kevin con un cenno della testa.

Il mio bellissimo ragazzo tieno lo sguardo fisso sull'erba del piccolo giardino e le mani infilatenin tasca, i miei occhi stranamente si riempiono di lacrime.

Mi avvicino a lui e gli metto una mano sul petto, Kev alza la testa e mi guarda triste.

<<Perché stai piangendo? >> Domanda dolcemente, mi accarezza una guancia con la punta delle dita.

<<L'ultima volta che abbiamo vissuto questa stessa situazione siamo stati male per una settimana e tu hai avuto un incidente.>> Un secondo dopo mi stringe tra le braccia e mi costringe a immergere il viso nell'incavo del suo collo, il suo profumo, cocco, cioccolato e Kevin, mi inebria e mi fa sentire al sicuro da ogni pericolo o problema che ci circonda.

<<Non è la stessa cosa. Tornerai da me, promettimelo.>> Dice quasi in una supplica.

Agito la testa in un si, non riesco a parlare, le parole mi muoiono in gola.

Come vorrei che fosse tutto più semplice, che vivere con lui non rappresentasse un abbandono della mia famiglia, come vorrei non dovermi trovare in un bivio, scegliere tra la persona che amo e i miei genitori.

Con molta fatica si stacca da me e mi stampa un bacio sulla fronte.

<<Chiamami ok? Quando arrivi, quando hai voglia, in qualsiasi momento. Anche a notte fonda. Chiamami perché io ho bisogno di sentire la tua voce. Senza di te questa casa non è casa. Hai capito piccolina?>> Dice con un sorriso forzato, i suoi occhi sono lucidi, e temo che possa mettersi a piangere se non me ne vado subito.

<<Si. Ho capito. Ti amo.>> Gli dico abbracciandolo più forte.

<<Anche io ti amo tanto.>> Dice. <<Ora vai, non fare aspettare ancora tuo padre.>> Così dicendo mi apre la portiera dell'auto per farmi salire, mi guarda per un altro secondo e poi la richiude allontanandosi dal mezzo.

Mio padre accende l'auto e parte mentre io continuo a guardare il mio amore che non smette di fissarmi come se avesse paura di perdermi.

Kevin ♡

L'auto si allontana con lentezza, come se non fosse già abbastanza difficile vederla andare via.

Vorrei correrle dietro, fermare tutto e chiudere la mia piccola dentro questa maledetta casa.

Vorrei urlare e spaccare il mondo, perché sto male,  perché mi uccide quando è lontana da me.

Ma non posso farci niente, non posso supplicarle di vivere con me, non posso allontare Alex dalla sua famiglia, non sarebbe giusto.

"Eppure lo desidero. Lei è la mia vita maledizione."

Anche se sono solo pochi giorni, non posso farci niente, ma lei già mi manca.

Non riesco a dormire senza il suo calore, non riesco a mangiare senza sentire il suo canticchiare canzoni fuori moda mentre prepara la colazione, non riesco a guardare un film senza avere i suoi commenti su ogni attore.

Amo la sua voce, la sua risata, la sue espressione perplessa quando non capisce le mie battute spinte.

"Cazzo...e amo da morire come il mio corpo si adatta perfettamente al suo, come sospira, come geme e grida il mio nome quando facciamo l'amore. "

Invece resto in giardino, immobile, a riflettere su come sto cercando di arrampicarmi sugli specchi per poterla tenere qui con me.

Ho creduto in una sua gravidanza perché ho una fottuta paura di affrontare la sua famiglia, suo padre.

Dopo aver deluso tutti.

Dopo aver ferito la ragazza che amo.

"Dio ti prego aiutami, perché io non so cosa fare."

Mi costringo a rientrare in casa e mi butto sul letto, sono già sfinito e non ho ancora fatto niente.

Prendo il telefono e lo giro tra le mani.

"Un messaggio, solo un messaggio..."

Che sarà mai?

Beh è partita da soli cinque minuti, cosa potrei mai scriverle?

Mi machi...ti amo...torna indietro....sto impazzendo senza di te...

"Cazzo. Perché lei mi fa sentire così?"

Come se senza la sua presenza mi mancasse il fiato, come se il mio cuore senza di lei non può battere e la mia anima sembra vuota.

"Aah, lei è la mia piccolina e la voglio qui con me."

Basta!

Mi alzo dal letto, devo smetterla di frignare come un bambino,  devo fare qualcosa.

Mi metto a sistemare la stanza azzurra, porto dentro un piccolo armadio, un comodino, un letto, un piccolo divanetto e appendo alcuni quadri, tutte cose che ha scelto Alex ma che a me piacciono tantissimo.

La tonalità dei mobili e un pò più scura in confronto alla vernice azzurra con cui abbiamo pitturato.

"Cavoli...è stupenda..."

Anche se sembrerà strano, questa piccola stanza, che useremo come stanza per gli ospiti,  rispecchia un pò come siamo io e la mia Al.

È piccola, ma abbastanza grande per starci in due, e azzurra e illuminata da una finestra grande con una tenda bianca che filtra la luce magnificamente, è così dannatamente perfetta, intima e comoda.

"Sono certo che così arredata ad Alex piacerà ancora di più. "

Ed eccola lì,  che mi ritorna nella mente la mia piccolina, chissà cosa starà facendo?

"Eeh...mi sento solo."

Sento il cellulare vibrare e resto a fissare lo schermo per qualche secondo.

~Già mi manchi...♥~ Dice.

"Oooh finalmente un suo messaggio, sarei morto fino a stasera..."

Digito velocemente.

~Manchi anche a me, da morire... :'(~ Scrivo e invio.

Prendo un quadro per appenderlo sopra il letto e il cellulare mi vibra di nuovo, apro il massaggio e per poco l'oggetto non mi cade dalle mani.

~Manchi anche alla mia micetta...rivuole il suo amichetto.~ Ingoio a vuoto.

"Merda...mi è venuto duro...!!!!!!"

Penso a cosa posso scriverle ma non mi viene niente in mente.

"Merda...quanto amo questa ragazza. Mi fa impazzire!"

Penso e ripenso, ma nessuna frase perfetta che possa scrivere per risponderle.

E poi mi viene un'idea...

Una piccola sorpresa, potrebbe piacerle, potrebbe essere perfetto.

Sistemo il quadro e finisco di sistemare le ultime cose, non rispondo al messaggio.

Digito il numero della fioraia e ordino quello di cui ho bisogno.

"Se lei non è qui con me...sarò io ad andare da lei!"

Salve ragazzeeee...
Scusa se ci ho messo troppo...
Spero vi sia piaciuto...
Perdonatemi eventuali errori....
Grazie di tutto...
Baci Linaaa♥♡
P.s facciamo un gioco se vi va...
Visto che siete così gentili da scrivermi i commenti vorrei farvi partecipare al mio libro...
Nei commenti scrivete una frase che amate (d'amore) sceglierò la più bella (o le più belle) e la inserirò nel prossimo capitolo...
La vostra Lina ♡♥♡♥♡♥

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