CAPITOLO 22

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Arrivai a scuola insieme a Matt come ogni mattina, con qualcosa di diverso però: avevo fatto tornare Logan nella mia vita.
"Allora, come ti senti?" Mi chiese Matt, mentre mi fermavo di fronte al mio armadietto.
"In che senso?" Ribattei, anche se avevo una mezza idea di cosa intendesse.
"Come ti senti a riavere Logan nella tua vita; dopotutto, è stato il ragazzo che più hai amato." Chiarì lui, facendo un mezzo sorriso ed appoggiandosi su una spalla agli altri armadietti.
"Beh, non lo so, non sono ancora pronta a fidarmi di lui, sinceramente." Conclusi chiudendo l'anta, prima che Abigail si avvicinasse a noi sculettando e seguita dalle sue servette. "Oh, e adesso che vuole." Mi lamentai con il mio migliore amico, sbattendo la testa contro gli armadietti.
"Non saprei, ma da come arriva non è per niente contenta." Rispose sarcastico, alzando gli occhi al cielo.
"Tu!" Mi puntò un dito contro minacciosa. "Tu, come ti sei permessa?!" Esclamò squittendo, fermandosi di fronte a me e incrociando le braccia sotto al seno, risaltandolo ulteriormente.
"Hey, abbassa i toni e lasciala in pace." Mi difese Matt, mettendosi davanti a me, ma io lo scansai di lato, indignata dal suo atteggiamento da finta vittima. "Tranquillo, ci penso io." Lo rassicurai, spostandolo gentilmente di lato. "Io mi sono permessa di fare cosa?" Domandai aggrottando le sopracciglia, notando sempre di più i problemi mentali che l'affliggevano. Poverina, i suoi avrebbero fatto meglio a portarla da uno specialista che lì a scuola a fare del male agli altri.
"Tu, tu hai osato parlare e riapacificarti con Logan!" Il viso le divenne rosso peperone, mentre io alzavo gli occhi al cielo e facevo una piccola risata.
"Che hai da ridere! Ti faccio per caso ridere?"
"No, no," negai, sorridendo invece ulteriormente per il suo comportamento. "è solo che non te ne mai fregato niente di Logan, com' è che adesso ti interessa?"
"Perchè lui era l'unica cosa che potevo utilizzare per farti soffrire, ora non ho niente!" Spiegò, facendomi solo salire la rabbia a quelle parole.
"Cosa? Cosa?! Va bene che mi ha fatto soffrire da morire, ma rimane comunque un essere umano, non una cosa." Lo difesi, sentendo la senzasione che nessuno dev'essere definito come un essere inanimato senza emozioni, ma come ciò che siamo: animali razionali. Infatti aggiunsi subito dopo: "Le persone non possono e non devono essere considerate come cose, però possono essere considerate come animali; ad esempio, ci sono persone che si distinguono comportandosi da cagne." La squadrai dall'alto verso il basso e viceversa, facendole capire il riferimento; infatti le comparve sul viso un'espressione di disgusto e disprezzo allo stesso tempo, portandosi una mano con fare teatrale al petto.
"Come osi darmi della cagna?"
"Ah, io non ho detto niente del genere." Mi difesi, alzando le mani in segno di difesa.
"Ora ti faccio vedere io!" Non seppi mai quello che voleva farmi vedere però, perchè qualcuno la fermò prendendole i polsi da dietro, immobilizzandola.
"Prova a farle qualcosa e ti faccio gustare la tua stessa medicina." La minacciò Logan, lasciandola andare e superandola, mettendosi di fronte a me come per proteggermi.
"Cosa stai facendo? Tu sei dalla mia parte! Ti ho accolto quando lei ti ha ferito; ti ho amato quando avevi bisogno d'amore; ed è questo quello che ottengo?!" Era una grandiosa bugiarda, questo dovevo ammetterlo; ma c'era una piccola cosa che non poteva essere nascosta neanche dal bugiardo migliore del mondo: l'espressione facciale. Sul suo viso non si trovava neanche un minimo cenno di tristezza e tradimento, tanto meno una traccia di lacrime o possibibile pianto.
"Tu mi hai sfruttato, è del tutto diverso." La corresse con voce calma e tranquilla lui. "Tu mi hai usato per i tuoi infidi scopi, per far soffrire Vanessa." La sua voce faceva trasparire disprezzo e disgusto.
"Anche tu mi hai usata per i tuoi scopi, se è per questo." Gli ribattè contro, puntandogli un dito contro il petto; lui si limitò a scansarle il dito.
"Che sta succedendo qui?" Chiese Jason appena arrivato, facendosi strada per raggiungerci; ma non appena vide Abigail, scosse la testa esasperato.
"Cos'altro vuoi portarmi via, eh? La mia vita?" Mi domandò più seccata che arrabbiata, cercando di avvicinarsi a me, ma Logan glielo impedì: si frappose tra noi due e mi prese il polso con una mano, mettendo tra lui ed Abigail quella libera. "Lei non ti ha portato via proprio niente, sei tu che hai usato e poi mandato via le persone dalla tua vita, perdendole in questo modo." E detto questo mi trascinò via, lontano dalla folla formatasi intorno a noi per assistere alla scena; molto probabilmente se non fosse arrivato in tempo Logan, Abigail avrebbe alzato le mani e per proteggermi Matt sarebbe finito nei guai, facendomi sentire solo terribilmente in colpa.
"Sta bene?" Mi chiese Logan, una volta che fummo arrivati davanti alla porta della lezione della prima ora.
"Sì, grazie per essere intervenuto." Lo ringraziai, incrociando le braccia. "Ormai sono abituata ai suoi insulti."
"Non sai quanto mi dispiaccia di esserle andato dietro." Si scusò per la milionesima volta, facendomi alzare gli occhi al cielo sbuffando. "Dovresti smetterla di scusarti; ti dispiace veramente e vuoi rimediare? Dimostralo, proprio come hai fatto adesso." Gli dissi, guardandolo negli occhi. Rimanemmo così per una manciata di minuti, non riuscendo a distogliere lo sguardo l'uno dall'altra.
"Allora," ruppe per primo il silenzio lui, grattandosi la nuca imbarazzato e distogliendo lo sguardo nel momento esatto in cui lo feci anch'io. "ho capito che senza di te faccio schifo in matematica, anche se non era una novità questo." Tentò di sdramatizzare cambiando discorso, facendo un sorriso sghembo.
"E quindi?" Chiesi dopo qualche secondo che era rimasto in silenzio dall'ultima parola, incitandolo ad andare avanti.
"E quindi mi chiedevo se tu oggi mi potessi dare una mano, sai com'è, domani c'è verifica e vorrei tirare su il quattro dell'ultima volta." Confessò, posando lo sguardo sui suoi piedi.
"Certo, perchè no." Acconsentii, facendogli alzare di scatto gli occhi increduli su di me. "Quanto mi paghi?" Scherzai, mentre ad entrambi scappava una piccola risata divertita.
Il suono stridulo della campanella che segnava l'inizio delle lezioni riempì tutto il corridoio scolastico con il suo suono e le lamentele dei ragazzi.
"Sarà meglio entrare." Affermò Logan, mentre apriva la porta che ci avrebbe portato alla prima ora di quella giornata.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro