CAPITOLO 27

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

La luce che filtrava dalle tende mezze abbassate della camera mi sovrastò, come se una cassetta piena di aghi mi fosse stata svuotata sugli occhi. Li strofinai, sentendo una sensazione nuova sulla pelle, che mi riscosse abbastanza in fretta dal velo di sonno che alleggiava su di me. Aprii lentamente gli occhi, notando le mie braccia nude, per poi arrivare alla conclusione che non erano l'unica cosa nuda.
Lo ero completamente.
Mi alzai a sedere quasi di scatto, portando una mano al petto per cercare di coprirmi il più possibile con le coperte. Feci una panoramica del luogo in cui mi trovavo, cercando di capire dove fossi, giungendo alla conclusione che mi trovavo in camera mia, quindi non ero decisamente lontano da casa. Mi pietrificai quando il mio sguardo arrivò a posarsi alla mia sinistra, riconoscendo la figura distesa di fianco a me: i capelli castani, non troppo corti, erano sparpagliati sul cuscino, facendoli risaltare più scuri di quanto non fossero a causa del contrasto con il bianco; nonostante fosse girato da un lato, avrei riconosciuto quella persona sempre, anche senza vederla in faccia.
Era Logan.
Come se avessi pronunciato il suo nome e non l'avessi solo pensato, si mosse rivolgendo la schiena verso il basso, contro il materasso, si stroppicciò gli occhi e gli aprì lentamente, intontito.
"Ma che diavolo...?" Sussurrò, una volta resosi conto anche lui della situazione, mettendosi seduto.
"Esclamazione azzeccata, direi." Commentai, facendolo sobbalzare per lo spavento; a quanto pare, non mi aveva ancora notata.
"Vanessa, cosa... perchè... come...." fece un sacco di quesiti mentre si guardava intorno, a cui non riuscii a dare risposte.
"Avanti, parlami." Mi supplicò.
"Logan, non lo so che è successo. Non me lo ricordo!" Esclamai quando il suo sguardo si fermò frenetico su di me, con le lacrime che cominciavano ad uscire per la paura, visto che si poteva dedurre cosa fosse accaduto: i vestiti sparsi per terra alla rinfusa, l'alcool in circolo della sera prima -fino a quando me lo ricordavo, diviso in tanti frammenti sparpagliati- ed il fatto che eravamo entrambi nudi nel mio letto, erano tutti fattori che portavano ad un solo fatto.
"Calmati, non volevo intendere quello. Avanti non piangere." Si spostò avvicinandosi a me, per poi circondarmi con le sue braccia e portarmi con una mano il viso sulla sua spalla; ci sprofondai, cercando conforto in quel semplice gesto. Sarei rimasta così per tutto il giorno, quando una suoneria risuonò per la stanza, avvisando il proprietario che lo stavano chiamando.
"È il mio." Disse Logan, cercando di non separarsi molto da me, diffondendomi quel calore di cui avevo bisogno.
"Pronto?" Fece lui, mentre sentivo, appena, la voce metallica di sua sorella dall'altra parte della cornetta. Nonostante riuscii a percepire qualche parola, non capii bene che cosa provocò quella reazione in lui: la mascella si contrasse e la pelle delle tempie venne tirata dai muscoli in tensione. Rispose un semplice: "Ci sentiamo", prima di girarsi verso di me con sguardo di scuse.
"Che cosa c'è?" Chiesi paurosa, sentendo il cuore accelerare.
"Era Linsdey, mi ha spiegato in breve che cosa è accaduto ieri sera..."
Logan cominciò a raccontare e piano piano, nella mia testa, prese forma l'immagine nella mia memoria, con ogni pezzo di puzzle che si incastrava l'uno con l'altro, rendendo tutto più nitido: la discoteca, il ballo con il dolce bacio, la partita di beer pong ed il forte cocktail che ci aveva offerto Linsdey, con gli avvertimenti da parte di Peter. Da quel punto tutto si fece più sfocato, torbido: noi che continuavamo a ballare, l'aiuto da parte di Linsdey e Peter per poter tornare in macchina, Logan che si offriva di accompagnarmi in casa, l'alcool che ci circolava in corpo che ci aveva spinto ad un bacio pieno di passione, le nostre bocche unite, le mani che toccavano l'uno il corpo dell'altro, io sotto e lui sopra, sdraiati sul mio letto...
Portai una mano alla bocca, non credendo a ciò che stava riaffiorando nella mia mente: il motivo per cui eravamo nudi entrambi nel mio letto era talmente chiaro da farmi male in quell'istante. "Noi... Noi abbiamo..." Non riuscivo neanche a parlare, la gola mi si era seccata facendomi male ogni volta che deglutivo.
"Fatto sesso?" Completò lui la frase per me, guardandomi. "È quello che suppone Linsdey, ha detto che ha sentito dei suoni alquanto significativi quando è venuta a vedere che fine avessi fatto." Confermò, cercando il mio sguardo, ma io mi ostinavo a tenerlo rivolto da un'altra parte.
"Dio, Vanessa, perché fai così? È stato così terribile?"
"Non è questo!" Gli sibilai contro, le lacrime ormai scendevano copiose dal mio viso alle coperte, che coprivano la mia fragilità e la paura, quasi come un'armatura per proteggerle. "Logan, io non so se ero pronta, ero ubriaca! Perché non vuoi capirlo?"
Lui fissò per un po' le mie labbra, prima di slanciarsi per afferrarmi il viso e far combaciare le nostre bocche; il suo peso mi schiacciò contro il letto, intrappolandomi tra il suo corpo sopra ed il materasso sotto. Quando si separò per riprendere fiato, entrambi affannati, fissò i suoi occhi limpidi e luccicanti nei miei. "Lo so." Disse solamente, mentre mi stringeva in un abbraccio ed io mi aggrappavo a lui come ancora di salvezza, con le sole coperte a dividerci come barriera materiale. Mi sentivo smarrita in quel momento, il mondo mi era caduto addosso, seppellendomi senza pietà sotto le macerie; ma ero riuscita ad afferrare un appiglio durante la caduta, una mano che mi aveva sorretto, nonostante i momenti bui in cui non credevo che non mi stesse più tenendo. Con la coda dell'occhio vidi una figura maschile osservarci con preoccupazione da un piccolo spiraglio della porta, chiedendomi con lo sguardo come stessi una volta che i nostri sguardi si furono incrociati. Annuì, e lessi sollievo nei suoi occhi neri, mentre i suoi capelli scuri si muovevano appena mentre scuoteva la testa e rischiudeva la porta dietro di sè.
"Sai qual è la cosa migliore?" Chiese ad un certo punto Logan, scostandosi quel poco che bastava per guardarmi negli occhi, mostrandomi un sorriso.
"Che essendo ubriachi nè tu nè io ci siamo accorti della nostra inesperienza?" Tentai, mettendoci a ridere insieme un secondo dopo che avevo pronunciato quelle parole.
"No, non è quello." Si avvicinò al mio orecchio, premendoci sopra le sue labbra. "È che nonostante tu sia nuda, con solo delle coperte a coprire il tuo corpo, i capelli scompigliati e il trucco un po' sbavato; sei dannatamente bellissima."

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro